I cibi industriali, non solo ci fanno ingrassare, ma aumentano il rischio di morte prematura per diverse cause. Lo dimostrano alcuni nuovi studi di recente pubblicazione su riviste di riferimento per il mondo scientifico. Prodotti industriali, confezionati, dolciumi, snack, bibite gassate e piatti pronti non fanno bene alla nostra salute e la compromettono fino a farci ammalare. I cibi ultra-processati, infatti, sono ricchi di zuccheri, sale, grassi saturi, additivi, conservanti e coloranti, ma sono carenti di vitamine, minerali e fibre.
LE CONFERME DAI NUOVI STUDI
Il primo studio riguarda una ricerca francese condotta presso l’Universitè Paris 13, i cui risultati sono stati pubblicati su Jama Internal Medicine (febbraio 2019). L’indagine fa parte di uno studio più ampio chiamato NutriNet-Santé. In questo caso, sono stati coinvolti 44mila individui, con età superiore ai 45 anni, monitorati per circa 7 anni (dal 2009 al 2017). Ogni 6 mesi, ai partecipanti, sono stati proposti sondaggi da compilare online. Le domande vertevano su quanto della loro dieta provenisse da cibi ultra-processati. I risultati attestano che un aumento del 10% del consumo di alimenti industriali è associato a un aumento del 10% nella probabilità di morte prematura (soprattutto per cancro e malattie cardio-vascolari).
Una conferma arriva da un’ulteriore indagine condotta in Francia, sempre nell’ambito dello studio NutriNet-Santé. I risultati, pubblicati su British Medical Journal (maggio 2019), evidenziano il legame tra consumo di cibi ultra-processati e aumento del rischio di malattie cardio-vascolari e morte prematura. In questo caso, sono stati analizzati i dati di 105mila persone (79% donne e 21% uomini) di nazionalità francese, di età media di 43 anni. I partecipanti hanno compilato 6 questionari riguardo le loro abitudini alimentari, mentre le percentuali di incidenza delle malattie (patologie cardio-vascolari, coronaropatie, malattie cerebro-vascolari) sono state misurate nell’arco di 10 anni (dal 2009 al 2018). Anche in questo caso, un aumento del 10% nel consumo di alimenti ultra-processati ha comportato tassi più elevati nelle patologie considerate, rispettivamente: 12% cardio-vascolari, 13% coronaropatie e 11% malattie cerebro-vascolari.
Anche i risultati dello studio Seguimento dell’Universidad de Navarra, in Spagna, pubblicati su British Medical Journal (maggio 2019) evidenziano che il consumo di cibo ultra-processato aumenta il rischio di morte per tutte le cause. In questa indagine, sono stati analizzati i dati di 19mila adulti spagnoli, con età media di 38 anni, divisi in due gruppi: il primo ha consumato 4 porzioni al giorno di alimenti industriali, il secondo gruppo ne consumava meno di due porzioni al giorno. In tal caso, il rischio di mortalità aumenta del 62%.
QUALI SONO I PROVVENIMENTI DA PRENDERE
Con questi studi, i ricercatori vogliono portare l’attenzione sull’importanza di seguire una dieta sana, fatta di alimenti freschi, evitando il più possibile i prodotti industriali. L’ideale, poi, sarebbe che venissero attuate delle direttive a livello politico. In attesa di nuovi studi che vadano a indagare la relazione di causa-effetto tra consumo di cibi ultra-processati, rischio di malattie e mortalità; come pure sono necessarie ulteriori ricerche per indagare sugli effetti fisiologici degli alimenti industriali. L’ipotesi è che le caratteristiche fisico-chimiche di questi cibi alterino il microbioma intestinale, causando uno squilibrio del metabolismo energetico.
FONTI
• Laure Schnabel, MD, Emmanuelle Kesse-Guyot, Benjamin Allès et Al. – Association Between Ultraprocessed Food Consumption and Risk of Mortality Among Middle-aged Adults in France – JAMA International Medicine – (February 2019)
• Bernard Srour et Al. – Ultra-processed food intake and risk of cardiovascular disease: prospective cohort study (NutriNet-Santé) – British Medical Journal (May 2019)
• Rico-Campà A. et Al. – Association between consumption of ultra-processed foods and all cause mortality: SUN prospective cohort study – British Medical Journal (May 2019)
• Étude NutriNet-Santé – L’étude NutriNet-Santé