Giornata internazionale degli anziani

La popolazione mondiale sta sempre più invecchiando, ed è proprio l’invecchiamento uno dei principali fattori di rischio per le molte malattie non comunicabili (cancro, diabete, malattie cardiovascolari, autoimmuni e neurodegenerative)[i]. È stata anche la recente pandemia Covid-19 a ulteriormente dimostrare come l’aumentare dell’età dei casi implichi anche un incremento della letalità. Proprio in questo contesto, troviamo un’eccesso di decessi, più accentuato a marzo 2020, per gli uomini di 65-79 anni residenti al Nord (+131% vs 77,9% delle donne nella stessa classe di età e ripartizione). In aggiunta, i dati che riguardano le caratteristiche dei pazienti deceduti positivi ci indicano che hanno un’età mediana di 80 anni, circa 30 anni in più rispetto all’età media di coloro che hanno contratto il virus.[ii]

Ciò è anche dovuto a un maggior numero di patologie croniche con cui convive una gran parte della popolazione anziana. In Italia, ad esempio, circa il 42,3 % degli uomini con più di 75 anni e il 42,3% delle donne soffre di 3 o più malattie croniche e il 22% sperimenta gravi limitazioni alle attività quotidiane. [iii]

 

Risulta quindi logico e necessario oggi più che mai intervenire sull’invecchiamento, rispetto a seguire solamente un percorso basato, invece, sulla prevenzione e cura di singole malattie. Questo metodo potrebbe essere maggiormente efficace per proteggerci da molte problematiche future e farci vivere bene sia ora che in seguito, agendo sul programma di longevità del nostro corpo e, in tal modo, riducendo l’eventualità che molte patologie si manifestino.

 

L’alimentazione sembra essere il fattore principale sul quale possiamo avere controllo per potere vivere fino a cent’anni sani.

Infatti, parte dei casi riconducibili a malattie quali ad esempio il diabete, diverse tipologie tumorali e le malattie cardiovascolari potrebbe essere agevolmente contrastata, sulla base di studi scientifici accurati e riconosciuti, attraverso utili e fondamentali modifiche alla nutrizione e allo stile di vita, focalizzate sulla longevità sana e sul raggiungimento di un’esistenza sostenibile per se stessi e anche per il pianeta.

Pertanto, la Fondazione Valter Longo ha deciso di offrire una risposta e un supporto, non solo italiana ma anche mondiale, per intervenire sull’invecchiamento aiutando il pubblico ad adottare uno stile di vita bilanciato, longevo e sostenibile e offrendo un sostegno alla cura delle malattie.

L’intenzione è ora quella di aumentare l’impatto del proprio “Programma Longevità per tutti” dando vita a “Punti Longevità per la Terza e Quarta Età”, in particolare nelle RSA, con le tempistiche e modalità adeguate alla situazione di pandemia.

La Fondazione Valter Longo Onlus ha, di conseguenza, ideato per la terza e quarta età un percorso all’insegna della longevità sana grazie ad interventi nutrizionali e sullo stile di vita degli anziani coinvolti, garantendo così anche ulteriore supporto alle terapie standard.

Le attività create si incentrano 1) sull’assistenza nutrizionale, grazie a visite e piani nutrizionali personalizzati e dettagliati, 2) sulle attività di sensibilizzazione ed educazione dei professionisti nell’ambito sanitario impegnati nella cura degli anziani tramite corsi e webinar al fine di fornire informazioni riguardo la correlazione tra alimentazione, esercizio fisico e stile di vita; 3) sui servizi di consulenza da parte dei nutrizionisti specializzati nella Dieta della Longevità, volti a definire i programmi alimentari delle mense e il servizio ristorazione all’interno delle RSA e centri per anziani.

 

Il profondo desiderio della Fondazione, dei suoi “Punti longevità per la Terza e Quarta Etàe dei suoi partner, quali la Fondazione casa di riposo L. e A. Agostoni Onlus di Lissone, è di garantire supporto a tutti e in particolare alle categorie più vulnerabili e tragicamente colpite, anche dalla recente pandemia, quale gli anziani, al fine di offrire l’opportunità a tutti di vivere al meglio in ogni singolo momento e soprattutto in un periodo delicato quale la terza e quarta età.

 

Per maggiori informazioni riguardo la possibilità di creare un “Punto longevità per la Terza e Quarta Età” presso strutture e centri di interesse, contattare la Fondazione Valter Longo Onlus e la Direttrice Programmi Cristina Villa al seguente email [email protected].

 

Per sostenere il progetto “Punti longevità per la Terza e Quarta Età” al fine di offrire a tutti la possibilità di vivere a lungo e in salute e aprire nuovi “Punti longevità”, offri il tuo supporto e dona ora.

[inserire link a dona ora]

 

Per rimanere aggiornati riguardo le attività della Fondazione Valter Longo Onlus, visita il sito web della Fondazione www.fondazionevalterlongo.org e iscriveti alla newsletter.

Fonti

 

[i] World Health Organization/Europe. “Risk factors of ill health among older people”. https://www.euro.who.int/en/health-topics/Life-stages/healthy-ageing/data-and-statistics/risk-factors-of-ill-health-among-older-people

[ii] ISS-ISTAT. “Report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia.” 02.12.2020.  https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Report-COVID-2019_2_dicembre.pdf

[iii] ISTAT “Infografica sugli aspetti di vita degli anziani con 75 anni e più”. 27.04.2020 https://www.istat.it/it/archivio/241890

 

I webinar ONE per le scuole secondarie di secondo grado

A marzo 2021, la Fondazione ha lanciato in anteprima una serie di incontri online per il 2021-2022 intitolata “ONE – Obesità, Nutrizione, Esercizio Fisico” ed incentrata sulle tematiche di obesità e sovrappeso, disturbi del comportamento alimentare, nutrizione ed esercizio fisico. I webinar, dedicati agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, sono stati ideati con lo scopo di informare e creare un dibattito costruttivo su argomenti che hanno toccato un numero sempre maggiore di ragazzi durante la pandemia. L’iniziativa è infatti finalizzata a fornire un sostegno concreto ai ragazzi, affinché possano imparare a fare scelte alimentari e di stile di vita consapevoli, a rafforzare e proteggere il proprio organismo con l’esercizio fisico e a curare la propria salute mentale anche attraverso un rapporto equilibrato con il cibo e il proprio corpo.

