“PUNTI LONGEVITÀ PER LE PERSONE CON DISABILITÀ”

Fondazione Valter Longo Onlus e Cooperativa Sociale Onlus Punto d’Incontro

L’inclusione e la diffusione di una longevità sana in tutte le fasce della popolazione, in particolare quelle che necessitano di supporto quali le persone con disabilità, sono fattori importanti che danno vita alle attività della Fondazione Valter Longo Onlus e permeano la sua missione. Per questo motivo la Fondazione ha dato vita a un progetto in collaborazione con la Cooperativa Sociale Onlus Punto d’Incontro nell’Area della Città Metropolitana di Milano. La Cooperativa progetta, realizza e gestisce servizi e interventi socioeducativi, socioassistenziali e sociosanitari per circa 300 persone con disabilità psichica, fisica e sensoriale grazie a circa 250 operatori in oltre 10 centri, tra cui Residenze Sanitarie per Disabili, Comunità Alloggio, Centri Socio Educativi e Centri Diurni. Lo scopo della collaborazione tra la Fondazione e la Cooperativa e del progetto è quello di offrire sostegno e assistenza riguardo uno stile di vita sano e abitudini alimentari bilanciate per far sì che tutti, senza discriminazionE alcuna, possano vivere una vita lunga e in salute.

Conoscere la disabilità
Il concetto di disabilità è ampio. La “Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità” adottata nel 2006 e ratificata nel 2016 da 168 Paesi Membri delle Nazioni Unite, indica che per persone con disabilità si intendono “coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di uguaglianza con gli altri.” Questa convenzione è il primo trattato completo del ventunesimo secolo riguardante i diritti umani, il cui messaggio principale è che le persone con disabilità hanno diritto a tutti i diritti umani e a tutte le libertà fondamentali, senza nessun tipo di discriminazione.

La disabilità nel mondo
Come indica l’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS), quasi tutti giungono a sperimentare una condizione di disabilità temporanea o permanente nel corso della propria vita. Oltre un miliardo di persone, circa il 15% della popolazione mondiale, vive la propria esistenza con qualche forma di disabilità e il numero è in crescita in seguito a un incremento di patologie croniche (quali ad esempio il diabete e malattie cardiovascolari) e di una popolazione che invecchia sempre più (WHO, “Disability and Health”. 1 December 2020). Nell’Unione europea vivono circa 135 milioni di persone con disabilità (WHO- Regional Office for Europe, “Disability”).

Secondo il più recente rapporto ISTAT “Conoscere la disabilità” (03.12.2019), in Italia le persone che, a causa di problemi di salute, soffrono di gravi limitazioni che non gli permettono di svolgere attività abituali e si trovano in una condizione di disabilità sono il 5,2% della popolazione, circa 3 milioni e 100 mila, tra i quali troviamo 1 milione e mezzo di ultra settantacinquenni. Il quadro epidemiologico delle persone in Italia con limitazioni gravi è sensibilmente peggiore di quello del resto della popolazione. Infatti, il 61% riferisce di trovarsi in cattive condizioni di salute.

La disabilità e la salute
Come indica dettagliatamente l’OMS nel suo “Report sulla disabilità” del 2017, le persone con disabilità non solo hanno inferiori possibilità di ricevere un’adeguata istruzione e di avere opportunità di lavoro, ma hanno maggiori probabilità di vivere in povertà e in condizioni di salute precarie. Infatti, gli individui affetti da disabilità sono ad alto rischio di sviluppare condizioni critiche definite “secondarie” quali la depressione, molto comune tra di loro, oppure dolore costante diffuso tra chi soffre, ad esempio, di paralisi celebrale o spina bifida. In aggiunta, corrono gli stessi rischi della popolazione in generale di essere affetti con problemi di salute quali influenza o polmonite e un più alto rischio di essere colpiti da malattie croniche, che tendono ad apparire prima e che sono accentuate da comportamenti non salutari quali l’inattività fisica. Ad esempio, la prevalenza del diabete in persone che soffrono di schizofrenia è circa del 15% contro il 2-3% della popolazione in generale.

Un ulteriore elemento riguarda un invecchiamento precoce legato ad alcune tipologie di disabilità. Certi soggetti mostrano segni di invecchiamento già all’età di 40 e 50 anni e la presenza di malattie croniche ad esso collegate. Per esempio, le persone con la sindrome di Down hanno una probabilità maggiore di soffrire di Alzheimer rispetto alla popolazione in generale, mentre coloro che sono affetti da disturbi mentali corrono un più alto rischio di sviluppare demenza. In aggiunta, il processo di invecchiamento e le sue conseguenze, ad esempio osteoporosi e mancanza di forza e di equilibrio, hanno un più grande impatto sulle persone che presentano già disabilità.

Gli individui con disabilità mostrano comportamenti ed abitudini che possono mettere la salute a rischio. Per esempio, il Behavioural Risk Factor Surveillance System statunitense del 2001 e 2003 ha osservato come hanno una più alta probabilità di essere fisicamente inattivi, di fumare e di soffrire di obesità. Il 20% dei ragazzi tra i 10 e i 17 anni con particolari esigenze legate alla salute sono obesi, se paragonati al 15% dei ragazzi della stessa età e senza alcuna esigenza particolare relativa alla salute (Center for Disease Control and Prevention. “People With Certain Medical Conditions”. December 23, 2020).

Infine, le persone con disabilità, sempre secondo il report dell’OMS, sono maggiormenti soggette a ferite e lesioni non intenzionali quali bruciature, incidenti stradali, cadute, oltre a un superiore rischio di morte prematura che varia in base alla tipologia di disabilità. Ad esempio, gli individui colpiti da schizofrenia e depressione mostrano una più alta probabilità, rispettivamente 2.7 e 1.7, di morte prematura.

Se guardiamo nello specifico alla pandemia COVID-19, gli individui con disabilità corrono un rischio maggiore di contrarre il virus per una serie di cause quali: 1) i limiti nell’implementare essenziali misure igieniche quali lavarsi le mani (per esempio alcuni di loro non hanno l’abilità di sfregarsi le mani o di raggiungere il lavandino, ecc.); 2) impossibilità di mettere in atto il distanziamento sociale dovuta alla loro condizione o in quanto vivono in istituti; 3) esigenza di contatto fisico quale strumento di supporto o per ottenere informazioni (questo per esempio per coloro che soffrono di limitazioni visive); 4) limitato accesso alle informazioni relative alla salute pubblica.
Inoltre, se contraggono il virus, si ha una maggiore probabilità di svilupparne forme severe e di mettere in pericolo la propria esistenza in quanto: 1) vi sono barriere nell’accedere ai servizi sanitari; 2) esistono condizioni di salute pre-esistenti che possono aggravare la situazione (per esempio obesità, ipertensione, diabete) (WHO,“Disability Consideratios During the COVID-19 Outbreak”). Ad esempio, l’obesità, di cui una parte delle persone con disabilità soffre, è considerata uno dei fattori di rischio per il COVID-19 come osserva una metanalisi pubblicata nell’ Obesity Reviews e che indica come gli adulti obesi corrano un rischio 113% maggiore di essere ospedalizzati e il 48% di morte rispetto ad adulti normopeso o sovrappeso (Popkin Barry M. et al. “Individuals with Obesity and COVID‐19: 26 August 2020). In aggiunta, la Sindrome di Down assieme all’obesità è anche un fattore di rischio di ospedalizzazione e morte dovuta al COVID-19 (Center for Disease Control and Prevention. “People With Certain Medical Conditions”. December 23, 2020),

I Punti longevità per le persone con disabilità 

Come ampiamente dimostrato dalla ricerca scientifica nell’ambito della longevità, dell’invecchiamento e anche della prevenzione delle malattie, uno stile di vita bilanciato e e un’alimentazione sana permettono non solo di prevenire l’insorgere di patologie non trasmissibili (cancro, diabete, obesità, patologie cardiovascolari, autoimmuni come la sclerosi multipla e neurodegenerative quali l’Alzheimer), ma anche di vivere un’esistenza all’insegna della salute e dello stare bene nel presente e futuro per tutti e in particolare per persone con disabilità come ampiamente dimostrato dai dati scientifici.

Per offrire il proprio contributo e mettere a disposizione le proprie profonde conoscenze scientifiche, la Fondazione Valter Longo Onlus si dedica alla creazione di programmi di assistenza nutrizionale, sensibilizzazione ed educazione per gli operatori nei CDD (Centri Diurni Disabili), nei CSE (Centri Socio Educativi) e nelle RSD (Residenza Sanitaria Disabili) e nelle Comunità Alloggio al fine di far sì che tutti abbiano la possibilità di vivere una vita lunga e sana.

La Fondazione Valter Longo Onlus organizza le seguenti attività grazie al supporto e collaborazione di importanti partner attivi e radicati sul territorio quali la Cooperativa Sociale Punto d’Incontro :

  • Assistenza nutrizionale personalizzata per gli ospiti nei CDD, nei CSE, nelle RSD nelle Comunità Alloggio. Il supporto e le visite nutrizionali sono adattati ed adeguati alle esigenze e situazione dei singoli pazienti (gusti, preferenze, abitudini, patologie, ecc.) e comprensivi di un piano nutrizionale dettagliato.

 

  • Attività di sensibilizzazione ed educazione riguardo la nutrizione, l’esercizio fisico e lo stile di vita, in particolare grazie alla creazione di corsi/webinar/incontri/eventi online o frontali, per professionisti nell’ambito sanitario e per gli operatori che lavorano nei suddetti centri.

