MENO RISCHI DI TUMORE, A POLMONI E INTESTINO, PER CHI FA SPORT

Le persone che praticano attività fisica, a livelli elevati, presentano meno rischi di ammalarsi di tumore a polmone e colon-retto, oltre che avere maggiori probabilità di sopravvivere se si ammalano, rispetto alle persone sedentarie. Lo dimostra uno studio condotto da un team di ricercatori della Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora (USA) e pubblicato su Cancer (maggio 2019).

IL PIÙ AMPIO STUDIO CONDOTTO FINO A OGGI
La ricerca ha visto il coinvolgimento di un ampio campione di individui: 49.143 adulti sottoposti a prove di sforzo, e seguiti per una media di 7,7 anni, dal 1991 al 2009. Si è trattato di una coorte (chiamata Henry Ford Exercise Texing) di pazienti con età compresa tra 40 e 70 anni, privi di tumore, curati presso l’Henry Ford Health System di Detroit in Michigan (USA). Il 46% dei partecipanti era di sesso femminile, il 64% erano bianchi, il 29% neri e l’1% ispanici, con un’età media di 46-61 anni.

I partecipanti hanno eseguito test fisici classificati attraverso due fattori. Il CRF (Corticotropin Releasing Factor – ormone di rilascio della corticotropina), che indica l’idoneità cardio-respiratoria, e l’unità di misura dello sforzo fisico MET (dove 1 MET equivale al consumo di O2 in condizioni di riposo). I dati rilevati, poi, sono stati messi in correlazione con gli esiti di cancro al polmone e al colon-retto, estrapolati da un registro del National Death Index, riguardante tumori e mortalità per tutte le cause.

COSA INDICANO I RISULTATI DELLO STUDIO
L’analisi dei dati ha fatto emergere che gli individui che praticavano alti livelli di esercizio fisico all’inizio dell’indagine, hanno presentato un rischio nettamente più basso di sviluppare un cancro al polmone o colon-retto, rispetto ai sedentari. Rispettivamente 77% in meno per il tumore al polmone e 61% in meno per il tumore al colon-retto. Inoltre, tra le persone che hanno sviluppato un tumore al polmone, quelle che praticavano attività fisica hanno riscontrato un pericolo più basso del 44% di morire a causa della malattia. Fra i soggetti colpiti da cancro al colon-retto, invece, le probabilità di morte si sono rivelate più basse dell’89% nel caso in cui praticassero attività fisica.

In ogni caso, sono necessari ulteriori indagini su campioni di individui ancora più ampi. I ricercatori, infatti, affermano che è necessario proseguire le ricerche per confermare la validità dei risultati e poter determinare se il miglioramento della forma fisica possa influenzare il rischio e il tasso di mortalità del cancro.

FONTI
Catherine Handy Marshall MD et Al. – Cardiorespiratory fitness and incident lung and colorectal cancer in men and women: Results from the Henry Ford Exercise Testing (FIT) cohort – Cancer (May 2019)

LINEE GUIDA VERSUS REALTÀ NELLE DIETE OSPEDALIERE

Negli ultimi anni i ricercatori hanno concentrato l’attenzione sulla correlazione cibo-malattie. Molti studi scientifici dimostrano che alcuni alimenti possono essere nocivi per i malati operati di tumore, fino a determinare un aumento del rischio di recidive. Nonostante ciò, nella maggior parte degli ospedali vengono serviti ai pazienti oncologici proprio questi cibi “sbagliati”. Sono molteplici le indagini che attestano come una corretta alimentazione possa, invece, influire positivamente sulla guarigione.

Una recente indagine statistica del Karolinska Istitute di Solna, in Svezia, ha messo in luce quanto seguire una dieta corretta, subito dopo aver subito un’operazione, possa accelerare i tempi di guarigione, nonché determinare un conseguente risparmio nelle spese mediche di gestione del paziente. Inoltre, uno studio pubblicato su Plos One (giugno 2019) dimostra che alimentazione sana e attività fisica sono il binomio ottimale per diminuire il rischio di morte prematura, nei pazienti oncologici post-intervento.

LINEE GUIDA VERSUS REALTÀ
Esistono vere e proprie linee guida alimentari codificate a sostegno di medici e pazienti, per facilitare l’educazione a una dieta adeguata da affiancare alle terapie. In particolare, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha diffuso un “Codice Europeo Contro il Cancro”. In questo documento, tra i 12 modi per ridurre il rischio di tumore, sono presenti anche indicazioni per una dieta sana. Consumare cereali integrali, legumi, frutta e verdura. Limitare cibi a elevato contenuto calorico (ricchi di zuccheri o grassi). Evitare carni conservate, limitare quelle rosse e alimenti ricchi di sale. Limitare (meglio evitare) alcolici. Oltre che, praticare attività fisica.

Altro esempio di Linee Guida è il report del World Cancer Research Fund (WCRF) ripreso dallo SmartFood della Fondazione IEO-CCM (Istituito Europeo di Oncologia e Centro Cardiologico Monzino) nel documento “Dieci utili raccomandazioni per la prevenzione oncologica attraverso dieta e stile di vita”. Ovvero come una sana alimentazione, associata a uno stile di vita attivo, sia uno strumento valido per prevenire, gestire e curare molte malattie.

La maggior parte degli ospedali, però, non tiene conto di queste indicazioni. Anzi, propone una dieta “sbagliata” con cibi infiammatori. Menu preconfezionati, uguali per tutti i pazienti, anche quelli oncologici. Per esempio, prosciutto o formaggio con purè di patate in fiocchi. Alimenti che provocano un innalzamento della glicemia, oltre che essere prodotti lavorati, sconsigliati dalle suddette Linee Guida. Inoltre, al momento di essere dimessi, ai malati non vengono neppure date indicazioni alimentari, per cui c’è anche il rischio che protraggano quel tipo di dieta anche a casa, peggiorando le condizioni di salute, invece che migliorarle. Come pure è grave che nei corridoi degli ospedali si trovino distributori di snack e bevande zuccherate, prodotti sconsigliati nella prevenzione dei tumori.