I primi due incontri, intitolati “La salute prima di tutto – Ragazzi, sovrappeso e obesità” e “I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)”, si sono già svolti nel marzo 2021, durante lo scorso anno scolastico, rispettivamente in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità e della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata ai disturbi alimentari, e hanno accolto rispettivamente un totale di 600 e 1100 partecipanti tra studenti e docenti. Dato il crescente successo dei webinar realizzati nell’anno scolastico 2021 per un totale di , Fondazione Valter Longo ONLUS continua sempre più intensamente ad impegnarsi a fornire un sostegno concreto ai ragazzi ed ha organizzato ulteriori webinar per il prossimo anno scolastico.

Il primo webinar che si terrà nel nuovo anno scolastico, intitolato “Il cibo, un nostro alleato”, è stato pensato come un supporto ai ragazzi per affrontare la vita scolastica in salute e in energia e per trasformare il cibo in un vero e proprio alleato nella lotta alle malattie e, in particolare, all’obesità. Si parlerà dunque di cosa è bene mangiare durante i pasti principali e come merenda, nonché di mindful eating e creatività in cucina. Il secondo incontro, intitolato “Esercizio fisico – Lo scudo magico”, sarà invece focalizzato sull’importanza di sport ed esercizio fisico quali metodi per rafforzare il corpo e proteggerlo dalle malattie, nonché quali strumenti di empowerment personale e di socializzazione. Verranno presentati consigli pratici riguardo cosa mangiare prima e dopo l’esercizio fisico e come tenersi attivi con alcuni semplici esercizi che possono essere svolti a casa e a scuola. Il terzo incontro, “ONE – Back to school with New Year’s Resolutions”, sarà svolto in lingua inglese e riunirà ragazzi e docenti a livello internazionale a inizio 2022, per ripercorrere insieme le lezioni apprese e mettere a punto strategie della longevità relative a nutrizione ed esercizio fisico e parlare di buoni propositi per il nuovo anno. Il quarto incontro, intitolato “Nei meandri della mente – Mens sana in corpore sano” esplorerà invece il legame tra alimentazione e salute mentale, presentando dati sulla situazione italiana, discutendo le cause e le ripercussioni psicologiche di condizioni quali l’obesità e i disturbi alimentari, nonché dando spazio a testimonianze dirette e presentando utili pratiche di rilassamento. Infine, come conclusione alla serie, prevista per Maggio 2022, il seminario “Longevity Future, il 2022 e Oltre” avrà l’obiettivo di trasformare i ragazzi in veri e propri attivisti della salute, in grado di coinvolgere l’intera comunità nella direzione di una vita sana, longeva e sostenibile tramite nuovi strumenti e strategie. Inoltre, verrà presentato il “Feel Good Program”, frutto della Partnership tra Giffoni Hub e Fondazione Valter Longo con lo scopo di dare vita a nuove generazioni attive nel campo della sana longevità. L’incontro si concluderà con un video del Professor Valter Longo che manderà un messaggio finale ai ragazzi, e la distribuzione di un certificato di “Attivista per una Longevità sana e sostenibile ed amico/a della Fondazione”, simbolo dell’ingresso in una comunità che ogni giorno lavora per un futuro sano e sostenibile.

 

Avendo avuto la possibilità di verificare durante la pandemia la ricezione positiva degli incontri in modalità online, la Fondazione ha deciso di continuare l’iniziativa “ONE” a distanza, affiancandola alle ulteriori ed eventuali attività in presenza già in essere nel periodo pre-pandemia quali: seminari e workshop per studenti, docenti, staff e famiglie; servizio di consulenza nutrizionali per bar e mense; organizzazione di eventi di sensibilizzazione . I webinar svolti fino ad ora sono riusciti a conseguire con successo gli obiettivi preposti di educazione e sensibilizzazione, raggiungendo al contempo un numero di studenti più ampio di quello che sarebbe stato possibile fare in presenza. È comunque priorità della Fondazione mantenere alto il livello di interazione e coinvolgimento durante gli incontri anche in modalità online e, dunque, i ragazzi saranno chiamati a partecipare a piccole sfide che permetteranno loro di mettere in pratica le lezioni apprese, a cimentarsi in attività pratiche quali brevi sessioni di esercizi e la preparazione di ricette, nonché incoraggiati a diventare “portavoce” della salute con i loro coetanei e i loro familiari.

 

Per ulteriori informazioni e rimanere aggiornati riguardo i webinar e i programmi per le scuole, bambini, ragazzi e famiglie della Fondazione Valter Longo Onlus, visitate il sito web della Fondazione www.fondazionevalterlongo.org e iscrivetevi alla newsletter. Per informazioni maggiormente dettagliate, contattate l’Area Programmi al seguente email: [email protected]

Il cancro a digiuno: alimentazione, prevenzione e malattie

È noto da secoli che ciò che mangiamo può avere un’influenza sulla salute. “Siamo ciò che mangiamo” affermava il filosofo tedesco Feuerbach già a metà dell’Ottocento. Da allora, la ricerca e la divulgazione hanno fatto molti passi avanti ed è sempre più noto che la corretta alimentazione può aiutare a prevenire malattie come diabete, malattie cardiovascolari, autoimmuni, neurodegenerative e anche il cancro, tutte malattie accomunate dal fatto che hanno come maggior fattore di rischio l’invecchiamento.

L’alimentazione può regolare l’invecchiamento perché, a seconda di ciò che si mangia, vengono regolati alcuni fattori di crescita che possono portare proprio a maggior crescita anche di cellule malsane. Se la quantità di zuccheri e proteine che si assumono è in eccesso, il loro surplus porterà ad attivare i geni dell’invecchiamento, che faranno aumentare i livelli di IGF-1, insulina e glucosio, determinando in questo modo un invecchiamento più rapido dell’organismo, con conseguenti maggiori possibilità di ammalarsi.

Nonostante i progressi della scienza degli ultimi anni, oggi quasi una persona su due rischia di ammalarsi di tumore. La scienza, nel corso del tempo, è riuscita a ridurre il rischio di malattie mortali come quelle cardiovascolari e molte altre, ma sembra non aver avuto altrettanto successo contro il cancro. Il motivo risiede nel fatto che i tumori sono malattie complesse, mai identici tra di loro, fatti di cellule differenti, che si nutrono molto più di quelle sane, soprattutto quando attaccate dalle terapie standard.

Alimentazione in caso di malattie tumorali

Oltre a contribuire alla prevenzione delle malattie più diffuse, tra cui il cancro, l’alimentazione può entrare in campo anche nell’aiutare chi è già affetto da un tumore, migliorandone la qualità della vita. Stanchezza, nervosismo, perdita o aumento di peso per le terapie sono condizioni che influenzano, anche molto, le giornate di un paziente oncologico e di chi gli sta vicino. Consigli personalizzati e sostenibili possono contribuire a risolvere queste problematiche e rendere meno faticose le proprie giornate. In aggiunta, il paziente obeso o sovrappeso può ridurre il peso in eccesso in maniera sana, così da migliorare la prognosi e ridurre il rischio di recidive.