 

  • Servizio di consulenza da parte dei nutrizionisti specializzati per definire i programmi alimentari delle mense e del servizio ristorazione dei CDD, CSE, RSD e per consigliare la migliore scelta delle forniture legate ai distributori di cibo e bevande, nel rispetto dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) per la ristorazione collettiva, oltre che organizzare eventi formativi per chi si occupa del servizio mensa e della fornitura di prodotti per i suddetti centri.

Come osserva la Direttrice dei Programmi della Fondazione Valter Longo Onlus, Cristina Villa: “Gli obiettivi sono di molteplici quali: 1) portare un positivo cambiamento della qualità e dello stile di vita degli ospiti di centri, residenze e comunità grazie ad interventi riguardanti l’alimentazione e lo stile di vita, prestando attenzione anche all’esercizio fisico, ed anche tramite attività ed eventi dedicati alla sensibilizzazione ed educazione; 2) offrire terapie di sostegno a quelle standard per far sì che anche gli ospiti che soffrono di determinati tipi di patologie possano ottenere un ulteriore supporto; 3) formare ed educare gli operatori al fine di favorire una cultura della salute, longevità sana e prevenzione delle malattie, fortemente fondata su dati scientifici.”

Per scoprire di più sui Progetti della Fondazione puoi contattare l’area progetti scrivendo una mail a [email protected]

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FONTI
United Nations, “The Convention on the Rights of Persons with Disabilities (CRPD)”. Consultato in data 19.01.2021. https://www.un.org/development/desa/disabilities/convention-on-the-rights-of-persons-with-disabilities.html

World Health Organization (1 December 2020) “Disability and Health”. Consultato in data 19.01.2021. https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/disability-and-health

World Health Organization- Regional Office for Europe, “Disability”. 19.01.2021. https://www.euro.who.int/en/health-topics/Life-stages/disability-and-rehabilitation/areas-of-work/disability#:~:text=In%20Member%20States%20of%20the,Region%20live%20with%20a%20disability

ISTAT (3 Decembre 2019). “Conoscere la disabilità”. Consultato in data 19.01.2021. https://www.istat.it/it/archivio/236301

Center for Disease Control and Prevention (December 23, 2020). “People With Certain Medical Conditions”. Consultato in data 19.01.2021. https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/need-extra-precautions/people-with-medical-conditions.html

World Health Organization (2020).“Disability Consideratios During the COVID-19 Outbreak”. Consultato in data 19.01.2021. file:///Users/cristinavilla/Downloads/WHO-2019-nCov-Disability-2020.1-eng.pdf

Popkin Barry M. et al. “Individuals with Obesity and COVID‐19: A Global Perspective on the Epidemiology and Biological Relationships”. Obesity Reviews. First published: 26 August 2020. https://doi.org/10.1111/obr.13128

Popkin Barry M. et al. “Individuals with Obesity and COVID‐19: A Global Perspective on the Epidemiology and Biological Relationships”. Obesity Reviews. First published: 26 August 2020. https://doi.org/10.1111/obr.13128

PUNTI LONGEVITÀ PER I CENTRI ANTIVIOLENZA

Fondazione Valter Longo Onlus e CADMI a supporto delle donne vittime di violenza

Fondazione Valter Longo Onlus, in collaborazione con CADMI – Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate, il primo Centro Antiviolenza nato in Italia nel 1986 (parte di Unione Donne in Italia -UDI- e dell’Associazione Nazionale D.i.Re “Donne in Rete contro la violenza), ha dato vita al progetto “Punti Longevità per i Centri Antiviolenza” all’interno del centro di accoglienza Cadmi.
Lo scopo di questa iniziativa è quello di offrire un ulteriore supporto ed assistenza nutrizionale gratuita, oltre ai dettagliati servizi già offerti da Cadmi, a donne vittime di violenza e in una situazione di difficoltà e fragilità sia fisica che psicologica per iniziare con loro un graduale miglioramento della qualità e dello stile di vita e indirizzarle a un percorso all’insegna della salute, del benessere e di una longevità sana e sostenibile per se stesse e l’ambiente che le circonda. Si tratta di un progetto nato in seguito a una forte esigenza sociale, esasperata dall’emergenza COVID-19 tanto che anche la Nazioni Unite hanno recentemente definito questo fenomeno una vera e propria “Shadow Pandemic” (Pandemia nell’ombra o Pandemia nascosta), e che trae ispirazione dalla Convenzione di Istanbul del 2011, organizzata dal Concilio d’Europa e dedicata alla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne.

I dati della violenza contro le donne prima e durante la pandemia COVID-19
La violenza contro le donne è un fenomeno ampio e diffuso, come indica l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel suo Evidence Brief del 2019, che riprende la prima revisione sistematica e la sintesi riguardo i dati scientifici relativi alla violenza (fisica, sessuale, riproduttiva e mentale) sulle donne e realizzata dall’OMS in collaborazione con la London School of Hygiene and Tropical Medicine e il South African Medical Research Council nel 2013. In tutto il mondo:
circa il 35% delle donne, 1 donna su 3, ha subito una qualche forma di violenza fisica e/o sessuale;
circa il 30% delle donne, un terzo al mondo, è stata vittima di violenza da parte del partner;
il 38% dei femminicidi è compiuto dai partner;
il 7% delle donne è stata oggetto di aggressione sessuale;
le donne che hanno subito un abuso fisico e sessuale presentano una maggiore probabilità di soffrire di gravi problemi di salute (depressione, HIV, aborti), ad esempio hanno una probabilità più alta di essere soggette a depressione ed ansia (2.6 volte maggiore) e di disturbi legati all’abuso di bevande alcoliche (2.3 volte maggiore).

Anche in Italia la situazione è grave:
Il report ISTAT pubblicato nel 2015 segnala che nella penisola italiana il 31,5% delle donne fra i 16 e i 70 anni ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita e le forme più gravi di violenza sono state esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner.
Il Rapporto Istat 2018 sulle vittime di omicidi osserva come il 54,9% degli omicidi di donne sono stati commessi da un partner o ex partner, il 24,8% da parenti, l’1,5% dei casi da una persona conosciuta (amici, colleghi, ecc.).

La pandemia Covid-19, il lockdown, la convivenza forzata, lo stress, i problemi economici e l’eventuale perdita del lavoro hanno intensificato la criticità del problema, come si osserva nel report dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 30 luglio 2020 e in quello del suo ente United Nation Women. L’80% delle nazioni al mondo ha visto un aumento delle chiamate alle helpline, il 50% delle nazioni un incremento delle chiamate e denunce alla polizia, oltre a un aumento generale delle richieste di aiuto ai centri medico-sanitari nella maggior parte dei paesi.
In Italia, l’ISTAT ha analizzato il numero delle chiamate al numero antiviolenza 1522, sia telefoniche sia via chat, nel periodo compreso tra marzo e giugno 2020 ed è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo nel 2019 (+119,6%), passando da 6.956 a 15.280. Come viene giustamente indicato, questo incremento non è attribuibile necessariamente solo a maggiore violenza ma anche alle campagne di sensibilizzazione. Tuttavia, risulta doveroso sottolineare come i dati raccolti negli ultimi anni non siano sufficienti a trarre conclusioni anche perché il fenomeno è in gran parte ancora sommerso.

La violenza, le sue conseguenze, l’alimentazione
Come indica l’Organizzazione mondiale della sanità nel suo report, la violenza ha un forte impatto sulla salute fisica e mentale e anche sulla longevità delle donne in questione e, sfortunatamente, spesso anche su quella dei loro figli. Ad esempio, una recente revisione di diciassette studi ha mostrato che le donne in gravidanza che subiscono violenza da parte del partner, sia essa fisica che psicologica, possono avere circa 3 volte più probabilità di subire la morte del feto rispetto alle donne che non subiscono violenza.
In aggiunta, diversi feedback del settore hanno dichiarato che esiste una diversa e recente forma di violenza e manipolazione, protratta attraverso il cibo e che potremmo definire “alimentare”: in molti casi, il partner fa uso del cibo come metodo di controllo della donna, attraverso l’applicazione di lucchetti sulle dispense alimentari o l’adozione di tecniche manipolative che utilizzano il cibo come elemento di premiazione, che hanno quindi come conseguenza una cattiva salute mentale. Questa condizione estremamente destabilizzante (la non sicurezza alimentare, la preoccupazione persistente del cibo, la mancata possibilità di avere accesso fisico, sociale ed economico ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti) non permette a molte donne di condurre una vita attiva e sana. L’importanza dell’alimentazione è quindi provata, quale necessità umana fondamentale che, se soggetta a divieti o abusi, crea meccanismi psicologici, oltre che fisici, di squilibrio.
Di conseguenza, è comprensibile come, nel cammino di ricostruzione di donne psicologicamente provate nel centro della loro umanità e personalità, sia necessario partire anche da elementi fondamentali come il cibo, quale fonte di “conforto” fisico e mentale, e anche quale elemento di socialità per ricostruire un’esistenza spesso smossa dalle fondamenta. La nutrizione può essere, infatti, un fattore importante in un periodo di transizione. La disponibilità di cibo nutriente, l’informazione sull’alimentazione più indicata a seconda della persona e della specifica condizione fisio-patologica, così come tutto ciò che gravita intorno al cibo, e quindi anche l’aspetto ludico e sociale, sono tutti aspetti che possono supportare la donna che ha subito un trauma, sia nell’immediato che nell’ottica di reinserimento sicuro nelle attività quotidiane.
Il CADMI ha inoltre potuto osservare che le donne, verso la fine del percorso di uscita dalla situazione di violenza o subito dopo aver completato il loro cammino, possono vivere momenti di sconforto e l’alimentazione diventa in questi casi scorretta e malsana. Non solo la nutrizione gioca un ruolo importante nella regolazione ormonale del nostro corpo, ma può diventare anche un elemento di sicurezza e confort per le donne che affrontano questi momenti. Di conseguenza, un supporto anche nutrizionale può essere un importante complemento in un percorso di riavvicinamento a un’esistenza sana e protetta.