ESEMPI VIRTUOSI IN ITALIA
In Italia, ci sono ospedali che stanno mettendo in atto un cambiamento. Un esempio è il Progetto EAT (Educazione Alimentare Teenager) Alimentazione sostenibile, promosso dalla Fondazione del Gruppo San Donato. Qui i singoli pazienti (malati di tumore, operati di chirurgia intestinale maggiore e anziani, soggetti a rischio malnutrizione) sono seguiti da un nutrizionista-dietista oppure ricevono indicazioni alimentari ad hoc dal personale di reparto. Come pure, nella lettera di dimissioni sono presenti indicazioni dietetiche personalizzate, messe a punto sulla base della diagnosi e del decorso della malattia.

Al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, invece, hanno lanciato il progetto CRUNCH (Cucina e Ristorazione Uniti nella Nutrizione Clinica Hospedaliera), dove un team di cuochi e dietisti, coordinati da un nutrizionista, in collaborazione con il reparto di Dietetica Clinica e altre Unità Operative, compongono la dieta dei pazienti, combinando nutrienti, gusto e innovazione. Con un occhio di riguardo ai pazienti oncologici (riducendo i prodotti animali a favore di vegetali e legumi) e ai disfagici (pazienti con problemi di deglutizione, le cui pietanze vanno rese morbide, senza perderne in gustosità).

Altro esempio è il progetto “Chef in Ospedale” del Presidio Ospedaliero di Mantova. Qui la formulazione del menu e la preparazione delle pietanze è opera della collaborazione di un nutrizionista e uno chef stellato, per creare piatti sani che siano anche gustosi. Inoltre, le bevande zuccherate sono state sostituite con acqua e altre bevande senza zuccheri aggiunti. Infine, hanno messo in atto una campagna informativa, rivolta sia ai pazienti sia ai dipendenti, sui corretti stili alimentari da seguire.

FONTI
1) Karavasiloglou N, Pestoni G, Wanner M, Faeh D, Rohrmann S. – Healthy lifestyle is inversely associated with mortality in cancer survivors: Results from the Third National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES III) – PLoS One (Jun 2019)
2) Codice Europeo Contro il Cancro – International Agency for Research on Cancer (IARC) World Health Organization (WHO) (data ultimo accesso 01.08.2019)
3) Diet, Nutrition, Physical Activity and Cancer: a Global Perspective – World Cancer Research Fund WCRF (data ultimo accesso 01.08.2019)
4) Dieci utili raccomandazioni per la prevenzione oncologica attraverso dieta e stile di vita – IEO (data ultimo accesso 01.08.2019)

NEI BROCCOLI LA MOLECOLA CHE PROTEGGE DAI TUMORI

Mangiare verdure fa bene alla salute e alcune in particolare proteggono dai tumori. Si tratta delle crucifere (broccoli, cavolfiori, cavoli, verze, cavolini di Bruxelles etc.) le cui proprietà benefiche sono già state oggetto di numerose ricerche scientifiche. Un nuovo studio ha scoperto perché i broccoli hanno un effetto protettivo anti-cancro: la presenza di una molecola in grado di spegnere il gene coinvolto nell’insorgenza dei tumori. L’indagine è stata portata avanti da un team di ricercatori della Harvard Medical School di Boston, in USA. Lo studio è stato pubblicato su Science (maggio 2019).

INDIVIDUATO L’ENZIMA ANTI-CANCRO
La molecola “magica” presente nelle crucifere è l’indolo-3-carbonio (I3C). Una sostanza naturale in grado di attivare PTEN, un gene onco-soppressore che sta a guardia delle cellule e le difende dall’oncogene WWP1 (un enzima che se abbondante provoca l’insorgenza dei tumori). I ricercatori hanno svolto l’indagine in laboratorio, utilizzando campioni di cellule umane e modelli animali (topi). Attraverso analisi biochimiche e simulazioni al computer, hanno potuto individuare le diverse molecole coinvolte nel processo. In particolare, hanno individuato la molecola I3C contenuta nelle crucifere, in grado di risvegliare i sistemi di controllo contro la crescita e la proliferazione delle cellule tumorali, nei quali è coinvolto l’onco-soppressore PTEN.

Gli studiosi sono riusciti ad attivare PTEN (il “guardiano buono” delle cellule) bloccando WWP1 (un “interruttore cattivo” che tiene spento PTEN), proprio grazie a I3C presente nei broccoli. Ottenendo una riduzione delle dimensioni e del peso del tumore. La ricerca in questione aveva come focus il tumore alla prostata, ma gli esperti assicurano che l’approccio usato dovrebbe funzionare anche su altri tipi di tumore, come quello al seno e al fegato, in cui l’oncogene WWP1 è molto abbondante.

PROSPETTIVE PER RICERCHE FUTURE
La quantità di broccoli da mangiare sarebbe enorme, 7 chili, ma la ricerca pone le basi per nuove sperimentazioni cliniche ai fini di sviluppare a livello farmacologico il composto in purezza. Un’azione preventiva importante per la lotta contro i tumori, attraverso molecole di origine vegetale.

FONTI
Lee YR, Chen M, Pandolfi PP et Al. – Reactivation of PTEN tumor suppressor for cancer treatment through inhibition of a MYC-WWP1 inhibitory pathway – Science (2019 May)

WORLD HEALTH MENTAL DAY 2020: LA SANA ALIMENTAZIONE MIGLIORA ANCHE LA NOSTRA SALUTE MENTALE

Scoperta la connessione tra junk food e salute mentale. A metterlo in luce è una ricerca scientifica condotta presso la Loma Linda University in California (USA). I risultati dello studio americano sono stati pubblicati sulla rivista specializzata International Journal Food Sciences and Nutrution (febbraio 2019). Una versione precedente di questo studio era già stata presentata anche durante il 7° Congresso Internazionale sulla Nutrizione Vegetariana (svoltosi sempre a Loma Linda, il 26 febbraio 2018).