Alimentazione durante la chemioterapia

Argomento che si sta sempre più affermando è inoltre l’alimentazione personalizzata come sostegno alle diverse terapie farmacologiche, tra le quali si annoverano chemioterapia, immunoterapia, ormonoterapia.

Il nuovo libro del Professor Longo Il Cancro a Digiuno affronta proprio questi temi cruciali: dalla prevenzione per una vita sana e longeva all’alimentazione più appropriata a seconda del tipo di tumore (tumore al seno, alla prostata, al colon e altri). Tali studi analizzano come la nutrizione e il digiuno possano avere una fortissima efficacia non solo quale strumento di prevenzione di malattie non trasmissibili come il cancro, ma anche come interventi innovativi ed integrati alle terapie standard contro il tumore, fondando tale analisi su solide basi scientifiche incentrate sulla nutrizione, sulla biologia molecolare del tumore ed anche sulla naturale capacità del corpo umano di combattere il cancro ed altre malattie.

 

Cancro, nutrizione e digiuno

Il focus centrale del nuovo libro del Professor Longo Il Cancro a Digiuno è proprio il digiuno abbinato alle terapie antitumorali, a seguito di importanti e innovative ricerche scientifiche di base e dei recenti studi clinici sugli esseri umani e grazie anche al contributo di 20 oncologi, endocrinologi, professori di medicina, nutrizionisti ed esperti di esercizio fisico in importanti università e prestigiosi ospedali americani, italiani ed europei.

In questo ultimo libro di Valter Longo, infatti, si esamina la capacità di resistere al digiuno dei meccanismi cellulari e molecolari che risiedono nelle cellule sane, al contrario di quelle tumorali, spiegando specificatamente il potenziale di questo meccanismo.

Se sottoposte a digiuno, le cellule sane si “richiudono” in loro stesse e, per sopravvivere, utilizzano i nutrienti che derivano dal riciclo di ciò di cui non hanno bisogno: scarti, organelli vecchi, proteine degradate ed altro ancora.

Le cellule cancerogene, invece, non riescono a resistere alla mancanza di nutrienti, perché sono abituate a crescere velocemente e sono molto avide di nutrienti. Nella ricerca di cibo, non essendoci nient’altro, “mangiano” più chemioterapia.

Questo è il principio e l’ipotesi su cui si fondano gli studi di base e i primi studi clinici che si stanno svolgendo da oltre cinque anni in Italia e nel resto del mondo. Da quanto emerge da tali recenti scoperte, analizzate nel libro citato, si spiega ed evidenzia come, nonostante in passato si pensasse che il paziente oncologico dovesse mangiare di più, sia invece proprio il digiuno ad aiutare la terapia contro il cancro.

“The End of the Beginning”

A fronte delle caute perplessità degli oncologi, in particolare verso studi che evidentemente necessitano di maggior approfondimento e definizione, vi sono sempre più oncologi, medici e scienziati provenienti da alcuni dei principali centri oncologici americani, europei e italiani, che collaborano con il Professor Longo nella definizione dei meccanismi cellulari e molecolari coinvolti nel digiuno, descrivendone il potente effetto sulla terapia contro molti tipi di cancro, per ora nei topi. Per questo motivo è comprensibile il sempre maggior entusiasmo di ricercatori, persone a rischio e pazienti oncologici che vogliono prevenire e curare il cancro, anche grazie all’alimentazione, per avere una vita lunga e longeva.

I dati di trent’anni di ricerca di base e clinica, i 13 studi clinici su esseri umani condotti in questi ultimi dieci anni e i numerosi studi preclinici hanno sinora dimostrato l’efficacia della dieta mima digiuno e della Dieta della Longevità nella riduzione dei fattori di rischio dei tumori e altre malattie dell’invecchiamento, fungendo da “jolly terapeutici” a rinforzo delle tradizionali terapie anticancro, contro molti tipi di tumore. Ci vuole ancora pazienza affinché ciò possa potenzialmente avere un ruolo nel trattamento di un tumore abbinato alle terapie standard, in quanto sono necessari ancora studi randomizzati più ampi e attualmente in corso.

L’obiettivo è poter presto fornire agli oncologi strumenti e ulteriori motivazioni per seguire le terapie standard integrandole con cambiamenti sicuri e potenti nella nutrizione, in modo da diminuire gli effetti collaterali a breve e a lungo termine e uccidere le cellule tumorali per cercare di aumentare il numero di pazienti che sopravvivono e guariscono.

Un team contro il cancro

La ricerca sul cancro sta facendo passi da gigante, ma le terapie destinate ai pazienti che ne soffrono procedono molto più lentamente. Per questa ragione, fondandosi sulla ricerca del Professor Longo, le sue Fondazioni, Create Cures Foundation a Los Angeles e Fondazione Valter Longo Onlus a Milano, lavorano quotidianamente per favorire un nuovo approccio di medicina integrata alle terapie oncologiche, in cui l’oncologo è a capo di una squadra comprendente medici specializzati in medicina integrata, biologi molecolari, nutrizionisti e, quando possibile, psicologi, in modo da fornire terapie personalizzate ai pazienti, in particolare a quelli che non rispondono alle terapie standard. Lo scopo è quello di curare il tumore o bloccarne la progressione ed anche di prevenire gli effetti collaterali e i danni alle cellule, ai sistemi e agli organi sani.

Da qui è nata l’idea di creare le Longevity and Healthspan Clinic della Create Cures Foundation negli Stati Uniti (www.createcures.org) e della Fondazione Valter Longo Onlus in Italia (www.fondazionevalterlongo.org) ovvero centri specializzati nell’assistenza dei pazienti, allo scopo di completare l’approccio standard con interventi innovativi e integrati forniti di solide basi scientifiche e incentrati, come indicato in precedenza, sulla: 1) nutrizione, 2) biologia molecolare del tumore, 3) naturale capacità del corpo umano di combattere il cancro e altre patologie.

La missione delle fondazioni, attraverso dette cliniche, è di offrire a tutti la possibilità di vivere sani e a lungo. Per questa ragione offrono assistenza nutrizionale al fine di curare, prevenire o supportare le persone affette da diverse malattie, gratuita per coloro che vivono in una particolare condizione di emergenza o di disagio psichico, fisico ed economico.