“È quindi comprensibile che progetti come i “Punti di Longevità per i Centri Antiviolenza” possano portare benefici alle donne vittime di violenza e contestualmente alle loro famiglie.
Lo scopo è quello di offrire un ulteriore e complementare percorso affiancato ai programmi di supporto ed assistenza del CADMI per raggiungere il benessere sia fisico che mentale, essenziali per un’esistenza sia sana che serena, spesso negata a molte donne. L’adesione al progetto da parte della Fondazione testimonia come percorsi di assistenza e di empowerment nutrizionale possano essere forme innovative di cura e rafforzamento per le donne ed essere elementi importanti sul territorio per supportare coloro che hanno subito varie forme di violenza.
Come emerge anche dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite inclusi nell’Agenda 2030, la salute è un diritto essenziale. Difendere questo diritto, partendo da un fattore fondamentale quale una corretta alimentazione, in particolare delle donne vittime di violenza, è una sfida importante da cogliere. ” – ha dichiarato Cristina Villa, Direttrice dei Programmi di Fondazione Valter Longo Onlus che dal 2017 opera in Italia per dare assistenza nutrizionale a pazienti svantaggiati e realizzare progetti di educazione alimentare nelle scuole.

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FONTI CITATE

    Council of Europe. “Convention on Preventing and Combating Violence Against Women and Domestic Violence- Istanbul Convention”. 2011 https://rm.coe.int/168046e60a
    World Health Organization. “Violence Against Women. Intimate Partner and Sexual Violence Against Women – Evidence Brief.” November, 12th, 2019. https://www.who.int/reproductivehealth/publications/vaw-evidence-brief/en/
    WHO, LSHTM, SAMRC. “Global and Regional Estimates for Violence Against Women: Prevalence and Health Burden of Intimate Partner Violence and Non-partner Sexual Violence.” Geneva: WHO, 2013. https://www.who.int/publications/i/item/9789241564625
    Maria Giuseppina Muratore. “La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia.” Report ISTAT 2015. https://www.istat.it/it/archivio/161716
    ISTAT. “Le vittime di omicidio anno 2018”. 2019. https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/omicidi-di-donne
    United Nations. “Intensification of Efforts to Eliminate All forms of Violence Against Women and Girls. Report of the Secretary-General”. July 30th, 2020. https://undocs.org/en/A/75/274
    https://www.unwomen.org/-/media/headquarters/attachments/sections/library/publications/2020/impact-of-covid-19-on-violence-against-women-and-girls-and-service-provision-en.pdf?la=en&vs=0
    UN Women. “Impact of COVID-19 on Violence Against Women and Girls and Service Provision: UN Women Rapid Assessment and Findings.” 2020. https://www.unwomen.org/-/media/headquarters/attachments/sections/library/publications/2020/impact-of-covid-19-on-violence-against-women-and-girls-and-service-provision-en.pdf?la=en&vs=0
    ISTAT. “Il numero di pubblica utilità 1522 durante la pandemia (periodo marzo-giugno 2020)” https://www.istat.it/it/archivio/246557
    Guadalupe Pastor-Moreno et al. “Intimante Partner Violence During Pregnancy and Risk of Fetal and Neonatal Death”. Augut 5th, 2019. https://www.ajog.org/article/S0002-9378(19)30957-3/
    FAO. “World Food Summary”, Roma, 1966. http://www.fao.org/wfs/homepage.htm
    Lako A.M Danielle et al. “The Effectiveness of Critical Time Intervention for Abused Women Leaving Women’s Shelter”. International Journal of Public Health. 2018. https://link.springer.com/article/10.1007%2Fs00038-017-1067-1

MENÙ PER IL NUOVO ANNO

Romina Inès Cervigni firma il primo menù della longevità del 2021

Le feste natalizie si sono appena concluse e, sebbene quest’anno siano state necessariamente ridimensionate, di sicuro non hanno mancato di sortire in alcuni di noi sensi di colpa legati agli abbondanti pasti. A volte, insieme al senso di colpa, di natura psicologica, avvertiamo anche segni tangibili dei nostri eccessi: spossatezza, bocca amara, mal di testa.
A questo, va aggiunto che spesso a inizio anno abbiamo dei buoni propositi che vogliamo realizzare durante il nuovo anno e, infatti, non a caso si dice “Anno nuovo, vita nuova!”.

Non soffermiamoci quindi sull’idea ormai superata che per rimediare a un pasto abbondante si debba rinunciare a questo o quel cibo o si debba introdurre un qualche alimento o integratore miracoloso. Come noto ai nutrizionisti, il problema non è quello che succede tra Natale e Capodanno, ma tra Capodanno e il Natale successivo, indicando che non sarà quella determinata eccezione alimentare a darci dei problemi, ma gli sbagli e gli eccessi ripetuti durante tutto l’anno.
A tal proposito Romina Inès Cervigni, biologa nutrizionista e responsabile scientifico della Fondazione, propone alcuni semplici consigli per iniziare in maniera sana il nuovo anno e, a seguire, il primo un menù del 2021 per metterli subito in pratica!
Non bisogna demonizzare nessun macronutriente: proteine, carboidrati e grassi servono tutti allo stesso modo! Dobbiamo mangiarli nei giusti limiti e stare attenti alla qualità. I carboidrati devono essere soprattutto complessi come quelli che si trovano nei cereali integrali, nei legumi e nelle verdure.
Le proteine devono essere per lo più di origine vegetale come quelle dei legumi, ma anche di origine animale come quelle del pesce.
Anche i tanto temuti grassi sono indispensabili, ma scegliamo quelli cosiddetti “buoni” per la nostra salute: olio extra vergine di oliva, noci e altra frutta secca, semi e pesce grasso come salmone, alici e acciughe.
Farci seguire da un nutrizionista esperto è sempre utile perché ci guiderà nelle scelte sane e bilanciate, educandoci a non demonizzare questo o quell’alimento e a vivere un rapporto sereno con il cibo.

Cerchiamo di mangiare lentamente, senza abbuffarci.
Ascoltiamo il nostro corpo e cerchiamo di avvertire le sensazioni di fame e sazietà: mangiamo quando abbiamo fame e smettiamo quando siamo sazi.
L’idratazione è fondamentale per depurarci dalle tossine e per controllare il peso, oltre che per tutte le funzioni biochimiche del nostro corpo che, ricordiamo, è composto (o dovrebbe esserlo) per il 70% da acqua. L’ideale sarebbe bere circa 2 litri d’acqua al giorno.
Miglioriamo il nostro metabolismo. Corsi di fitness online, cyclette, flessioni e addominali sul tappetino, salto della corda o corsa al parco sono tutte ottime opzioni da scegliere secondo le nostre possibilità. Non dimentichiamoci però anche di tutte quelle attività cosiddette “non programmate” che ci permettono in ogni caso di muoverci: apparecchiare e sparecchiare, fare le pulizie di casa, scegliere di fare le scale (anche se sono tante e anche se sono in salita) e fare una passeggiata.

Abituiamoci a bilanciare i pasti: non è necessario evitare i carboidrati a cena o mangiare scondito, giusto per riportare alcuni dubbi comuni, ma l’importante è avere un’alimentazione bilanciata nell’arco della giornata o comunque nell’arco della settimana. Ricordiamoci di mangiare ogni giorno cereali integrali, proteine da legumi o da pesce, tante fibre dalle verdure, condendo con dell’olio extra vergine di oliva di qualità.
Una regola al giorno. Se non seguite già queste indicazioni, cercate di introdurle nella vostra quotidianità, anche una al giorno. Nell’arco di una settimana, sarete pronti per il vostro percorso verso una sana longevità!
E ora un esempio giornaliero di menù della longevità del nuovo anno.

COLAZIONE

(ricordati di iniziarla dopo 12 ore dalla fine della cena!)

1 caffè o tè
1 bicchiere di latte vegetale senza zuccheri aggiunti e fortificato con calcio e vitamina D
2 fettine di pane integrale tostato con un velo di crema alle nocciole al 100% e un cucchiaino di miele.
Valore nutritivo: l’abbinamento di carboidrati e zuccheri con una fonte di grassi permette di abbassare l’indice glicemico, così come la tostatura del pane, in modo da avere la giusta energia durante tutta la mattina.

PRANZO

(se non siete abituati a bere, approfittate del pasto per bere almeno un paio di bicchieri d’acqua, anche a inizio pasto!)