UNA CATTIVA ALIMENTAZIONE FA MALE AL NOSTRO CERVELLO
L’indagine ha coinvolto un campione di oltre 245mila individui, residenti in California, a cui sono stati proposti dei questionari sulle abitudini alimentari, nell’arco di 10 anni, dal 2005 al 2015. In particolare, i ricercatori hanno concentrato la loro attenzione sul ruolo della dieta in relazione alla salute mentale. Gli studiosi hanno scoperto che alcuni disturbi mentali sono correlati a una cattiva alimentazione, indipendentemente da età, etnia, istruzione, reddito, stato civile, provenienza geografica e indice di massa corporea. Per “cattiva alimentazione”, in questo studio, disturbi psicologici moderati e gravi sono stati associati a un ridotto consumo di frutta e verdura, contro un aumento di consumo di patatine fritte, fast food, bibite gasate e cucchiaini di zucchero assunti giornalmente.

TROPPI ZUCCHERI, CIBI FRITTI E CEREALI RAFFINATI PORTANO A DISTURBI MENTALI
I dati del sondaggio (denominato California Health Interview Survey 2005-2015) hanno rilevato che gli individui che hanno consumato maggiormente cibo spazzatura hanno riportato maggiore probabilità di sviluppare sintomi correlati a disturbi psicologici, moderati o grave, rispetto ai partecipanti che, invece, hanno seguito una dieta più sana. Nello specifico, un eccesso di consumo di zucchero è associato al disturbo bipolare, mentre il consumo di cibi fritti o contenenti elevate quantità di zucchero e cereali trasformati è collegato alla depressione. L’analisi dei dati riporta che quasi il 17% degli individui adulti sottoposti al sondaggio rischia di soffrire di disturbi mentali, di cui il 13,2% in forma moderata e il 3,7% in forma grave.

Sono necessarie ulteriori indagini per confermare che, viceversa, una dieta sana contribuisca a una buona salute mentale. Un buon obiettivo sarebbe stabilire interventi mirati di salute pubblica, soprattutto a livello preventivo, rivolti a giovani adulti o verso individui con meno di 12 anni di istruzione.
FONTI
Banta JE et Al. – Mental health status and dietary intake among California adults: a population-based survey – International Journal of Food Sciences and Nutrition (Feb. 2019)

SALUTE E BENESSERE – DIGITAL HEALTH

La durata media della nostra vita si sta allungando, ma quali sono i pilastri di uno stile di vita corretto che ci consentono di vivere a lungo e soprattutto in salute?
Cosa si intende per Digital Health? Ascolta il podcast dell’intervista di Antonluca Matarazzo, Direttore Generale di Fondazione Valter Longo Onlus, nell’episodio 29 di Edicola Invesco.

Puoi ascoltare e condividere l’intervista a questi link:

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GIFFONI FILM FESTIVAL E FONDAZIONE VALTER LONGO ONLUS INSIEME PER I RAGAZZI

Fondazione Valter Longo Onlus ha incontrato i giovani del Giffoni Film Festival in due momenti speciali di giovedì 27 agosto: nella Sala Blu della Multimedia Valley con la Masterclass Impact del Professor Valter Longo e, nella sala coworking insieme ai ragazzi del DreamTeam, con la Roundtable “Generazione Z e Alimentazione – Un’amicizia raccomandabile” che ha coinvolto Antonluca Matarazzo, direttore generale della Fondazione Valter Longo Onlus.

La giornata, in apertura, ha visto dialogare, in un avvincente dibattito, i giffoners con Valter Longo, Professore di Biogerontologia e Direttore dell’Istituto di Longevità della USC (University of Southern California) – Davis School of Gerontology di Los Angeles e Direttore del programma di Oncologia e Longevità all’IFOM di Milano ed autore del libro “La Dieta della Longevità”, “Alla Tavola della Longevità” e “La Longevità inizia da Bambini”, editi da Vallardi, i cui proventi sono tutti destinati allo sviluppo della Fondazione.

Tanti gli argomenti che sono stati toccati nel corso dell’incontro, dalla Dieta della Longevità alla necessità di estro e inventiva anche nella scienza: “Giffoni mi sembra un posto eccezionale con una storia eccezionale. I ragazzi sono molto interessati al loro futuro e al loro presente. Si rendono conto che le malattie, la medicina e la longevità non sono più una cosa distante ma qualcosa che deve interessare immediatamente perché può determinare sicuramente il loro futuro ma anche il presente – ha dichiarato Longo – Tanta della grande scienza fatta nel passato era determinata dalla creatività. Basti pensare ad Einstein, Galileo e tanti altri. Una componente fondamentale è quella di ribellarsi a quello che dicono tutti gli altri. Serve allo stesso tempo però una profonda onestà che ti fa ammettere di aver sbagliato se le tue tesi si rivelano errate. Se non sei ribelle però continuerai a perpetuare quello che hai appreso dai tuoi maestri. Ribellandoti ti stai levando da quel binario che poi porta una persona su mille a riuscire a elaborare un’altra Teoria della Relatività”.

L’incontro tra il Professor Valter Longo e i ragazzi della Masterclass Impact che si è rivelato un mix tra scienza, nuovi orizzonti, tanta voglia di innovare con tanti utili consigli proprio per i ragazzi è stato arricchito dalla proiezione del video “Le origini, che racconta l’impegno del Professore a garantire alle generazioni future l’opportunità di una vita più lunga e sana grazie alla divulgazione e alla ricerca scientifica.