I pilastri della longevità per la prevenzione dei tumori

1) Mangiate prevalentemente (ma non esclusivamente) vegano, evitando cioè il più possibile gli alimenti di origine animale, con l’aggiunta di un po’ di pesce due o tre volte a settimana. Scegliete pesce con un alto contenuto di omega 3, omega 6 e vitamina B12 (salmone, acciughe, sardine, merluzzo, orata, trota, vongole e gamberi). Fate attenzione alla qualità del pesce e scegliete quello con livelli bassi di mercurio.

2) Se avete meno di 65 anni, mantenete basso il consumo di proteine (0,8 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo). Questo significa da 40 a 47 grammi di proteine al giorno per una persona che pesa 59 chili e dai 60 ai 70 grammi per una persona che pesa da 90 a 100 chili. Come fonti principali di proteine mangiate fagioli, ceci, piselli e altri legumi, oltre a semi oleaginosi (semi di zucca, sesamo, lino), frutta a guscio (noci, mandorle, nocciole ecc.) e pesce a basso contenuto di mercurio. Oltre i 65 anni, dovreste incrementare leggermente il consumo di proteine aggiungendo maggiori quantità di pesce, uova, carne bianca e prodotti derivati del latte di capra e di pecora, per preservare la massa muscolare e aumentare l’apporto nutritivo.

3) Riducete al minimo i grassi saturi provenienti da fonti animali (carne e formaggio) e vegetali e fate lo stesso con gli zuccheri, consumando il più possibile grassi buoni e carboidrati complessi. Mangiate cereali integrali e grandi quantità di verdure (pomodori, broccoli, carote, legumi ecc.) insieme a generose dosi di olio d’oliva (almeno 3 cucchiai da tavola al giorno) e frutta a guscio, stando attenti a evitare intolleranze/allergie (a pomodori, noci, melanzane ecc.).

4) Fate in modo che la vostra alimentazione contenga molte vitamine e minerali, ma comunque assumete un integratore multivitaminico ogni 3 giorni. In teoria un’alimentazione ricca di verdure, pesce, frutta a guscio e cereali integrali è il modo ideale per assumerne, ma la maggior parte delle persone ne risultano carenti e l’uso di integratori può rivelarsi utile. Si raccomanda di prendere un multivitaminico che sia prodotto da un’azienda affidabile. Si consiglia di prenderlo ogni 2 o 3 giorni per ridurre al minimo la possibilità di effetti tossici, evitando allo stesso tempo uno stato di malnutrizione dovuto alla carenza di una particolare vitamina o minerale.

5) Tra quelli visti sopra scegliete ingredienti salutari che i vostri antenati consumavano abitualmente.

6) Sulla base del vostro peso, della vostra età e della vostra circonferenza addominale decidete se fare 2 o 3 pasti al giorno, tenendo conto anche di cosa riuscite a fare. Se siete sovrappeso o tendete a prendere peso con facilità, consumate 2 pasti al giorno: colazione e pranzo o cena, più 1 spuntino a basso contenuto di zucchero (meno di 5 grammi) e inferiore alle 100 calorie in sostituzione al pasto saltato. Se il vostro peso è già normale o se tendete a perdere peso con facilità, oppure avete più di 65 anni e il vostro peso è normale, consumate 3 pasti al giorno più 1 spuntino a basso contenuto di zucchero (da meno di 3 fino a 10 grammi) inferiore alle 100 calorie.

7) Limitate tutti i pasti a un arco temporale di 12 ore; per esempio, iniziate dopo le 8 del mattino e finite prima delle 8 di sera. Non mangiate nelle 3-4 ore prima di andare a dormire.

8) Prendete in considerazione la possibilità di sottoporvi a un numero di diete mima-digiuno che vada da 2 a 12 all’anno, a seconda delle necessità e, in caso di patologie, dietro approvazione medica.

9) Optate di preferenza per cibi biologici privi di pesticidi e di antibiotici.

10) Sono permessi un massimo di 3-5 bicchieri di vino, preferibilmente rosso, o di birra alla settimana per le persone non a rischio.

11) Praticate attività fisica.

 

Per qualsiasi domanda o preoccupazione che si possa avere riguardo la propria specifica condizione e situazione e se soffrite di qualche patologia, consultate il vostro operatore sanitario (medico e nutrizionista). Queste informazioni, infatti, sono destinate esclusivamente alla conoscenza generale e non sostituiscono la consulenza medica professionale legata a particolari condizioni mediche.

Fonti:

  • Caffa I, Spagnolo V, Vernieri C, Valdemarin F, Becherini P, Wei M, Brandhorst S, Zucal C, Driehuis E, Ferrando L, Piacente F, Tagliafico A, Cilli M, Mastracci L, Vellone VG, Piazza S, Cremonini AL, Gradaschi R, Mantero C, Passalacqua M, Ballestrero A, Zoppoli G, Cea M, Arrighi A, Odetti P, Monacelli F, Salvadori G, Cortellino S, Clevers H, De Braud F, Sukkar SG, Provenzani A, Longo VD, Nencioni A. Fasting-mimicking diet and hormone therapy induce breast cancer regression. 2020 Jul;583(7817):620-624. doi: 10.1038/s41586-020-2502-7. Epub 2020 Jul 15. Erratum in: Nature. 2020 Dec;588(7839):E33. PMID: 32669709; PMCID: PMC7881940.
  • Il Cancro a Digiuno, Valter Longo, Vallardi 2021.
  • La Dieta della Longevità, Valter Longo, Vallardi 2016.
  • de Groot S, Lugtenberg RT, Cohen D, Welters MJP, Ehsan I, Vreeswijk MPG, Smit VTHBM, de Graaf H, Heijns JB, Portielje JEA, van de Wouw AJ, Imholz ALT, Kessels LW, Vrijaldenhoven S, Baars A, Kranenbarg EM, Carpentier MD, Putter H, van der Hoeven JJM, Nortier JWR, Longo VD, Pijl H, Kroep JR; Dutch Breast Cancer Research Group (BOOG). Fasting mimicking diet as an adjunct to neoadjuvant chemotherapy for breast cancer in the multicentre randomized phase 2 DIRECT trial. Nat Commun. 2020 Jun 23;11(1):3083. doi: 10.1038/s41467-020-16138-3. PMID: 32576828; PMCID: PMC7311547.

Back to School 2021: perché è importante sensibilizzare bambini e ragazzi riguardo una longevità sana, corretta nutrizione e bilanciato stile di vita

Lunedì 13 Settembre i bambini e ragazzi di tutta Italia sono tornati a occupare i banchi di scuola. Il sentimento che prevale tra studenti, insegnanti e famiglie è la speranza che questo anno scolastico possa finalmente svolgersi in sicurezza nelle aule, spesso rimaste vuote nelle fasi più acute della pandemia di COVID-19, che ha stravolto le vite dei ragazzi.