Ingredienti

Vellutata di broccoli con crostini
1 o 2 teste di broccoli
1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
Cipolla, prezzemolo, peperoncino, sale e pepe a piacere
Un cucchiaio di crostini
1 cucchiaino di semi di zucca o di sesamo

Preparazione

Mondate e fate a pezzi i broccoli. Lessateli in abbondante acqua leggermente salata. Scolate senza gettare l’acqua di cottura. Unite l’olio, il peperoncino, la cipolla tritata, il prezzemolo, il sale e il pepe. Mescolate bene e, raggiunta la consistenza desiderata ed eventualmente aggiungendo un po’ dell’acqua di cottura, passate con il frullatore a immersione. Servite cospargendo di crostini e, se piacciono, semi di zucca o di sesamo.
Contorno: Insalata mista di finocchi tagliati a fettine sottilissime con il pela patate, conditi con olio e limone o aceto balsamico. Accompagnate con una fettina di pane integrale.
Valore nutritivo: il broccolo, così come gli altri rappresentanti della grande famiglia dei cavoli, si ritiene un antitumorale, grazie alla presenza di betacarotene. È inoltre una ottima fonte di vitamina C e acido folico, così come il finocchio crudo. Quest’ultimo inoltre è diuretico e aiuta la digestione.

SPUNTINO

Una coppetta di frutti misti di bosco con una tisana al nostro gusto preferito, non dolcificata.
Valore nutritivo: i frutti rossi sono ricchi di proprietà, tra le quali quelle depurative utili contro le infezioni delle vie urinarie. La tisana contribuirà a idratarci.

CENA

Ingredienti

Pasta con sgombro, olive, capperi e pomodoro
40 g di pasta (ad esempio spaghetti o trofie)
80 g di sgombro
150 g di pomodori pelati
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
20 g di olive
20 g di capperi
Aglio, prezzemolo, sale e pepe a piacere

Preparazione

Portate a ebollizione abbondante acqua leggermente salata e lessate la pasta. Nel frattempo, in un tegame con una certa capacità unite lo sgombro, le olive, i capperi e l’acqua, i pomodori e l’aglio. Fate cuocere e, quando la pasta è pronta, unitela al condimento. Aggiungete l’olio e mescolate bene. Fate riposare per qualche minuto, guarnite con il prezzemolo fresco e servite.
Contorno: 2-3 carciofi lessati e conditi con olio e limone, accompagnati da una fettina di pane integrale.
Dessert: 25 g di mandorle e 100 g di uva, oppure 20 g di uvetta.
Valore nutritivo: Contrariamente a quanto spesso si sente, la pasta è un ottimo alimento da consumare a cena (nelle giuste quantità e con il giusto condimento) in quanto si digerisce piuttosto facilmente e non compromette il sonno. L’abbinamento della pasta, ricca di amido, con fonti di proteine, di grassi e di fibre, permette di abbassare l’indice glicemico. Preferite la cottura della pasta al dent, per facilitarne la digestione e preservare le vitamine del gruppo B.

In base alla nostra situazione ci potrebbero essere dei consigli più specifici, per cui è sempre meglio essere seguiti da un nutrizionista per poter avere le giuste indicazioni.

LA RIVOLUZIONE DELLA LONGEVITÀ

Il motivo principale per seguire una dieta sana è vivere a lungo e in salute, non tanto quello di dimagrire. Ai giorni nostri, “passare a miglior vita” sani e senza ammalarsi sembra quasi un’utopia. Se però prendiamo in considerazione di alimentarci in modo equilibrato e seguire uno stile di vita assennato, possiamo assicurarci una prospettiva vita lunga e priva di malattie. Lo conferma anche la scienza, attraverso diverse ricerche scientifiche in vari ambiti: medicina preventiva, geriatria e biogerontologia. Certo, avere i geni giusti aiuta, ma non basta. Alimentarsi secondo i principi della “Dieta della Longevità” e seguire periodicamente la Dieta Mima-Digiuno, migliora la salute e può anche allungare la vita. Una vera e propria “rivoluzione” della longevità, messa in atto e avviata dal Professor Valter Longo.

Se vogliamo arrivare in salute fino a 100, possiamo agire attraverso l’alimentazione. La dieta seguita, infatti, è il fattore principale ed è anche quello più facilmente controllabile da parte nostra. La Dieta Mediterranea è uno tra i migliori regimi alimentari al mondo. In Italia abbiamo avuto due esempi virtuosi: Salvatore Caruso, il nonnino ragioniere di Molochio (Reggio Calabria), vissuto fino a 110 anni, ed Emma Morano, la nonnina di Verbania sul Lago Maggiore, fino a 117 anni, ultima vivente nata prima del 1900.

CHI SONO GLI ESPERTI DI LONGEVITÀ
Poiché tutti ci alimentiamo, molti pensano di essere esperti di nutrizione e snocciolano consigli a destra e a manca, senza neanche essersi informati sull’argomento, tanto meno essere nutrizionisti o medici. In generale, non si sa nemmeno cosa significhi mangiare “nella giusta misura”. Ovvero, la maggior parte delle persone, non conosce il contenuto nutrizionale degli alimenti, né tantomeno il fabbisogno nutritivo riferito a età, sesso e attività fisica. Ad alcuni, poi, mancano le basi: contenuto calorico e glicemico di alcuni alimenti sono poco chiari o sconosciuti. Proprio per questi motivi, l’alimentazione delle persone è squilibrata.

Gli esperti da seguire per ciò che concerne l’alimentazione sono: medici e ricercatori specializzati in nutrizione (ovvero internisti, biochimici, nutrizionisti etc.), che rivestono cariche universitarie e in istituzioni importanti (con una reputazione da mantenere); esperti in vari campi di sperimentazione e studio (soprattutto riferiti ai 5 Pilastri – vedi paragrafo successivo), che partecipano a ricerche scientifiche e attività cliniche in ambito nutrizionale. In tal senso, il medico, il nutrizionista e/o il dietologo ci possono dare le giuste indicazioni. Ovvero dirci quali siano gli esperti a cui fare riferimento e come praticare una dieta ad hoc, anche in relazione a eventuali condizioni patologiche e alla presenza di intolleranze alimentari.

QUALI SONO I 5 PILASTRI DELLA LONGEVITÀ
Per orientarsi ed estrapolare le informazioni giuste in termini di nutrizione, Valter Longo propone una strategia basata sui 5 Pilastri della sana Longevità. Vediamoli nel dettaglio uno a uno, qui di seguito.

RICERCA DI BASE E JUVENTOLOGIA/BIOGERONTOLOGIA
Gli studi su organismi semplici aiutano a comprendere l’interazione tra cellule e nutrienti, nonché come un certo tipo di dieta possa influire sulla salute migliorandola e determinare la longevità anche nell’uomo.

EPIDEMIOLOGIA
Attraverso questa disciplina, che studia le cause delle malattie nelle popolazioni, si possono mettere in luce le ipotesi della ricerca di base in modo concreto; per esempio, su come la dieta impatti sul metabolismo.

STUDI CLINICI
Per dimostrare che un regime alimentare sano incide sulla salute, sono necessari studi clinici randomizzati controllati con placebo, che provano l’efficacia delle ipotesi formulate da ricerche di base ed epidemiologia.

STUDIO DEI CENTENARI
Gli studi condotti sulle popolazioni nel mondo che vantano la presenza di centenari, permettono di avere dati concreti sull’efficacia di determinate abitudini alimentari, portate avanti nel corso di un’intera vita.

STUDIO DEI SISTEMI COMPLESSI
Consiste nell’analisi di sistemi complessi, come le automobili, per comprendere la complessità dell’organismo umano, semplificata con approccio ingegneristico, attraverso modelli meccanici più intuitivi.

Le raccomandazioni per un’alimentazione che garantisca una vita lunga e in salute, si basano dunque su prove solide e concrete, fondate su ricerche scientifiche e cliniche. Esito di risultati positivi emersi da studi di ricerca di base, clinici, genetici ed epidemiologici, come pure di migliaia di pazienti seguiti direttamente. Inoltre, la maggior parte di consigli alimentari corrispondono ad abitudini nutrizionali di popolazioni caratterizzate da buona salute e longevità record, dove la dieta rappresenta un fattore centrale.

FONTI
Valter Longo, “La dieta della longevità” – Vallardi 2016

KANE TANAKA, LA DONNA PIÙ ANZIANA DEL TERZO MILLENNIO

Kane Tanaka il 2 gennaio 2021 ha compiuto ben 118 anni! Questo però non è il suo unico primato, infatti è anche la persona più anziana del terzo millennio, la più longeva dell’Asia in assoluto, l’ultima persona vivente nata nel 1903 e la terza persona, di cui sia stata registrata l’età, più longeva del mondo, dopo altre due donne: la statunitense Sarah Knauss (1880-1999 – 119 anni) e la francese Jeanne Calment (1875-1997- 122 anni).