A seguire e sempre nella stessa giornata, i temi della sana e corretta alimentazione e dell’educazione alimentare, sono stati al centro della Round Table “Generazione Z e Alimentazione – un’amicizia raccomandabile” che ha fornito molti spunti di riflessione ai giovani dreamers. In sala, a discutere con i ragazzi c’era Antonluca Matarazzo, direttore generale della Fondazione, Nicola Sapio, ideatore del format “Feel Good” e content manager Giffoni Innovation Hub  Orazio Maria di Martino, Founder e COO di Giffoni Innovation Hub e il moderatore Leonardo Valente, founder e CEO Media Beats. In collegamento infine Sandro Del Giudice, responsabile Area qualità, ambiente e risorse idriche di Acqua Lete.

Come fondazione riteniamo che sia auspicabile una collaborazione tra Giffoni Innovation Hub, il Giffoni Film Festival e la Fondazione Valter Longo – afferma Matarazzo durante il suo intervento – che ci permetterebbe di creare un vero e proprio link tra il diritto alla salute e la necessità di educare i più giovani, in particolare i tanti ragazzi che ogni anno vengono qui al festival. Tale ponte tra le nostre realtà ci consentirebbe inoltre di trasferire le nostre conoscenze scientifiche, le nostre informazioni, i nostri studi e monitoraggi per accrescere la consapevolezza e la conoscenza dei ragazzi su alimentazione corretta, stile di vita sano e i pilastri della longevità”.

Matarazzo si è poi concentrato sulla necessità di combattere l’obesità tra i più giovani evidenziando alcuni dati presi da vari studi dell’Istituto Superiore di Sanità, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Italian Barometer Obesity Report e OKkio alla SALUTE: “Ciò che un bimbo mangia e lo stile di vita influenzano e incidono il suo stato di salute in età adulta – spiega il direttore generale della fondazione – Un bambino in uno stato di sovrappeso prolungato quadruplica, rispetto a un normopeso, la possibilità di vedersi diagnosticare patologie come il diabete in età adulta. Nella nostra penisola, seconda solo alla Grecia a livello europeo per numero di persone in sovrappeso o obese, il 42% dei bambini e il 38% delle bambine sono in sovrappeso. Dati allarmanti, anche perché pressoché equivalenti a quelli degli Stati Uniti. Siamo in una fase di gravissima emergenza mondiale per la salute pubblica, come emerge dalle ultime stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui sono sovrappeso o obesi il 50% degli adulti e il 30% dei bambini e adolescenti di tutto il pianeta. Un enorme problema è infine dato dall’informazione. È risultato infatti che ben il 63% dei genitori, su un’analisi compiuta su 35 mila casi di figli tra i 2 e i 18 anni, non è consapevole del sovrappeso o dello stato di nutrizione del proprio figlio. Ecco perché il nostro operato è indirizzato soprattutto verso la scuola, le generazioni future e le loro famiglie e con questa nuova collaborazione saremo fianco a fianco nel promuovere l’accesso alla sana alimentazione a tutti i ragazzi”. Scarica il Position Paper

Il Giffoni Film Festival, che quest’anno compie 50 anni di vita e nel pieno rispetto dei protocolli anti COVID-19 ha aperto le porte ai Generator +13; ha organizzato Masterclass Cult e Materclass Impact con 135 partecipanti; ha invitato 305 jurors e ospitato 1.100 giovani presso gli hub italiani e internazionali; con il tema “TERRA”  ha deciso di dedicare l’edizione 2020 alla natura pemettendo di allargare la riflessione al tema del legame tra alimentazione sana non solo per la nostra salute ma anche per quella del Pianeta perché scegliendo una dieta equilibrata possiamo evitare patologie croniche e cardiovascolari, ma anche ridurre l’impatto ambientale.

Erano presenti all’evento insieme a Longo e Matarazzo di Fondazione Valter Longo Onlus, Cristina Villa, Direttrice dei Programmi e Lucy Tattoli, Direttore Fundraising, Marketing e Comunicazione.

Per ulteriori informazioni:
[email protected]
+39 02 2513 8307
https://www.fondazionevalterlongo.org/
 
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Foto: Valentina di Pasquale

ANTONLUCA MATARAZZO SU REPUBBLICA PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DEGLI ANZIANI

1 ottobre 2020 – “Garantire la salute delle persone deve significare, oggi più che mai, non tanto curare le malattie, ma contrastarle ed evitarle nel corso della vita. La longevità sana è la risposta più concreta, ma è troppo spesso sottovalutata” – ha dichiarato Antonluca Matarazzo, direttore generale di Fondazione Valter Longo Onlus.

Leggi l’articolo completo su La Repubblica.

BACK TO SCHOOL SCHOOLGEVITY: LA SALUTE E LA LONGEVITÀ A SCUOLA

COME PROTEGGERSI E SOSTENERE IL SISTEMA IMMUNITARIO ATTRAVERSO L’ALIMENTAZIONE

Settembre 2020. Circa 8 milioni di studenti rientrano a scuola dopo mesi di lezioni online lontani da insegnanti e compagni. Come?

RITORNARE A SCUOLA CON LIMITAZIONI E CREATIVITÀ
Il Ministero dell’Istruzione ha sottoscritto con le Organizzazioni sindacali un “Protocollo di sicurezza per la ripresa di settembre” in collaborazione con il Ministero della Salute e un Comitato Tecnico Scientifico, ed ha stanziato circa 2,9 miliardi per un nuovo inizio dell’universo scolastico. Nel Protocollo si parla di help desk e di un numero verde per le scuole, modalità di ingresso e uscita differenziati e limitati per gli esterni e visitatori, pulizie ed igienizzazione degli spazi, regole di distanziamento ed igiene personale, attività di supporto psicologico, oltre che di regole riguardo la gestione di una persona sintomatica all’interno dell’istituto scolastico, contact tracing (tracciamento delle persone venute a contatto con dei contagiati) e raccordo con il sistema sanitario. Nella scuola si rientra con mascherine, gel igienizzante e banchi monoposto. Tuttavia la situazione non è semplice. Mancano spesso gli spazi, i banchi, gli insegnanti di sostegno.