Da un lato, la voglia di tornare a imparare, confrontarsi e socializzare è ormai incontenibile dopo più di un anno vissuto tra tante incertezze, preoccupazioni e spesso solitudine. Dall’altro, non solo gli adulti ma anche i bambini e i ragazzi hanno inevitabilmente maturato una nuova consapevolezza di quanto la salute non possa essere considerata un elemento di contorno nelle nostre vite, ma debba invece essere necessariamente protagonista della nostra quotidianità.

 

Le vite dei ragazzi torneranno a riempirsi di impegni di studio, sport e uscite con gli amici. Tuttavia, non possiamo più ignorare la necessità che anche i più giovani basino il proprio stile di vita su sane abitudini alimentari e un’adeguata dose di esercizio fisico. La longevità inizia veramente da bambini e non c’è tempo da perdere: le fondamenta di una vita lunga e sana vanno costruite a partire dagli anni della giovinezza. Spesso, è sufficiente modificare leggermente alcune delle loro abitudini quotidiane per migliorare la qualità della vita di bambini e ragazzi e avviarli a un percorso di longevità sana. La scuola è senza dubbio un luogo giusto dove iniziare a farlo, visto che qui i bambini e ragazzi non imparano solo nozioni, ma stabiliscono anche le radici del rapporto con il proprio corpo e la propria mente.

 

Per questo motivo, in occasione del rientro a scuola Fondazione Valter Longo ONLUS rinnova il suo impegno a orientare i bambini e i ragazzi verso una longevità sana, corretta alimentazione e bilanciato stile di vita a partire dall’ambiente scolastico. Le iniziative in programma per quest’anno sono varie e includono webinar a cui prenderanno parte esperti e tanti materiali e attività programmate che i docenti possono proporre autonomamente agli studenti. Le attività che la Fondazione ha in programma sono rivolte a studenti di diverse età, dalla scuola materna alle scuole primaria e secondaria.

 

L’obiettivo è offrire ai bambini e ragazzi che prenderanno parte alle iniziative della Fondazione insegnamenti e consigli pratici che, nel breve termine, permetteranno loro di mantenere un peso corporeo salutare, di rafforzare il sistema immunitario, di combattere eventuale stress o disagi causati anche dalla pandemia e, obiettivo fondamentale, di acquisire una maggiore consapevolezza nel rapporto con l’alimentazione e il proprio corpo. Se portati avanti nel lungo periodo, questi insegnamenti saranno un primo passo fondamentale nella prevenzione di patologie non trasmissibili quali cancro, diabete, malattie cardiovascolari, autoimmuni come la sclerosi multipla e neurodegenerative come l’Alzheimer.

 

Per ulteriori informazioni e rimanere aggiornati riguardo i webinar e i programmi per le scuole, bambini, ragazzi e famiglie della Fondazione Valter Longo Onlus, visitate il sito web della Fondazione www.fondazionevalterlongo.org e iscrivetevi alla newsletter. Per informazioni maggiormente dettagliate, contattate l’Area Programmi al seguente email: [email protected]

I succhi di frutta 100% naturali hanno gli stessi zuccheri di una bibita gasata

Che le bevande gasate facciano male alla salute, ormai è risaputo. Sono, infatti, molteplici gli studi scientifici che dimostrano che lo zucchero in esse contenuto porta ad aumentare il rischio di morte precoce. Una nuova ricerca svela che anche i succhi di frutta 100% al naturale contengono la stessa quantità di zuccheri di bevande zuccherate e che, quindi, se bevuti in eccesso sono ugualmente nocivi. Si tratta di un’indagine portata avanti un gruppo di ricercatori statunitensi della Emory University di Atlanta (Georgia) e della Cornell University di Ithaca (New York), che hanno messo a confronto, per la prima volta, i succhi di frutta al 100% con le bibite gasate. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Jama (maggio 2019).

ZUCCHERO DELLE BIBITE ASSOCIATO AL RISCHIO CORONARICO

Per farlo, i ricercatori hanno analizzato le abitudini alimentari, in particolare riguardo l’assunzione di bevande zuccherate e succhi di frutta, di quasi 13.440 adulti americani, con oltre 45 anni di età. Durante il periodo di osservazione di 6 anni, sono stati registrati 1.000 casi di morte per qualsiasi causa e 168 decessi per malattie coronariche. È risultato che chi ha bevuto un bicchiere grande (350 ml) di succo di frutta al giorno, ha visto aumentato del 24% il rischio di morte, rispetto a chi non ne ha bevuto affatto. Mentre per chi ha bevuto tutti i giorni bibite zuccherate il rischio di morire è aumentato “solo” dell’11%.

Studi precedenti avevano associato il consumo di molti succhi di frutta con un aumentato rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2, rispetto a chi mangia frutta intera. Come pure il consumo di zucchero e bibite zuccherate (SSBs – Sugar Sweetened Beverages) è già stato associato a dislipidemia, obesità e diabete, considerati tutti fattori di rischio per le malattie coronariche. In ogni caso, sono necessarie ulteriori indagini e a più lungo termine, per confermare quanto osservato in questo studio preliminare.

MEGLIO LA FRUTTA INTERA CHE I SUCCHI DI FRUTTA

Bibite zuccherate, bevande gasate, energy drink e gli stessi succhi di frutta al 100% sono tra i principali responsabili di obesità e problematiche cardio-vascolari. Nella maggior parte dei casi, inoltre, i succhi di frutta contengono la massima quantità di zucchero che un bambino di 4-6 anni non dovrebbe consumare nell’arco di una stessa giornata. Considerando che, però, i succhi di frutta sono ancora largamente considerati come una scelta più sana rispetto alle bevande zuccherate, ma spesso contengono la stessa quantità di zucchero e forniscono un apporto calorico pari agli SSBs. Anche se si tratta di zucchero già presente nella frutta, il nostro organismo lo metabolizza allo stesso modo dello zucchero aggiunto.

L’OMS, infatti, considera lo zucchero naturalmente contenuto nei succhi di frutta allo stesso modo degli zuccheri aggiunti nei prodotti alimentari. Ecco l’importanza di impostare campagne di comunicazione, limitazioni sul marketing e tassazione anche per i succhi di frutta al 100%, soprattutto quando i consumatori finali sono i bambini.

 

FONTI

 

Marta Guasch-Ferré, Frank B. Hu – Are Fruit Juices Just as Unhealthy as Sugar-Sweetened Beverages? – JAMA (May 2019)

Il progetto “sCoolFood. Per un futuro di tutto rispetto”: un kit per le scuole secondarie di primo e secondo grado grazie alla collaborazione con la Fondazione Monte dei Paschi.