La storia di Tanaka
Primati a parte, la lunga vita della signora Tanaka è straordinaria e, pensando al periodo storico in cui è vissuta, è decisamente unica. Nata prematura, settima di nove fratelli, è stata allattata al seno da balie. A 19 anni si è sposata con il cugino Hideo. Hanno avuto due figli, due figlie e una terza adottata. Le figlie nate premature sono morte in tenera età e anche la figlia adottiva li ha lasciati a soli 23 anni.
Durante la Seconda guerra mondiale, quando figlio e marito sono partiti per la guerra, la signora Tanaka si è occupata da sola del negozio di famiglia di torte di riso e noodles e dei figli, non solo suoi ma anche di parenti morti in guerra. Lei stessa diceva: “Sono diventata come un uomo nel corpo e nella mente e ora posso fare qualsiasi cosa dalla macinazione del riso alla preparazione delle torte di riso”. Ha sempre lavorato e, sebbene a 63 anni sia andata in pensione, ha aperto successivamente un negozio di fiori dove ha lavorato fino a 80 anni. Nel frattempo, ha anche deciso di viaggiare. Infatti, negli anni ’70, in occasione del 50° anniversario di matrimonio, è andata col marito negli Stati Uniti a trovare i nipoti e negli anni ’80 è venuta anche in Italia.
Nel 1993 il marito Hideo muore all’età di 90 anni e lo stesso anno la signora Tanaka viene operata di cataratta. A 103 anni sperimenta un altro momento difficile perché le viene diagnosticato un tumore al colon. Nonostante l’operazione e le numerose cure, ha affrontato tutto con successo ed è guarita. Qualche anno dopo, il secondo figlio, comprendendo la straordinarietà della madre, ha deciso di scrivere un libro dedicato a lei e alla sua forza dal titolo “In Good and Bad Times, 107 Years Old” (“Nella buona e nella cattiva sorte, 107 anni”). Dal 2005 si è trasferita in una residenza per anziani dove vive attualmente e, con l’aiuto del personale della struttura, esegue quotidianamente i suoi esercizi e brevi passeggiate nel reparto, si dedica alla scrittura, sua passione da sempre, e ai conti di aritmetica.

Qual è dunque il segreto della longevità?
Fondazione Valter Longo Onlus, che basa tutto il suo lavoro di assistenza nutrizionale sullo studio dei centenari, uno dei pilastri della Dieta della Longevità come anche descritto nell’omonimo libro del Professor Valter Longo, sottolinea come la straordinaria longevità di Kane Tanaka è un incontro tra genetica e stile di vita che vede al centro le abitudini alimentari. “L’alimentazione dei centenari, come quelli intervistati nel libro, è, o è stata per molti anni fino alla vecchiaia, prevalentemente vegetale, a base di prodotti tipici locali, con pochi zuccheri, pochi grassi saturi e trans, molti carboidrati complessi; declinata in 2-3 pasti al giorno, lasciando quello serale leggero e consumato molto presto –  afferma Romina Inés Cervigni, Responsabile Scientifico di Fondazione Valter Longo Onlus. Se prima dei 65-70 anni è bene mantenere un’alimentazione a basso contenuto di proteine, successivamente è bene aumentarle leggermente, del 10-20%, in modo da contrastare la fisiologica perdita di massa e forza muscolare. Infatti, spesso queste persone eccezionalmente longeve consumano uova o carne rossa, come nel caso di Emma Morano, annoverata tra le persone più longeve e vissuta fino 117 anni. Non potevano mancare sulla tavola della signora Morano 3 uova fresche di giornata, ma ha cominciato a consumarle dopo gli 80 anni. In realtà è la tempistica ad essere molto importante. Non sappiamo come sia stata l’alimentazione della signora Tanaka nel corso della sua lunga vita, ma possiamo presumere non particolarmente abbondante, né ricca di grassi saturi né simile alla dieta occidentale. Probabilmente più in linea con una dieta tradizionale giapponese, spesso citata come uno dei fattori principali della popolazione centenaria del paese, anche se la dieta tradizionale giapponese è cambiata dal 1950-1960 ad oggi, andando verso una occidentalizzazione. Sono aumentati i consumi di cibi animali, latticini e grassi, mentre sono diminuiti quelli di orzo, patate e riso. Tuttavia, la qualità dei nutrienti nella dieta giapponese risulta abbastanza diversa dalla dieta occidentale: amilopectina (amidi), acidi grassi polinsaturi a catena lunga e fibra alimentare restano abbondanti. Nonostante questo, il cambiamento dietetico potrebbe svolgere un ruolo importante nell’aumento nel paese di malattie metaboliche e cardiovascolari e di tumori come quello al seno, al colon e ai polmoni”.
Per quanto riguarda la signora Kane Tanaka, lei stessa racconta che “cibo delizioso, buon sonno, non smettere mai di studiare, la speranza e la famiglia” sono i segreti della sua vita longeva. Ancora oggi la signora Tanaka mantiene, infatti, un buon appetito, consuma 3 pasti al giorno e i cibi principali della sua alimentazione sono riso, pesce, zuppe e tanta acqua, anche se ammette di essere golosa soprattutto di cioccolato, di bere 3 caffè in lattina al giorno e che le piacciono le bevande frizzanti zuccherate di tanto in tanto. Questa è la sua alimentazione da quando aveva 112 anni.

“A questo proposito – spiega il team nutrizione di Fondazione Valter Longo Onlus – risulta importante osservare che un aumento del consumo di zuccheri semplici in tarda età non necessariamente è da demonizzare, in quanto può compensare la diminuzione delle capacità digestive e di assimilazione. Inoltre, il caffè sembra associato ad una diminuzione del rischio di Parkinson e Alzheimer. Ovviamente queste non sono indicazioni generali né si vuole dire che dolci e bevande zuccherate sono alimenti per gli anziani e vanno valutati in base alla persona e al suo stato di salute. Infine, un altro elemento essenziale evidenziato anche da Kane Tanaka e che accomuna i centenari è il mantenersi attivi quotidianamente e in maniera costante ad esempio con passeggiate, esercizi, attività naturalmente commisurati all’età. L’attività fisica rientra nella routine quotidiana e conferisce motivazione positiva. In aggiunta, alcuni aspetti ricorrenti tra i centenari sono l’importanza della famiglia e delle relazioni sociali, la grande tenacia e forza verso la vita, anche di fronte ad eventi tragici, e la spiritualità”.

Gli obiettivi che ci fanno vivere a lungo
Spiegano i nostri nutrizionisti: “Di certo la signora Kane Tanaka non ha condotto una vita tranquilla, ha dovuto combattere numerose sfide, fronteggiando anche la miseria e il dolore della perdita dei figli. Tuttavia, non si è mai data per vinta. Ancora oggi, nella casa di riposo dove vive, la sua giornata inizia di buonora, quotidianamente fa esercizi fisici e di aritmetica, si dedica alla calligrafia e il suo hobby preferito è giocare a Otello, di cui è diventata esperta, sfidando il personale della residenza … e le piace vincere. Se perde diventa un po’ di cattivo umore!
Purtroppo, oggi la pandemia COVID-19 rende praticamente impossibili le visite dei familiari, ma il 2021 le riserva una bella sorpresa. Se le Olimpiadi di Tokyo (posticipate di un anno) avranno luogo, Kane Tanaka sarà riconfermata come tedofora per la cerimonia dell’11 maggio, come simbolo di longevità universale. La donna eseguirà una staffetta simbolica di 200 metri su una carrozzina guidata da un nipote. Kane Tanaka è sopravvissuta a tre epidemie: Spagnola (1918-1920), SARS (2004) e COVID-19 (in corso), a due Guerre Mondiali, agli effetti della bomba atomica di Nagasaki e a un tumore a 103 anni. Quando le chiedono quali sono i suoi obiettivi risponde con un sorriso: “Non ho voglia di morire. Non ci ho mai pensato, vorrei arrivare almeno a 120 anni”.

Referenze:
https://www.nikkei.com/article/DGXMZO54012990S0A100C2CR8000
https://rujokinggrandad.co.uk/kane-tanaka-oldest-person
https://www.thesun.co.uk/news/8102907/worlds-oldest-person-kane-tanaka-birthday/
https://www.rainews.it/dl/rainews/
Impact of westernization on the nutrition of Japanese: Changes in physique, cancer, longevity and centenarians – ScienceDirect
Nutrients | Free Full-Text | Proposal for an Empirical Japanese Diet Score and the Japanese Diet Pyramid | HTML (mdpi.com)
https://www.spazio50.org/kane-tanaka-la-donna-giapponese-piu-longeva-del-mondo/
https://hochi.news/articles/20190325-OHT1T50158.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Kane_Tanaka

MANGIARE MENO CARNE ROSSA E PIÙ PROTEINE VEGETALI: ECCO I BENEFICI

Mangiare carne rossa fa male alla nostra salute. Sono svariati gli studi scientifici che dimostrano in che modo impatti negativamente sul nostro benessere. Un nuovo studio condotto presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health e Purdue University indica che regimi alimentari che contemplano la sostituzione della carne rossa con proteine vegetali di buona qualità determinano una riduzione dei fattori di rischio per le malattie cardio-vascolari. I risultati dell’indagine sono stati pubblicati sulla rivista Circulation (aprile 2019).

CONFRONTO INCROCIATO TRA PIÙ REGIMI ALIMENTARI
Per farlo è stata svolta una ricerca sistematica di studi pubblicati fino a luglio 2017 su PubMed (Biblioteca nazionale di medicina USA del National Institutes of Health, che comprende oltre 30 milioni di citazioni di letteratura biomedica da riviste di biologia, libri online e MEDLINE – database bibliografico di scienze della vita e discipline biomediche). Si tratta della prima meta-analisi aggiornata di studi randomizzati e controllati che hanno valutato gli effetti della carne rossa sui fattori di rischio cardio-vascolare, confrontandola con diete di controllo in cui la carne rossa è stata sostituita con una varietà di alimenti. I ricercatori hanno confrontato la dieta abituale ricca di carne rossa con diverse tipologie di diete di confronto: fonti proteiche vegetali di alta qualità (legumi, soia, noci); pollo, pollame e pesce; solo pesce; solo pollame; fonti miste di proteine animali (compresi i latticini); carboidrati (cereali raffinati di bassa qualità e zuccheri semplici, come pane bianco, pasta, riso, biscotti / biscotti).