Quest’anno, infatti, è ricco di sfide che possono anche portare a eventuali cambiamenti positivi in futuro e a un ripensamento dell’universo scolastico e degli insegnamenti che offre, oltre ad attivare la creatività e lo spirito di iniziativa. Ci si dovrebbe attivare tutti, studenti, docenti, dirigenti, personale scolastico, famiglie, istituzioni ed associazioni; unire le forze e cercare soluzioni ai problemi che di volta in volta si presentano in questo nuovo mondo scolastico dell’era Covid-19. Già lo si sta facendo.

A Bologna alcune classi dei licei Mighetti e Sabin e dell’istituto Pier Crescenzi-Pacinotti-Sirani hanno riaperto le porte delle loro scuole nel padiglione 34 della Fiera di Bologna grazie a spazi curati dal famoso architetto Mario Cucinella. Firenze mette a disposizione fino al prossimo novembre alcuni spazi dell’antico Teatro della Pergola alla scuola media Giosuè Carducci dove i ragazzi seguiranno anche lezioni di Storia del Teatro, di Etica Digitale e un Laboratorio Teatrale, grazie alla collaborazione della Fondazione Teatro della Toscana con la regista Manu Lalli e l’associazione Venti Lucenti. Codogno, fortemente colpita dalla pandemia, crea un vero e proprio school garden, cioè una scuola in giardino, con gazebi forniti da alcuni comuni circostanti. Infine, gli assistenti didattici della Scuola professionale Opera Montegrappa di Fonte (Treviso) hanno costruito i banchi per i loro circa 700 studenti acquistano i materiali e risparmiando così 115 mila euro.

LA SITUAZIONE ITALIANA E IL CONTRIBUTO DELLA FONDAZIONE VALTER LONGO ONLUS
In questo clima di fermento e desiderio di dare il contributo, la Fondazione Valter Longo Onlus si sente chiamata in causa con la sua esperienza e preparazione in ambito scientifico e per offrire un supporto in ambito nutrizionale e di stile di vita a studenti, docenti, personale scolastico e famiglie in una realtà in cui la salute è diventata sempre più importante ed essenziale, in cui uno stile di vita sano e bilanciato influenza oggi più che mai la nostra sopravvivenza stessa e in cui l’alimentazione è un elemento più che mai fondamentale per vivere meglio e a lungo.

Se guardiamo alla situazione italiana pre-pandemia in generale, l’ultimo report su sovrappeso e obesità (Italian Obesity Barometer Report 2019 – dati IBDO Foundation in collaborazione con ISTAT) indica come quasi la metà degli italiani è in sovrappeso e uno su 10 è obeso (circa 25 milioni persone) e circa quattro bambini/ragazzi su 10 sono o sovrappeso o obesi, una percentuale sovrapponibile agli Stati Uniti d’America. Sia bambini che adulti mangiano troppi amidi e troppe proteine, entrambi al centro dell’accelerazione dell‘invecchiamento e causa di un peso in eccesso, che portano all’insorgere di molte malattie non comunicabili (cancro, diabete, obesità, patologie cardiovascolari, autoimmuni come la sclerosi multipla e neurodegenerative quali l’Alzheimer). In aggiunta, molte di queste patologie comportano anche un alto rischio di mortalità per Covid-19: tra i 4190 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche, il numero medio di patologie osservate è di 3,4. La comorbidità più rappresentata è l’ipertensione (presente nel 74,6% del campione), seguita dalla cardiopatia ischemica (70,4%) e dal diabete mellito (33,8%).

Per una vita lunga e in salute, i primi anni di età, e forse anche prima, creano le condizioni per vivere in salute il resto della vita. Per fare un esempio, un bambino obeso ha una probabilità 4 volte maggiore di sviluppare il diabete da adulto rispetto a un bambino normopeso. Inoltre, il peso eccessivo dai primi anni di vita può predisporre a sviluppare o aggravare condizioni come ipertensione arteriosa, iperglicemia (prediabete e diabete di tipo 2), malattie del fegato legate all’eccesso di grasso -già molto presente nei bambini, disturbi gastrointestinali (stipsi, reflusso gastroesofageo, dolori addominali, calcoli biliari), disturbi respiratori (asma bronchiale e disturbi respiratori del sonno), ecc. Il ruolo di sovrappeso ed obesità già stato indagato dalla Fondazione in alcuni articoli riguardanti la sclerosi multipla e le malattie cardiovascolari nei bambini e ragazzi.

Il lockdown e la situazione di pandemia non hanno migliorato la situazione. Un questionario OERSA (Osservatorio sulle Eccedenze, sui Recuperi e sugli Sprechi Alimentari) del CREA (Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione) ha indagato come sono cambiate le abitudini alimentari durante un periodo straordinario quale il lockdown utilizzando un campione di 2900 persone che vivevano in famiglia e il 22% di queste con bambini al di sotto dei 12 anni. Gli intervistati hanno dichiarato di aver aumentato il consumo di alimenti sani: verdura (il 33%), frutta il 29%), legumi (il 26,5%), acqua (il 22%), olio extravergine d’oliva (il 21,5%). Tuttavia, il 44,5% ha ammesso di aver mangiato più dolci e il 16% di aver bevuto più vino. Il 44% degli intervistati è anche aumentato di peso in seguito a un maggiore apporto calorico e una minore attività fisica, che ha riguardato il 53% del campione. Di conseguenza, oltre il 37% dei casi ha espresso l’esigenza di mettersi a dieta.

LE ATTIVITÀ DELLA FONDAZIONE VALTER LONGO ONLUS: SALUTE E LONGEVITÀ PER IL MONDO DELLA SCUOLA
Per questi motivi e per promuovere uno stile di vita sano, essenziale per proteggerci da patologie e per vivere al meglio nel presente e futuro, la Fondazione Valter Longo Onlus è entrata in campo e si è attivata per mettere a disposizione di tutti la profonda esperienza e background scientifico dei propri esperti nutrizionisti e del proprio fondatore, il Professor Valter Longo.