Gli anni delle scuole secondarie di primo grado sono centrali alla transizione dei ragazzi dall’infanzia all’adolescenza, un’età critica caratterizzata da nuove emozionanti esperienze ma anche numerose sfide. Per coloro che affrontano un periodo così rilevante per lo sviluppo, la pandemia da COVID-19 ha avuto numerose conseguenze negative, ponendo ostacoli alla crescita a livello sia scolastico che sociale. Così come per i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, le statistiche suggeriscono infatti un aumento dei casi di disturbi alimentari e di ansia nei ragazzi, causati da sedentarietà, stress e ridotte risorse economiche familiari.

 

A fronte di queste problematiche, Fondazione Valter Longo ONLUS si è dedicata all’elaborazione due kit didattici, uno per le scuole secondarie di primo grado e l’altro per quelle di secondo grado, grazie alla collaborazione con la Fondazione Monte dei Paschi, che da anni sostiene l’iniziativa didattica “sCool Food. Per un futuro di tutto rispetto”, finalizzata allo sviluppo di competenze di cittadinanza globale tra i giovani studenti. In questo ambito, Fondazione Valter Longo ha proposto due kit intitolati “Nutrizione, Salute e Longevità Sana” al fine di promuovere tra gli studenti un regime alimentare più salutare e un adeguato approccio all’esercizio fisico, volti a una vita sana e longeva vissuta nel rispetto del proprio corpo e dell’ambiente.

 

Il kit per le scuole secondarie di primo grado, costituito da cinque moduli principali e cinque moduli di approfondimento, sarà presentato in un totale di dieci incontri, mediati da un docente durante l’orario scolastico. I contenuti di ogni modulo saranno basati sulla promozione di alcuni tra i “Sustainable Development Goals” stabiliti e diffusi dall’ONU a partire dal 2015, con un focus particolare sull’obiettivo “Salute e benessere”. Gli argomenti toccati dal progetto della Fondazione sono temi sensibili e popolari tra i ragazzi delle scuole medie, ma anche importanti per la loro formazione e il loro futuro. In particolare, i cinque macro argomenti trattati saranno 1) “Nutrizione, Stile di Vita e Salute”, con una generale introduzione all’importanza del condurre uno stile di vita sano e di alimentarsi correttamente, 2) “Dieta Mediterranea e Dieta della Longevità” e i principi di un regime alimentare sano, 3) “Esercizio Fisico”, focalizzandosi sull’importanza dell’attività fisica e la corretta alimentazione prima e dopo di essa, 4) “Nutrizione e Ambiente”, informando e sensibilizzando i ragazzi sull’importanza e sull’impatto di come mangiamo e viviamo sull’ambiente, e 5) “Longevità Sana”, concludendo il percorso parlando di longevità, stile di vita dei centenari e le cosiddette “Zone blu” del mondo dove vive un’alta percentuale di centenari. Il kit per le scuole secondarie di secondo grado affronta i medesimi argomenti adattandoli a un pubblico di diversa età. Entrambi i kit sono accompagnati da attività pratiche, coinvolgenti, creative ed interattive da realizzare in classe, in gruppo, per mettere direttamente in pratica gli insegnamenti ricevuti e le informazioni acquisite. Il tutto viene realizzato all’insegna del dialogo, del confronto e dell’edutainment (education + entertainment), cioè apprendere attraverso il gioco e l’intrattenimento.

 

Per ulteriori informazioni e rimanere aggiornati riguardo i programmi per le scuole, bambini, ragazzi e famiglie della Fondazione Valter Longo Onlus, visitate il sito web della Fondazione www.fondazionevalterlongo.org e iscrivetevi alla newsletter. Per informazioni maggiormente dettagliate, contattate l’Area Programmi al seguente email: [email protected]

BERE TROPPI ENERGY DRINK FA MALE AL CUORE

BERE TROPPI ENERGY DRINK FA MALE AL CUORE

Aumenta il consumo di bevande energetiche analcoliche e con esse anche i rischi per la salute cardiaca. Sempre più adolescenti, ma anche molti adulti, fanno uso di energy drink per reggere serate in discoteca o notti di studio full-immersion, oppure semplicemente per sostenere giornate impegnative. Secondo i più recenti dati europei dell’Efsa (European Food Safety Authority) 7 giovani su 10 (di età compresa tra 10 e 18 ani) e 3 adulti su 10, assumono queste bevande.

COSA SONO GLI ENERGY DRINK

Prima di entrare nel dettaglio della ricerca scientifica considerata, c’è da fare una precisazione su che cosa siano esattamente le bevande energetiche. Ovvero bibite che contengono diverse tipologie di sostanze stimolanti, come caffeina, taurina, carnitina, vitamine del gruppo B etc. Da distinguere, invece, con le bevande sportive (sport drink) che contengono solo sali minerali, senza sostanze eccitanti. Riguardo la caffeina, per esempio, l’Efsa (European Food Safety Authority) ha stabilito che il limite massimo è di 400 mg al giorno. Quantità presente in 5 tazzine di caffè espresso. Per quanto riguarda gli energy drink c’è da sapere che, in generale, una lattina da 25 cl contiene la stessa quantità di caffeina presente in un espresso.

COSA DICE LO STUDIO

Bere quasi 1 litro di energy drink, in un breve intervallo di tempo, innalza la pressione sanguigna e aumenta il rischio di alterazioni del ritmo cardiaco. A dimostrarlo è uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association (maggio 2019). Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori guidati da Sachin A. Shah – docente di pratica farmaceutica dell’University of the Pacific di Stockton in California (USA). Sono stati reclutati 34 volontari sani (di età compresa tra 18 e 40 anni), divisi in due gruppi. Al primo sono stati dati due diversi tipi di energy drink, in una quantità pari a 32 once che corrispondono a circa 95 cl (ovvero quasi 4 lattine da 25 cl), da bere nell’arco di circa 1 ora per 3 giorni consecutivi. Al secondo gruppo, invece, è stata data una bevanda placebo (contenente acqua gasata, succo di limone e altri aromi)

I partecipanti all’esperimento che hanno assunto le bevande energetiche, in quantità elevata e nel breve intervallo di tempo considerato, hanno registrato un’alterazione nella frequenza cardiaca. Nello specifico, è cambiato l’intervallo QT (che misura il tempo che i ventricoli impiegano a generare un nuovo battito cardiaco). Chi ha bevuto gli energy drink, dopo 4 ore dall’assunzione, ha visto un aumento significativo dell’intervallo QT (da 6 a 7,7 millisecondi) rispetto a chi ha bevuto la bevanda placebo. Questa condizione, come conseguenza diretta, può portare a un’alterazione del ritmo cardiaco, fino a sviluppare un’aritmia.