In tutto, sono stati inclusi 36 studi controllati e randomizzati, per un totale di 1.803 partecipanti. Sono state confrontate le concentrazioni ematiche di colesterolo, trigliceridi, lipoproteine e pressione sanguigna (tutti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari) degli individui con una dieta con carne rossa, rispetto a tutti gli altri tipi si regimi alimentari. Confrontando i dati, i ricercatori hanno scoperto che non ci sono differenze significative nelle concentrazioni di lipoproteine, colesterolo totale e pressione sanguigna; anche se le diete ricche di carne rossa hanno comportato maggiori concentrazioni di trigliceridi rispetto a tutte le altre diete di confronto. La cosa rilevante è che le diete con maggiori quantità di proteine vegetali di alta qualità (come legumi, soia e noci), invece, hanno portato a livelli più bassi di colesterolo rispetto alle diete ricche di carne rossa.

SOSTITUIRE LA CARNE CON LEGUMI E FRUTTA A GUSCIO
Secondo i ricercatori sostituire la carne rossa con fonti proteiche vegetali di alta qualità, ma non con pollame, pesce o carboidrati di bassa qualità, porta a cambiamenti più favorevoli nella concentrazione di lipidi e lipoproteine del sangue. Inoltre, i risultati sono pienamente coerenti con studi epidemiologici a lungo termine che osservano una minore incidenza del rischio di infarto se la carne rossa viene sostituita con noci e altre fonti di proteine vegetali. Le incoerenze, trovate in studi precedenti, relative agli effetti della carne rossa sui fattori di rischio per malattie cardio-vascolari possono essere attribuibili, in parte, alla composizione della dieta di confronto. Per questo motivo, i ricercatori, indicano che studi futuri tengano conto di confronti più specifici.

Per concludere, il consiglio degli esperti è quello di evitare il più possibile la carne rossa e seguire diete vegetariane con fonti di proteine vegetali di alta qualità (come legumi e frutta a guscio), sia per i benefici che apportano alla nostra salute sia per l’aspetto della produzione in termini di sostenibilità alimentare.

FONTI

Marta Guasch-Ferré et al. – Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials of Red Meat Consumption in Comparison With Various Comparison Diets on Cardiovascular Risk Factors – Circulation (April 2019)

MENÙ DELLA VIGILIA DI NATALE

Non c’è bisogno di rinunciare al gusto per avere un’alimentazione sana, soprattutto a Natale.
L’incredibile numero di zone e località del territorio italiano caratterizzate da alta longevità è la nostra fonte di ispirazione per questo gustosissimo e sano menù natalizio: dall’antipasto al dolce!

ANTIPASTO: Insalata di polpo siciliana

Per 6 persone

  • polpo fresco circa 900 gr
  • 2 carote
  • 2 coste di sedano
  • prezzemolo
  • 1 limone
  • sale, pepe, olio extravergine d’oliva

Lavare il polpo strofinandolo con il sale, pulire bene le ventose e sciacquare sotto l’acqua corrente. Mettere sul fuoco una pentola capiente piena d’acqua e appena raggiunge il bollore prendere il polpo dalla testa, immergerlo e tirarlo fuori dall’acqua per 3 volte, alla terza volta immergerlo completamente e fare cuocere per circa 15 minuti, il tempo di cottura dipende dal peso del polpo quindi è opportuno provare ad infilzare un tentacolo con la forchetta per assicurarsi che sia cotto, spegnere il fuoco e lasciarlo riposare in pentola per 10 minuti. Scolare il polpo e farlo raffreddare completamente.
Nel frattempo pulire le verdure, tagliare le carote e il sedano a fettine, versarle in una ciotola e unirvi il polpo tagliato a tocchetti regolari, condire con il succo del limone, pepe, sale e olio, mescolare e ultimare con il prezzemolo tritato, sigillare la ciotola con la pellicola e lasciare insaporire fino a prima di servire.

PRIMO: Ravioli di patate con verdure di stagione, salsa bianca e prezzemolo

Per 6 persone

  • 800 g di patate (non novelle, le migliori sono quelle a pasta gialla)
  • 300 g di farina tipo 00
  • 40 g di pangrattato
  • 60 g di parmigiano reggiano grattugiato
  • 1 pizzico di pepe bianco
  • 1 pizzico di sale

Per il ripieno:

  • 80 g di parmigiano reggiano
  • 150 g di zucchine chiare
  • 60 g di carote
  • 50 g di scalogno
  • 10 g di timo fresco
  • 10 g di prezzemolo
  • sale
  • pepe bianco

Preparare un brodo vegetale con verdure fresche (una cipolla, 2 coste di sedano, una carota). Schiacciare le patate, aggiungere la farina e il parmigiano, sale e pepe fino a ottenere una pasta solida. Farla riposare per 30 minuti avvolta nella pellicola trasparente.
Nel frattempo preparare il ripieno: lessare le verdure, scolarle e farle saltare con olio, aggiungendo sale, aromi e pepe bianco.
Unire il parmigiano, frullare e mettere da parte.
Prendere la pasta, tirarla con il mattarello fino allo spessore di 4 mm, spolverando con poca farina perchè non si attacchi al piano di lavoro. Formare dei cerchi di 8 cm di diametro, mettere al centro il ripieno, chiuderli formando un semicerchio e fermare bene la chiusura con la punta della forchetta.
Far cuocere nel brodo vegetale per 6-8 minuti. In una padella preparare olio e prezzemolo. Scolare i ravioli e metterli in padella, aggiungere un paio di cucchiai del brodo di cottura e amalgamare il tutto.

SECONDO: Calamaro ripieno con pomodorini secchi e olive

Per 6 persone

  • 500 g di calamari
  • 125 g di pane
  • 125 g di olive
  • 250 g di pomodori secchi
  • 50 g di capperi
  • Vino bianco
  • 750 g di passata di pomodoro
  • Sale
  • Pepe
  • Prezzemolo
  • Basilico
  • Olio extravergine di oliva

Pulire e lavare i calamari; staccare i tentacoli, tritarli e farli rosolare in padella con olio, sfumando con il vino alla fine.
Mentre raffreddano, tritare nel mixer i pomodori secchi, i capperi dissalati, le olive snocciolate e il pane. Quando tutto e ben amalgamato, unire i tentacoli e il prezzemolo tritato.
Salare e pepare.
Riempire con il composto le sacche dei calamari, richiuderle con stuzzicadenti e rosolarle con un filo di olio; sfumare con un bicchiere di vino bianco, unire la passata di pomodoro e terminare la cottura a fuoco dolce. Servire guarnito con basilico fresco.

CONTORNO: Radicchio di Treviso in marinata

Per 6 persone

  • 6 cespi di radicchio di Treviso
  • 6 foglie di alloro
  • 10 bacche di ginepro
  • 200 ml di aceto
  • 1/2 bicchiere di olio extravergine di oliva
  • Sale

Mettere a bollire con 500 ml d’acqua l’aceto, il sale, meta foglie di alloro e bacche di ginepro. Quando bolle, immergervi per 3-4 minuti i cespi di radicchio, mondati e tagliati a meta. Scolarli e metterli a raffreddare su uno straccio, quindi trasferirli in una ciotola, condendoli con il resto degli aromi e l’olio. Si serve il giorno dopo.

DOLCE: Baci di fichi e cioccolato

Per 6 persone

  • 1 kg di fichi molto maturi
  • 150 g di cioccolato fondente
  • 150 g di mandorle sgusciate
  • 1 bicchierino di liquore dolce
  • 2 cucchiaini di olio extravergine di oliva

Tagliare a metà i fichi e farli cuocere in forno per 20 minuti a calore moderato. Tostare e tritare le mandorle. Sfornare i fichi, lasciarli intiepidire e tritarli in maniera molto fine; aggiungere le mandorle, il liquore e ricavare delle palline grandi come noci. Far sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente e passarvi le palline, appoggiandole su carta da forno finché il cioccolato si sarà indurito.>/p>

Buon appetito e buone feste da tutto il team nutrizione di Fondazione Valter Longo Onlus!