Sono state create le “Linee guida nutrizionali per sostenere il sistema immunitario e nutrirsi con consapevolezza” dal Professor Longo in collaborazione con il Professor Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, e la Dottoressa Romina Cervigni, Responsabile Scientifico della Fondazione.

In aggiunta, Valter Longo, Romina Cervigni e un team di esperti pediatri aveva già dato vita al testo La longevità inizia da bambini per offrire analisi, linee guida, consigli pratici sullo stile di vita, suggerimenti per schemi dietetici settimanali ed anche ricette e menù estivi ed invernali oltre che a una vera e propria Dieta della longevità per bambini e ragazzi che troverete anche sul sito della Fondazione Valter Longo Onlus.

Accanto a queste iniziative la Fondazione si è impegnata nella creazione di webinar incentrati sul ritorno a scuola, Schoolgevity, e sul desiderio di offrire un supporto ai ragazzi, famiglie, docenti e dirigenti attraverso regole di base e strategie soprattutto nutrizionali per rafforzare il sistema immunitario degli studenti, la loro salute e avviarli verso un percorso di longevità sana grazie una serie di ospiti tra cui gli studenti stessi, dirigenti, nutrizionisti, virologi, ecc. e grazie a uno spazio a loro dedicato di confronto e discussione.

Si parlerà anche di un progetto speciale per le scuole a cui la Fondazione sta lavorando in collaborazione con gli Istituti scolastici intitolato proprio Schoolgevity – Scuola, Benessere, Educazione e Longevità e si è già dato inizio ad un pilot con l’Istituto Tecnico Francesco Severi di Padova.

SCHOOLGEVITY – SCUOLA, BENESSERE, EDUCAZIONE E LONGEVITÀ
La Fondazione Valter Longo Onlus e il suo team di Nutrizionisti ed Educatori esperti nella Dieta della Longevità ideata dal Professor Valter Longo, in collaborazione con l’Istituto Severi, hanno creato le seguenti iniziative in linea con gli obiettivi e le strategie sia dell’“UE Action Plan on Childhood Obesity”, sia della “Strategy for Europe on Nutrition, Overweight and Obesity-related Health Issues” e dell’ “EU School Scheme”:

1)Corsi/webinar/eventi informativi interattivi, online e frontali, per studenti, famiglie, docenti e personale scolastico concentrando la propria attenzione in particolare sulla Dieta della Longevità, che è in linea con il concetto della “dieta planetaria sana secondo i dettami della Eat Lancet Commission on Food and Planet, e la pratica dell’esercizio fisico quotidiano essenziale per la sostenibilità personale ed ambientale.
2)Piani di consulenza per il servizio mensa, bar e i distributori automatici per offrire prodotti sani e bilanciati.
3)Creazione, inserendosi all’interno del curriculum di studi, di strumenti educativi e di sensibilizzazione insieme ai ragazzi che utilizzino lo stesso loro linguaggio anche grazie alla tecnologia. Si sta lavorando alla realizzazione di una app che parte da un’analisi del BMI, a cui si aggiungono altre funzionalità legate in particolare all’alimentazione e all’esercizio fisico che catturi l’attenzione dei ragazzi e risponda alle esigenze degli stessi.
4)Organizzazione di uno o più eventi di sensibilizzazione da parte dei ragazzi che coinvolgano anche le famiglie e la comunità in generale.
5)Organizzazione di gite all’insegna della storia dell’alimentazione, arte, salute, esercizio fisico e longevità in città quali Venezia, Firenze, Genova, ecc. oppure in luoghi a contatto con la natura.

Gli obiettivi di questo progetto per il mondo della scuola (ragazzi, famiglie, docenti, personale) sono quelli di:

1)Educare ed offrire gli strumenti, quali ad esempio campagne informative, per compiere scelte bilanciate riguardanti uno stile di vita corretto, una sana alimentazione ed esercizio fisico e per acquisire la consapevolezza di quanto le proprie decisioni siano fondamentali per la salute presente e futura, sia personale sia della comunità che dell’ambiente, seguendo le indicazioni della “Strategia UE per i giovani”.

2) Sensibilizzare e responsabilizzare attraverso la creazione insieme agli studenti stessi di strumenti educativi e di sensibilizzazione, quali la creazione di una app e l’organizzazione di eventi, che permettano anche

a. l’automonitoraggio dei risultati,
b. un’analisi dell’impatto ottenuto,
c. la diffusione di strumenti, conoscenze e buone pratiche tra i ragazzi di altri istituti e in particolare in aree disagiate e problematiche

3)Rendere i ragazzi parte del cambiamento positivo che ci si auspica e attivi “portavoce” di un futuro all’insegna della salute, dell’inclusione e della sostenibilità tramite un’intensa ed entusiasta azione di advocacy.

Lo scopo principale della Fondazione è quello di educare e favorire buone pratiche alimentari, la dedizione all’esercizio fisico e ad un corretto stile di vita all’interno dell’universo scolastico per creare un presente e un futuro sostenibili per tutti e soprattutto per i nostri ragazzi responsabilizzandoli e rendendoli portavoce di un auspicabile cambiamento positivo. Buon lavoro e buon inizio dell’anno scolastico a tutti!

 

FONTI:

1) Ministero dell’Istruzione. “Protocollo d’intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di Covid-19”. 06.08.2020.
2) Santarpia, Valentina. “Inizio scuola, come sta andando. Conye : «2 milioni di banchi entro ottobre». La diretta.” Il corriere della sera. 14.09.2020.
3) Girardini, Gloria. “Alla scuola Opera Monte Grappa 110 mila euro risparmiati: “I banchi monoposto ce li siamo fatti noi.” OggiTreviso. 14.09. 2020.
4) L’epidemiologia per la sanità pubblica-Istituto Superiore di Sanità. “Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia.” 07.09.2020.
5) Istituto Superiore della Sanità- “Studio sul Covid-19”. 06-03-2020.
6) OERSA. “Covid-19: come sono cambiate le nostre abitudini alimentari durante il lockdown?” 20.05.2020.