MEGLIO EVITARE O LIMITARE IL CONSUMO DI ENERGY DRINK

Inoltre, negli individui del gruppo che hanno bevuto i due energy drink, è stato rilevato anche un aumento della pressione sanguigna (sia sistolica sia diastolica) da 4 a 5 mm Hg. Effetto che potrebbe essere collegato in parte all’assunzione di caffeina. Rimane da considerare l’effetto degli altri stimolanti contenuti nelle bevande energetiche. In attesa di nuovi studi a riguardo, l’indicazione degli esperti è quella di evitare o limitarne il consumo. Come pure medici e operatori sanitari dovrebbero dare indicazioni in tal senso.

>>> Per ulteriori approfondimenti scientifici, legati a un corretto stile di vita e a sane abitudini alimentari, visitate il sito della FONDAZIONE VALTER LONGO, dove trovate anche diverse pubblicazioni di studi clinici.

FONTI

Sachin A. Shah et Al. – Impact of High Volume Energy Drink Consumption on Electrocardiographic and Blood Pressure Parameters: A Randomized Trial – Journal of the American Heart Association, May 2019

IL DANNO AL CERVELLO DA ALCOL PROSEGUE ANCHE IN ASTINENZA

La dipendenza da bevande alcoliche causa danni cerebrali anche dopo avere smesso di bere. È quanto dimostra un nuovo studio pubblicato su Jama Psichiatry (aprile 2019). La ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze di Alicante (Spagna) e dell’istituto Centrale di Salute Mentale di Mannheim (Germania), con l’intento di valutare l’effetto della disassuefazione da alcol sul cervello, in un gruppo di ex-alcolizzati, sottoposti a disintossicazione, monitorati nella fase di astinenza.

LE ALTERAZIONI CEREBRALI CONTINUANO UN MESE E MEZZO DOPO

Per arrivare a queste rivelazioni, nello studio sono stati arruolati due gruppi distinti di partecipanti. Un primo campione di 90 individui, uomini con età media di 46 anni, ricoverati per essere disintossicati dalla dipendenza da alcol; un secondo campione di 36 soggetti sani, sempre uomini con età media di 41 anni, ingaggiati come gruppo di controllo. I pazienti ex-alcolisti arruolati nella sperimentazione, erano monitorati durante il periodo di astinenza, poiché stavano seguendo un programma senza assunzione di alcol.

La salute cerebrale di tutti i partecipanti è stata valuta attraverso risonanza magnetica (RM). Dall’analisi incrociata delle RM, dei pazienti ex-alcolisti in astinenza e del gruppo di controllo di soggetti sani, è risultato che i danni al cervello del primo gruppo sono proseguiti per le 6 settimane successive all’assunzione dell’ultimo bicchiere. Un mese e mezzo in cui sono stati registrati ancora alterazioni a livello della sostanza bianca (l’insieme di fibre che collegano le diverse arre cerebrali). Le modificazioni più rilevanti sono state osservate nel corpo calloso – che mette in comunicazione i due emisferi – e nella fimbria – deputata alla connessione di ippocampo, nucleus accumbens e corteccia prefrontale, a loro volta strutture fondamentali per determinate funzioni cerebrali. Dove l’ippocampo è importante per la formazione dei ricordi, il nucleus accumbens è coinvolto nel sistema di ricompensa (da cui si innesca il meccanismo compulsivo di bere) e la corteccia prefrontale, deputata ai processi legati alle decisioni.

A conferma di ciò, i ricercatori hanno condotto un’indagine parallela anche sui topi. Sono stati presi in esame due gruppi di muridi con una propensione genetica al consumo di etanolo: uno dei quali è stato esposto alla sostanza, l’altro no. Gli studiosi hanno così potuto osservare i cambiamenti che avvengono a livello cerebrale prima e dopo la dipendenza da alcol. Anche in questo caso, le risonanze magnetiche sui topi dipendenti da alcol, hanno rivelato che i danni al cervello progrediscono anche nel periodo di astinenza. Anche nei topi, le lesioni cerebrali riguardano soprattutto area frontale ed emisfero destro.

L’INDAGINE CONTINUA

Si tratta del primo studio nel quale si attesta che il danno al cervello prosegue anche nel periodo successivo all’alcolismo, ovvero nella fase di astinenza. Studi precedenti, infatti, avevano dimostrato che l’assunzione eccessiva di bevande alcoliche deteriora la zona terminale dei neuroni (i dendriti), compromettendo la comunicazione tra cervello e corpo. Processo che seppur deleterio era stato dimostrato essere reversibile.

Il prossimo obiettivo dei ricercatori sta nell’identificare meglio i processi infiammatori e degenerativi a livello cerebrale che stanno alla base dei danni osservati in questo studio nella fase iniziale di astinenza di soggetti con dipendenza da alcol. Inoltre, si vuole allargare l’osservazione anche alle donne.

FONTI

Silvia De Santis et AL. – Microstructural White Matter Alterations in Men With Alcohol Use Disorder and Rats With Excessive Alcohol Consumption During Early Abstinence – JAMA Psychiatry (April 2019)

OFFERTE AL SUPERMERCATO: SPESSO I PRODOTTI MENO SALUTARI E CHE FANNO INGRASSARE

Uno studio condotto in Gran Bretagna dal Cancer Research UK rivela che circa la metà dei prodotti in offerta è piena di grassi, zucchero e sale (indicati con la sigla HFSS – High Fat, Sugar or Salt), tutte sostanze che portano a un aumento di peso. Il junk food è una vera e propria piaga, soprattutto nei paesi anglosassoni, tanto che questa indagine è stata ideata proprio per trovare nuove prove sul legame tra la promozione dei prodotti a prezzi scontati, l’acquisto di cibi e bevande meno salutari, sovrappeso e obesità nel Regno Unito.

SOTTO ACCUSA MERENDINE, SNACK DOLCI E SALATI, BIBITE GASATE

Per portare avanti questa ricerca, sono state analizzate le abitudini di 160mila famiglie inglesi. È risultato che il 30% di cibi e bevande acquistati sono in offerta speciale. Inoltre, circa il 50% di questi prodotti sono alimenti poco salutari, come merendine a base di cioccolato, bibite analcoliche zuccherate, snack salati, popcorn e patatine. Da qui la deduzione che ci sia una correlazione tra prodotti a prezzo ridotto e aumento dell’acquisto di junk food, il cui eccessivo consumo porta all’aumento del rischio di obesità.