WEBINAR BENE! BENESSERE, EDUCAZIONE, NUTRIZIONE, ESERCIZIO FISICO A SCUOLA

I ragazzi che fanno la differenza: alimentazione e stile di vita a scuola e a casa per proteggersi

LA SCUOLA DEL 2020 E IL WEBINAR BENE!
La scuola sta per terminare quest’anno. È stato un periodo diverso e un anno scolastico tumultuoso per ragazzi, docenti e famiglie. La Fondazione Valter Longo Onlus offre il suo supporto al mondo della scuola organizzando una serie di webinar dedicati alla salute, all’alimentazione, all’esercizio fisico e al benessere.
Il primo webinar “Schoolgevity” si è concentrato sui dati della pandemia, sulle regole di base per rafforzare il sistema immunitario attraverso l’alimentazione e sui programmi della Fondazione per le scuole per sensibilizzare, educare e responsabilizzare il mondo della scuola riguardo una longevità in salute, bilanciato stile di vita e corretta alimentazione. Quali ospiti del webinar, oltre al Professor Bassetti, infettivologo, sono intervenuti anche la Dottoressa Romina Inès Cervigni, Responsabile scientifico della Fondazione Valter Longo Onlus, il Direttore generale della Fondazione Antonluca Maratazzo e rappresentanti di studenti, docenti e la dirigente Nadia Vidale dell’Istituto Tecnico Francesco Severi di Padova, protagonisti di un interessante pilot avviato con la Fondazione ed esempio di una perfetta interazione tra il mondo della scuola e il terzo settore.
In questo secondo webinar, BENE!, vediamo come è stato vissuto l’anno scolastico della pandemia dai ragazzi e dai docenti e cosa è possibile fare per tutti loro e con loro per vivere al meglio questa situazione mai sperimentata prima. La Fondazione Valter Longo Onlus offre anche dei consigli e degli strumenti per proteggersi a casa e a scuola attraverso l’alimentazione, lo stile di vita e l’esercizio fisico grazie ad esperti nell’ambito della nutrizione e dell’esercizio fisico. Tra i nostri ospiti, oltre al Responsabile scientifico della Fondazione Valter Longo Onlus, Romina Inès Cervigni, avremo la Dottoressa Annalisa Arrighi, osteopata, PhD in Scienze biomediche delle attività motorie e collaboratrice di importanti centri quali l’Ospedale Gaslini di Genova. Saranno presenti anche alcune classi del Liceo Foppa e dell’Istituto tecnico economico Piamarta di Brescia per condividere con noi le loro esperienze.

La Fondazione Valter Longo Onlus invita anche i partecipanti a dare il loro feedback e contributo compilando questo sondaggio anonimo e ringrazia per la collaborazione. Clicca QUI per accedere la sondaggio.

LA SITUAZIONE ITALIANA E IL CONTRIBUTO DELLA FONDAZIONE VALTER LONGO ONLUS
Come indicato nel nostro precedente webinar, se guardiamo, infatti, alla situazione italiana pre-pandemia in generale, l’ultimo report su sovrappeso e obesità (Italian Obesity Barometer Report 2019 – dati IBDO Foundation in collaborazione con ISTAT) indica come quasi la metà degli italiani è in sovrappeso e uno su 10 è obeso (circa 25 milioni persone) e circa quattro bambini/ragazzi su 10 sono o sovrappeso o obesi, una percentuale sovrapponibile agli Stati Uniti d’America. Sia bambini che adulti mangiano troppi amidi e troppe proteine, entrambi al centro dell’accelerazione dell‘invecchiamento e causa di un peso in eccesso, che portano all’insorgere di molte malattie non comunicabili (cancro, diabete, obesità, patologie cardiovascolari, autoimmuni come la sclerosi multipla e neurodegenerative quali l’Alzheimer). In aggiunta, molte di queste patologie comportano anche un alto rischio di mortalità per Covid-19: tra i 4190 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche, il numero medio di patologie osservate è di 3,4. La comorbidità più rappresentata è l’ipertensione (presente nel 74,6% del campione), seguita dalla cardiopatia ischemica (70,4%) e dal diabete mellito (33,8%).

Per una vita lunga e in salute, i primi anni di età, e forse anche prima, creano le condizioni per vivere in salute il resto della vita.Per fare un esempio, un bambino obeso ha una probabilità 4 volte maggiore di sviluppare il diabete da adulto rispetto a un bambino normopeso. Inoltre, il peso eccessivo dai primi anni di vita può predisporre a sviluppare o aggravare condizioni come ipertensione arteriosa, iperglicemia (prediabete e diabete di tipo 2), malattie del fegato legate all’eccesso di grasso -già molto presente nei bambini, disturbi gastrointestinali (stipsi, reflusso gastroesofageo, dolori addominali, calcoli biliari), disturbi respiratori (asma bronchiale e disturbi respiratori del sonno), ecc. Il ruolo di sovrappeso ed obesità già stato indagato dalla Fondazione in alcuni articoli riguardanti la sclerosi multipla e le malattie cardiovascolari nei bambini e ragazzi.

Il lockdown e la situazione di pandemia non hanno migliorato la situazione. Un questionario OERSA (Osservatorio sulle Eccedenze, sui Recuperi e sugli Sprechi Alimentari) del CREA (Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione) ha indagato come sono cambiate le abitudini alimentari durante un periodo straordinario quale il lockdown utilizzando un campione di 2900 persone che vivevano in famiglia e il 22% di queste con bambini al di sotto dei 12 anni. Gli intervistati hanno dichiarato di aver aumentato il consumo di alimenti sani: verdura (il 33%), frutta il 29%), legumi (il 26,5%), acqua (il 22%), olio extravergine d’oliva (il 21,5%). Tuttavia, il 44,5% ha ammesso di aver mangiato più dolci e il 16% di aver bevuto più vino. Il 44% degli intervistati è anche aumentato di peso in seguito a un maggiore apporto calorico e una minore attività fisica, che ha riguardato il 53% del campione. Di conseguenza, oltre il 37% dei casi ha espresso l’esigenza di mettersi a dieta.

LE ATTIVITÀ DELLA FONDAZIONE VALTER LONGO ONLUS: SALUTE E LONGEVITÀ PER IL MONDO DELLA SCUOLA

Per promuovere uno stile di vita sano, essenziale per proteggerci da patologie e per vivere al meglio nel presente e futuro, la Fondazione Valter Longo Onlus è entrata in campo e si è attivata per mettere a disposizione di tutti la profonda esperienza e background scientifico dei propri esperti nutrizionisti e del proprio fondatore, il Professor Valter Longo.

Sono state create le Linee guida nutrizionali per sostenere il sistema immunitario e nutrirsi con consapevolezza dal Professor Longo in collaborazione con il Professor Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, e la Dottoressa Romina Cervigni, Responsabile Scientifico della Fondazione.

In aggiunta, Valter Longo, Romina Cervigni e un team di esperti pediatri aveva già dato vita al testo La longevità inizia da bambini per offrire analisi, linee guida, consigli pratici sullo stile di vita, suggerimenti per schemi dietetici settimanali ed anche ricette e menù estivi ed invernali oltre che a una vera e propria Dieta della longevità per bambini e ragazzi.

Accanto a queste iniziative la Fondazione si è impegnata nella creazione di webinar incentrati sul ritorno a scuola e sul desiderio di offrire un supporto ai ragazzi, famiglie, docenti e dirigenti attraverso regole di base e strategie soprattutto nutrizionali per rafforzare il sistema immunitario degli studenti, la loro salute e avviarli verso un percorso di longevità sana grazie una serie di ospiti tra cui gli studenti stessi, dirigenti, nutrizionisti, virologi, ecc. e grazie a uno spazio a loro dedicato di confronto e discussione.

I PROGRAMMI DELLA FONDAZIONE VALTER LONGO ONLUS PER LA SCUOLA

La Fondazione Valter Longo Onlus ha creato per il mondo della scuola le seguenti iniziative in linea con gli obiettivi e le strategie sia dell’UE Action Plan on Childhood Obesity, sia della Strategy for Europe on Nutrition, Overweight and Obesity-related Health Issues e dell’EU School Scheme:

  • Corsi/webinar/eventi informativi interattivi, online e frontali, per studenti, famiglie, docenti e personale scolastico concentrando la propria attenzione in particolare sulla Dieta della Longevità, che è in linea con il concetto della “dieta planetaria sana secondo i dettami della Eat Lancet Commission on Food and Planet, e la pratica dell’esercizio fisico quotidiano essenziale per la sostenibilità personale ed ambientale;
  • Piani di consulenza per il servizio mensa, bar e i distributori automatici per offrire prodotti sani e bilanciati;
  • Creazione, inserendosi all’interno del curriculum di studi, di strumenti educativi e di sensibilizzazione insieme ai ragazzi che utilizzino lo stesso loro linguaggio anche grazie alla tecnologia. Si sta lavorando alla realizzazione di una app che parte da un’analisi del BMI, a cui si aggiungono altre funzionalità legate in particolare all’alimentazione e all’esercizio fisico che catturi l’attenzione dei ragazzi e risponda alle esigenze degli stessi.
  • Organizzazione di uno o più eventi di sensibilizzazione da parte dei ragazzi che coinvolgano anche le famiglie e la comunità in generale.
  • Organizzazione di gite all’insegna della storia dell’alimentazione, arte, salute, esercizio fisico e longevità in città quali Venezia, Firenze, Genova, ecc. oppure in luoghi a contatto con la natura.

Gli obiettivi di questi programmi per il mondo della scuola (ragazzi, famiglie, docenti, personale) sono quelli di:

  • Educare ed offrire gli strumenti, quali ad esempio campagne informative, per compiere scelte bilanciate riguardanti uno stile di vita corretto, una sana alimentazione ed esercizio fisico e per acquisire la consapevolezza di quanto le proprie decisioni siano fondamentali per la salute presente e futura, sia personale sia della comunità che dell’ambiente, seguendo le indicazioni della “Strategia UE per i giovani”.
  • Sensibilizzare e responsabilizzare attraverso la creazione insieme agli studenti stessi di strumenti educativi e di sensibilizzazione, quali la creazione di una app e l’organizzazione di eventi, che permettano anche
    1. l’automonitoraggio dei risultati,
    2. un’analisi dell’impatto ottenuto,
    3. la diffusione di strumenti, conoscenze e buone pratiche tra i ragazzi di altri istituti e in particolare in aree disagiate e problematiche
  • Rendere i ragazzi parte del cambiamento positivo che ci si auspica e attivi “portavoce” di un futuro all’insegna della salute, dell’inclusione e della sostenibilità tramite un’intensa ed entusiasta azione di advocacy.