LA CARENZA DI ALCUNI BATTERI INTESTINALI, LA POSSIBILE CAUSA DI DEPRESSIONE

Dal Belgio un nuovo studio conferma l’importanza del ruolo della flora batterica nel determinare la nostra salute mentale. I ricercatori del VIB-KU Leuven Center hanno individuato nella carenza di alcuni batteri dell’intestino una tra le cause che portano a depressione e altri disturbi psichici. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Microbiology (aprile 2019).

LA RELAZIONE INTESTINO-CERVELLO NELLA SALUTE MENTALE
La relazione tra metabolismo microbico intestinale e salute mentale è uno degli argomenti più dibattuti ai giorni nostri nella ricerca sul microbioma umano. L’attenzione si sta concentrando soprattutto nella comunicazione bidirezionale tra intestino e cervello. Lo studio di coorte belga, condotto dall’equipe di ricercatori guidati da Jeroen Raes, ha messo luce sull’importanza di proseguire con studi riguardanti il potenziale neuroattivo microbico, capace di influenzare la nostra psiche, fino a determinare il nostro umore.

La ricerca in questione si è incentrata su come le caratteristiche del microbioma siano correlate alla presenza di stati depressivi e alla qualità della salute mentale. Per farlo, gli scienziati hanno arruolato due campioni di individui, indipendente uno dall’altro, ognuno costituito da oltre mille partecipanti. In primis, è stato analizzato il genoma del microbiota di un campione di 1054 soggetti (partecipanti allo studio Flemish Gut Flora Project). In seguito, i ricercatori hanno analizzato la composizione della flora intestinale anche di un altro campione di 1070 individui (relativi al Dutch LifeLinesDEEP).

APPROFONDIRE LA RICERCA SUL MICROBIOMA UMANO
I ricercatori hanno notato che nell’intestino degli individui con disturbi dell’umore e depressione diagnosticata dal medico di base, i due ceppi di batteri Coprococcus e Dialister risultano ridotti, anche dopo terapia con anti-depressivi. In un altro gruppo di partecipanti, inoltre, i ricercatori hanno individuato la relazione tra l’attività di alcuni specifici batteri e lo stato psichico. Gli esperti hanno notato la carenza di un metabolita della dopamina (definita “l’ormone del buonumore”) in assenza o quantità ridotta dei batteri Faecalibacterium e Coprococcus associati a indicatori di qualità della vita elevati.

In definitiva, nei soggetti che soffrono di depressione si riscontra una flora intestinale impoverita, con una minor varietà di batteri presenti. Sembrerebbe, infatti, che alcuni ceppi batterici in particolare, producano sostanze neuroattive, in grado di influenzare il nostro stato di salute mentale, che però nei soggetti depressi sono carenti o assenti. l team di ricercatori afferma che sono necessarie ulteriori ricerche per confermare quanto emerso dall’indagine. Per validare i risultati, è al via un secondo studio, con il coinvolgimento di altri partecipanti.

FONTE

Valles-Colomer M et al. – The neuroactive potential of the human gut microbiota in quality of life and depression – Nature Microbiology (2019 April)

1° ottobre 2020, 30a Giornata Internazionale degli Anziani: il Decalogo per una vita più lunga e sana.

L’artista Neve, fra i più noti esponenti della Street Art contemporanea, interpreta la mission della Fondazione con il suo celebre murales dell’anziana dagli occhi giovani.

Milano, 22 settembre 2020 – All’inizio di settembre su 35.563 casi di pazienti deceduti e positivi al Covid,  l’età media era di 80 anni (Fonte: Istituto Superiore di Sanità ISS). Dati significativi, che ci portano a considerare in che modo l’attuale pandemia ha influito sul modo in cui affrontiamo l’età e l’invecchiamento. E sarà proprio questo il fil rouge della 30a Giornata Internazionale degli Anziani del prossimo 1° ottobre. Un importante momento di riflessione, che vedrà fra i suoi protagonisti la Fondazione Valter Longo Onlus, la prima fondazione in Italia dedicata a favorire la longevità sana attraverso l’educazione alimentare nelle scuole ed il sostegno alle persone fragili e in difficoltà – bambini e adulti in povertà – nella prevenzione e cura di gravi malattie.

Garantire la salute delle persone deve significare, oggi più che mai, non tanto curare le malattie, ma contrastarle ed evitarle nel corso della vita. La longevità sana, tema promosso dalla nostra Fondazione, è la risposta più concreta, ma è troppo spesso sottovalutata”, dichiara Antonluca Matarazzo, Direttore Generale della Fondazione.

“Per un paese nel quale vivono più di 7 milioni di anziani, dei quali 4 su 10 con 3 o più malattie croniche, diventa prioritario poter garantire condizioni di salute che permettano un sano invecchiamento, soprattutto quando emergenze sanitarie sconosciute come il COVID-19 rendono le persone anziane più vulnerabili, più fragili, più esposte. Per tale motivo questa giornata è ancora più significativa”.

Quando pensiamo a combattere il COVID-19 ci vengono subito in mente mascherine, vitamina C e succo d’arancia, ma non l’invecchiamento e le malattie associate all’Aging”, prosegue Romina Inès Cervigni, Responsabile Scientifico della Fondazione. “Eppure l’invecchiamento cellulare e il declino del sistema immunitario giocano un ruolo decisivo nella maggior vulnerabilità al virus delle persone anziane”.

