di Fondazione Valter Longo Onlus
In generale, alle persone a rischio diabete viene indicato di non assumere frutta, per il contenuto in zucchero che innalza i livelli di glicemia nel sangue. Uno studio condotto presso l’Illinois Institute of Technology (USA) e pubblicato su Obesity (febbraio 2019), dimostra che i lamponi rossi, invece, possono essere mangiati tranquillamente anche dai pre-diabetici e, addirittura, apportano benefici favorendo l’invertire del decorso della malattia. L’azione anti-diabetica sembra essere facilitata dagli antociani (composti che donano il classico colore rosso dei lamponi) e da altre sostanze, come ellagitannini e fibre.
L’IMPORTANZA DI INDIVIDUARE CIBI PROTETTIVI
Il gruppo di ricercatori americani guidati da Burton-Freeman del Center for Nutrition Research, Institute for Food Safety and Health, dell’Illinois Institute of Technology ha portato avanti la ricerca in collaborazione con la FDA (Food and Drug Administration). La ricerca è stata basata sui dati del CDC (Centers for Desease Control and Prevention) che denota che, nel 2015, il 34% di adulti americani (84,1 milioni di persone) soffriva di pre-diabete.
L’indagine concentra la sua attenzione su questa categoria di pazienti poiché risultano tra quelli ad alto rischio per una serie di condizioni e patologie, tra cui lo sviluppo di diabete di tipo 2, malattie cardio-vascolari e morbo di Alzheimer. Indicare ai soggetti pre-diabetici una dieta ad hoc, con i cibi da evitare, come pure conoscere quali sono, invece, gli alimenti che hanno effetti benefici è fondamentale per prevenzione e cura. Inserire nell’alimentazione di queste persone anche i cibi che svolgono un effetto protettivo può essere un ottimo ausilio nel rallentare o, addirittura, invertire la progressione verso il diabete.
DUE TAZZE DI LAMPONI OGNI GIORNO È LA PORZIONE OTTIMALE
Si è trattato di uno studio di tipo randomizzato, condotto su un campione di individui a rischio diabete, obesi o in sovrappeso, con segnali di pre-diabete e insulino-resistenza. I dati, poi, sono stati incrociati con un gruppo di controllo, composto da individui metabolicamente sani. L’indagine così concepita ha coinvolto 32 adulti americani, tra i 20 e i 60 anni di età. I partecipanti sono stati sottoposti ad analisi del sangue, nelle 24 ore successive alla colazione, in tre giornate distinte. Le tre colazioni presentavano analogie per ciò che concerne il contenuto di macronutrienti e l’apporto calorico, ma erano diverse per l’assunzione nella quantità di lamponi rossi congelati. Il primo giorno dell’indagine, la colazione non prevedeva l’assunzione di lamponi; il secondo giorno, una tazza; il terzo e ultimo giorno, la colazione comprendeva due tazze di lamponi rossi.
I risultati dello studio hanno indicato che, all’aumentare della porzione di lamponi assunti a colazione, i soggetti pre-diabetici hanno avuto bisogno di una dose di insulina più bassa per modulare i loro livelli di glicemia. Con due tazze di lamponi rossi a colazione, infatti, la concentrazione di glucosio nel sangue era molto più bassa rispetto alla colazione prima di lamponi. In conclusione, gli esperti indicano che l’assunzione di questa dose di lamponi nella dieta quotidiana di soggetti a rischio diabete, può essere un valido supporto, per migliorare le risposte insuliniche, nella strategia di prevenzione della malattia.