Lo scopo principale della Fondazione è quello di educare e favorire buone pratiche alimentari, la dedizione all’esercizio fisico e ad un corretto stile di vita all’interno dell’universo scolastico per creare un presente e un futuro sostenibili per tutti e soprattutto per i nostri ragazzi responsabilizzandoli e rendendoli portavoce di un auspicabile cambiamento positivo.

FONTI
1. Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia, 2020.
2. Istituto Superiore della Sanità. 2020, «Studio sul Covid-19»
3. Covid-19: come sono cambiate le nostre abitudini alimentari durante il lockdown? OERSA, 2020

PESO E ABITUDINI ALIMENTARI DEI BAMBINI: I NUOVI DATI DI OKKIO ALLA SALUTE

L’analisi della redazione di Fondazione Valter Longo Onlus

OKkio alla SALUTE è un’indagine molto importante in Italia, condotta su oltre 50.000 bambini della scuola primaria (III classe) per monitorare la situazione di peso e stile di vita infantile. I dati dell’ultima versione (VI, riferita alla primavera del 2019) sono disponibili da qualche settimana. Vediamoli insieme.
Purtroppo, i bambini italiani si trovano ancora in una situazione critica, con 3 bambini su 10 (29,8%) in sovrappeso, di cui 1 obeso (9,4%). Siamo secondi solamente a Cipro e quasi allo stesso livello della Grecia e Spagna. All’interno della nostra nazione, il maggior numero di bambini in eccesso di peso si conferma al Sud.
Un altro aspetto, che ci sta particolarmente a cuore, è che la prevalenza di obesità più elevata si osserva all’interno delle famiglie più svantaggiate dal punto di vista socioeconomico. È principalmente a loro che la nostra Fondazione si rivolge, sia attraverso l’assistenza sanitaria gratuita in ambito nutrizionale, sia grazie a programmi di educazione e sensibilizzazione su temi legati alla salute e a una sana longevità; per questa ragione Fondazione Valter Longo Onlus realizza progetti educativi gratuiti per la Scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado con l’obiettivo di avvicinarli al mondo della corretta alimentazione fin da giovanissimi perché siamo convinti che ragazzi più consapevoli possano diventare i primi testimonial della salute e della longevità sana, suggerendo agli adulti le scelte migliori per stare bene e vivere a lungo. Se vuoi organizzare un webinar gratuito per la tua scuola scrivi a [email protected].

Lo studio esamina anche alcune delle abitudini più errate:

  • l’abitudine a saltare la prima colazione (8,7%) o a consumarla in maniera inadeguata (35,6%), che porta a consumare una merenda abbondante come spuntino mattutino (55,2%);
  • il consumo non quotidiano di frutta e/o verdura (24,3%);
  • il consumo sporadico di legumi (il 38,4% li mangia meno di una volta alla settimana);
  • l’assunzione giornaliera di bevande zuccherate e/o gassate (25,4%), che però è diminuita rispetto agli ultimi dati;
  • il consumo di snack dolci per più di 3 giorni alla settimana (48,3%);
  • il consumo di snack salati per più di 3 giorni alla settimana (9,4%).

Forse non è un caso che proprio nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, culla della dieta omonima, ci siano i bambini con più eccesso di peso. Infatti, questo fenomeno è dovuto a una non corretta interpretazione della dieta mediterranea. Nell’indagine di OKkio alla SALUTE, non ci sono dati sul consumo di quegli alimenti potenzialmente molto sani, ma che per quantità e frequenza perdono i loro benefici e possono diventare poco salutari. Tra questi concentriamo l’attenzione su quelli ricchi di amido che il Professor Longo chiama “le 4 P”: pasta, pane, patate e pizza.
Da ricerche precedenti, come lo studio di riferimento in Italia INRAN-SCAI 2005-06 condotto sugli italiani di tutte le fasce di età, risulta che i bambini consumano circa 700 grammi di cibo che genera alti livelli di zucchero. Di questi, circa il 75% (cioè 520 grammi) vengono da pane, pasta, pizza, riso, patate, frutta e succhi di frutta, mentre solo il 25% proviene da torte e merendine, zucchero da cucina, gelati e bevande zuccherate. Gli alimenti ad alto contenuto di amidi producono rapidamente molti più zuccheri nel sangue rispetto a quelli prodotti dal cibo spazzatura e dalle bevande zuccherate gassate, che i bambini italiani sembrano consumare sempre di meno. In pratica, pane, pasta, pizza, riso, patate, frutta e succhi di frutta consumati giornalmente dai bambini italiani producono un livello di zucchero equivalente a 5 lattine di bevande gassate zuccherate al giorno sia per quantità sia per rapidità di rilascio nel sangue.
Altro aspetto importante è evitare la sedentarietà: il 20,3% dei bambini nel 2019 non ha svolto alcuna attività fisica il giorno precedente l’indagine e purtroppo i dati del 2020 non saranno migliori.

Qual’è la soluzione? Innanzitutto bisogna riconoscere il problema: non tutti i genitori sono consci che il proprio figlio è sovrappeso (solo il 59,7%), che non è attivo fisicamente (solo il 40,9%) o che mangia troppo (solo il 30,1%).
Per offrire il loro contributo e consigli utili per i bambini e le famiglie, i nutrizionisti di Fondazione Valter Longo Onlus hanno ideato una lista di indicazioni per evitare il sovrappeso e migliorare la salute dei più piccoli, perché la longevità inizia proprio da bambini.

FONTI
1.
OKkio alla SALUTE, VI edizione, 2019.
2. The Italian National Food Consumption Survey INRAN-SCAI 2005-06: Main Results in Terms of Food Consumption. 2009, «Publich Health Nutrition»
3. La longevità inizia da bambini. Vallardi editore, 2019

DUE ORE ALLA SETTIMANA NELLA NATURA: LA DOSE IDEALE PER LA SALUTE

Trascorrere almeno 120 minuti alla settimana nella natura rappresenta la “dose” minima per assicurarci salute e benessere psico-fisico. Lo dimostra un ampio studio svolto da un team di ricercatori dello European Centre for Environment and Human Health presso la University of Exeter Medical School (UK). I risultati dell’indagine sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports (giugno 2019).

TUTTI POSSONO TRARRE BENEFICIO DALL’AMBIENTE NATURALE
Si tratta della ricerca denominata MENE (Monitor of Engagement with the Natural Environment) voluta dal governo britannico, svolta su un campione di quasi 20mila persone, rappresentativo della popolazione anglosassone, monitorato durante il biennio 2014-2016. Per l’indagine, sono stati coinvolti individui residenti in Inghilterra appartenenti a gruppi sociali diversi: giovani e anziani, maschi e femmine, ricchi e poveri etc.

I partecipanti hanno risposto a questionari sul rapporto con gli ambienti naturali e la frequenza delle visite a parchi, boschi, campi, colline, monti, fiumi, spiagge etc. Agli stessi, poi, sono anche state poste domande auto-valutative sulla loro salute e sul grado di soddisfazione personale legato allo stato di benessere in generale. Gli esiti della ricerca hanno attestato che tutte le persone coinvolte traggono benefici dal contatto con la natura, indipendentemente da età, sesso, eventuali problemi di salute e disabilità, fattori socio-economici e località in cui si abita (città o campagna), nonché stile di vita (sportivi o sedentari).

L’EFFETTO AUMENTA CON LE ORE TRASCORSE ALL’ARIA APERTA
Dall’analisi dei questionari, i ricercatori hanno rilevato che le persone che avevano passato almeno 2 ore in ambiente naturale (durante la settimana precedente la rilevazione), hanno dichiarato per un 23% in più di trovarsi in uno stato di grande benessere e il 59% in più ha riferito di godere di buona salute, rispetto a chi, invece, aveva trascorso per nulla o poco tempo in natura. Inoltre, l’effetto benefico è risultato amplificato con l’aumentare del tempo trascorso all’aria aperta, fino a un picco settimanale di 3 ore per lo stato di salute e 5 ore riguardo la sensazione di benessere generale.

Gli esperti hanno desunto che sono necessarie almeno 2 ore a contatto con la natura, per stare bene e avere benefici sia dal punto di vista mentale sia lato salute fisica. Tempo che può essere trascorso in modo continuativo, concentrato in una o due volte alla settimana con lunghe sessioni di una o due ore, oppure diluito e frazionato in piccole dosi quotidiane, fino a raggiungere almeno 120 minuti settimanali. A questa conclusione sono arrivati dopo l’analisi dei dati che dimostra anche i benefici si hanno sia che si pratichi attività fisica sia che si rimanga a contemplare la natura seduti su una panchina oppure sdraiati su un prato (per motivi di salute legati a immobilità o per semplice scelta personale). La natura sembra, dunque, essere l’elemento discriminante, con il suo effetto benefico e distensivo sulla psiche.

Gli esperti suggeriscono che queste 2 ore potrebbero essere inserite nelle Linee Guida per la salute del cittadino e, dunque, anche programmare interventi mirati di comunicazione per promuovere il benessere.

FONTI

Mathew P. White et al. – Spending at least 120 minutes a week in nature is associated with good health and wellbeing – Scientific Reports (June 2019)