Il diritto ad una vita lunga e sana

Offrire a tutti l’opportunità di una vita lunga e sana: ispirato da questo mantra, Valter Longo, biogerontologo di fama internazionale, definito dal magazine Time “Guru della longevità”, e filantropo, ha dato vita alla Fondazione che porta il suo nome. Una Onlus con la missione di rallentare l’invecchiamento e combattere l’insorgenza di importanti patologie correlate all’avanzare dell’età o non trasmissibili, quali tumori, diabete, obesità, malattie cardiovascolari e autoimmuni, Alzheimer e molte altre ancora. Una vera e propria “longevità programmata”, basata su una strategia biologica evoluta attraverso strategie di protezione e rigenerazione, a partire da stile di vita, dieta e digiuno.

Il Decalogo della Longevità

“Lo stile di vita salutare e la corretta nutrizione sono le armi più potenti che abbiamo a disposizione per programmare il nostro organismo ad una longevità sana, rallentando il decadimento cellulare e favorendo una migliore risposta immunitaria alle malattie”, prosegue Romina Inès Cervigni, Responsabile Scientifico. Quella della Longevità non è soltanto una dieta, ma un vero e proprio stile di vita, basato su alcune regole guida elaborate dal Team di nutrizionisti di Fondazione Valter Longo Onlus, che dovrebbero diventare parte integrante della routine quotidiana:

1. Dieta pescetariana:

privilegiare alimenti di origine vegetale e inserire il pesce nel menù al massimo due o tre volte alla settimana, evitando quello con alto contenuto di mercurio. E ancora: dopo i 65-70 anni introdurre più pesce, frutta e qualche altro alimento di origine animale, come latticini e uova per prevenire il dimagrimento e la perdita di massa muscolare.

2. Proteine quanto basta:

è consigliabile consumare circa 0,7/0,8 g di proteine al giorno per chilo corporeo, facendo attenzione ad aumentare questo quantitativo dopo i 65-70 anni come indicato al punto 1.

3. Semaforo verde per grassi insaturi e carboidrati complessi:

mai far mancare a tavola i grassi insaturi buoni, a partire dall’olio d’oliva fino alla frutta a guscio e al pesce, e i carboidrati complessi, come quelli che si trovano nei cereali integrali, nei legumi e nelle verdure. Inoltre, va ricordato che la frutta è una fonte di zuccheri semplici e va quindi assunta con moderazione.

4. Variare il menù:

variare il più possibile le fonti nutritive in modo che la dieta apporti, in quantità adeguate, proteine, acidi grassi essenziali (omega-3, omega-6), minerali, vitamine e anche zuccheri, che nella giusta misura sono necessari per le cellule.

5. Mangiare alla tavola dei propri antenati:

l’ideale è scegliere i cibi che erano presenti sulle tavole dei nonni e bisnonni. Qualche esempio? Preferite i legumi – fave, lenticchie, ceci, lupini – oppure i cereali – orzo, grano, farro, miglio, segale e sorgo, che potrete utilizzare anche per la preparazione di minestre.

6. Fare due pasti al giorno più uno spuntino:

questa indicazione è per i soggetti che devono perdere peso. In persone normopeso e con circonferenza addominale non è elevata, è possibile fare tre pasti e uno spuntino.

7. Ridurre l’arco temporale dei pasti:

cercare di limitare l’arco temporale in cui si consumano i pasti a 12 ore al giorno. Se, per esempio, si finisce di cenare alle 20.00 la colazione andrebbe consumata dalle 8.00 in poi.

8. Diete Mima-Digiuno prolungate e periodiche:

la Dieta Mima-Digiuno è il risultato degli studi clinici del Professor Longo sulla correlazione tra restrizione calorica mediante l’assunzione di una specifica combinazione di macronutrienti per “mimare” il digiuno, e  processo di rallentamento dell’invecchiamento cellulare. Si basa sull’assunzione di un menù vegetale, non percepito dall’organismo come “cibo”, che aiuta le cellule a riposare, consentendone la rigenerazione e il ringiovanimento dall’interno. La dieta va seguita sotto la supervisione del nutrizionista e del medico.

9. Quella della Longevità non è soltanto una dieta, ma uno stile di vita

10. Mantenere un peso ed una circonferenza della vita idonei:

idealmente meno di 90 cm per gli uomini e meno di 75 cm per le donne.

 

L’artista Neve per la Fondazione: dalla Street Art il volto inedito della Longevità

L’artista Neve, uno degli esponenti più rappresentativi della Street Art contemporanea e autore del murales dedicato ad Anna Perenna, divinità minore romana poi diventata Dea del Nutrimento e dell’Approvvigionamento raffigurata a Roma sulla serranda del Palazzo Velli Expo, ha dedicato alla mission della Fondazione una delle sue opere più conosciute: il murales dell’anziana dagli occhi giovani. Un volto di donna di intensa espressività, commissionato da Alessandro D’Alessandro. Foto di Valeria Cirone. Si ringrazia Stefano Aufieri per la collaborazione.

A proposito di Fondazione Valter Longo Onlus

Fondazione Valter Longo Onlus nasce a Milano nel 2017 e si occupa di salute e longevità, realizzando principalmente progetti di assistenza nutrizionale per soggetti svantaggiati e progetti di educazione nelle scuole, ma anche progetti per il benessere e il miglioramento della qualità della vita dei dipendenti nell’ambito di iniziative di welfare e well-being aziendale. La Fondazione nasce per volere del Professor Valter Longo, Direttore del Programma di Oncologia e longevità dell’IFOM (Istituto Firc di Oncologia Molecolare) di Milano e Direttore del Longevity Institute dell’USC (University of Southern California) Davis School of Gerontology di Los Angeles – conosciuto in tutto il mondo per l’invenzione del Programma che mima il digiuno e per il suo best-seller mondiale “La dieta della Longevità” ,tradotto in 14 lingue con oltre 500mila copie vendute solo in Italia e USA. Il Professor Valter Longo è stato inserito dalla rivista americana Time nella lista dei 50 personaggi più influenti del 2018 in ambito salute.