Il report del Cancer Research UK mostra che i consumatori che hanno acquistato circa il 40-80% di prodotti scontati, hanno anche una maggiore probabilità di essere in sovrappeso. Tanto che l’obesità è risultata quasi il 30% maggiore tra gli individui facenti parte delle famiglie che hanno acquistato un maggior numero di alimenti e bevande in offerta, rispetto invece a chi non ne aveva acquistato nemmeno uno.

LA SOLUZIONE STA NEL RIDURRE LE OFFERTE SUL JUNK FOOD

Lo studio, infatti, dimostra che un utilizzo smodato di offerte promozionali per i prodotti alimentari, in Gran Bretagna, è associato a un aumento del numero di soggetti in sovrappeso, fino a portare all’obesità. Inoltre, questo aumento di acquisto di prodotti in offerta è anche associato all’acquisto di categorie alimentari ad alto contenuto di grassi, zucchero e sale (HFSS) a discapito di alimenti più sani, come frutta e verdura. È quanto afferma Peter Scarbough, professore associato del Nuffield Department of Population Health alla University of Oxford.

Ecco perché il Cancer Research UK ha invitato i governi (britannico, scozzese e gallese) ad agire, esortandoli ad adottare limitazioni su offerte e sconti dei prezzi riferiti ai prodotti meno salutari. Oltre che raccomandare anche l’introduzione di restrizioni sulle promozioni basate sulla posizione di questi prodotti che sono collocati all’ingresso, alla fine dei corridoi e alle casse di negozi e supermercati.

FONTI

Paying the price – New evidence on the link between pricepromotions, purchasing of less healthy food and drink, and overweight and obesity in Great Britain

UN’ALIMENTAZIONE SANA PREVIENE LA DEMENZA SENILE

Un’alimentazione sana e bilanciata fa bene alla nostra salute, sotto vari aspetti. Ecco perché gli scienziati, soprattutto negli ultimi anni, si stanno concentrando nello studio dei benefici di alcune diete salutari. In particolare, la Dieta Mediterranea è quella che viene indagata maggiormente, insieme ad altre. Di recente, è stato pubblicato su Neurology (marzo 2019) un nuovo studio che dimostra come regimi alimentari sani influiscono positivamente sulla funzione cognitiva, prevenendo forme di demenza senile.

TRE DIVERSI REGIMI ALIMENTARI SANI MESSI A CONFRONTO

Si tratta di un’indagine condotta, nell’arco di 30 anni, da un team di ricercatori della Queen’s University di Belfast, in Irlanda del Nord. Sono stati coinvolti oltre 2.600 individui adulti (uomini e donne), con un’età media di 25 anni, all’inizio dello studio, fino ai 45 anni, al termine dell’indagine. I partecipanti sono stati interrogati sulle loro abitudini alimentari all’inizio dello studio e, in seguito, 7 e 20 anni dopo. Gli stessi individui, poi, hanno risposto a test cognitivi altre due volte: a 50 e, poi, ancora a 55 anni d’età. I partecipanti sono stati catalogati in tre diversi gruppi di aderenza (bassa, media, alta), a seconda di quanto la loro dieta si avvicinasse a 3 differenti regimi alimentari considerati sani.

Per farlo, sono stati considerati i seguenti protocolli alimentari salutari: MedDiet (la classica Dieta Mediterranea), dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension – ideata contro l’ipertensione, come parte dello studio denominato CARDIA) e la dieta APDQS (dieta con punteggio di qualità alimentare A Priori). Nella MedDiet prevale il consumo di verdura, frutta, cereali integrali, legumi, noci, grassi insaturi, pesce grasso e olio d’oliva; mentre carne rossa, pollame e latticini ad altro contenuto di grassi sono limitati. La dieta DASH consiste in frutta, verdura, cereali integrali, legumi, latticini a basso contenuto di grassi e frutta secca, limiti sul consumo di pesce, pollame, carne rossa, grassi totali e saturi, sale e dolci. La dieta APDQS comprende frutta, verdura, legumi, latticini a basso contenuto di grassi, pesce e alcol moderato; con limiti su latticini ad altro contenuto di grassi, cibi fritti, snack salati, dolci e bibite zuccherate.

LA DIETA MEDITERRANEA RISULTA TRA LE PIÙ SANE

I risultati hanno indicato una migliore salute cognitiva con la Dieta Mediterranea e la dieta APDQS, mentre non sono stati misurati benefici rilevanti per chi aveva seguito la dieta DASH. In particolare, il gruppo con alta aderenza per la MedDiet ha mostrato il 46% in meno di probabilità di avere scarse capacità di pensiero, rispetto ai partecipanti con bassa aderenza alla dieta mediterranea. D’altro canto, gli individui con alta aderenza alla dieta APDQS hanno mostrato il 52% in meno di probabilità di avere scarse capacità di pensiero, rispetto a chi aveva scarsa aderenza alla dieta. I dati emersi, inoltre, sono stati adattati anche per fattori che sono in grado di influenzare la funzione cognitiva come attività fisica, livello di istruzione e fumo.

Non è ben chiaro il motivo per cui la dieta DASH non abbia mostrato un vantaggio cognitivo. Un’ipotesi è che la dieta DASH non prenda in considerazione l’assunzione moderata di alcol come parte del regime alimentare, rispetto alle altre due diete. È, quindi, probabile che il consumo moderato di alcol, integrato a una dieta sana, possa essere un fattore importante per la salute cerebrale di mezza età. Gli esperti dichiarano che sono necessari ulteriori approfondimenti scientifici, attraverso nuove ricerche, per identificare le giuste combinazioni di alimenti e sostanze nutritive che favoriscono e sostengono la funzione cognitiva. Anche se non conosciamo il modello dietetico ideale per la salute del cervello, seguire una dieta sana per il cuore può essere un modo efficace per diminuire il rischio di sviluppare problematiche cognitive, legate a pensiero e memoria, mentre invecchiamo, come prevenzione all’insorgenza di demenze senili.

>>> Per ulteriori approfondimenti scientifici, legati a un corretto stile di vita e a sane abitudini alimentari, visitate il sito della FONDAZIONE VALTER LONGO, dove trovate anche diverse pubblicazioni di studi clinici.

FONTI

Claire T. McEvoy, Tina Hoang, Stephen Sidney, Lyn M. Steffen, David R. Jacobs, James M. Shikany, John T. Wilkins, Kristine Yaffe – Dietary patterns during adulthood and cognitive performance in midlife – Neurology (March 2019)