Il tumore al colon-retto rappresenta il terzo tipo di tumore più comune in Inghilterra, con circa 23mila diagnosi all’anno. Un eccessivo consumo di carne rossa, tra le principali cause. Uno nuovo studio, condotto presso la University of Oxford (Regno unito), mette all’erta dimostrando che anche un modesto apporto di carne rossa può aumentare il rischio di incidenza di tumore all’intestino. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su International Journal of Edidemiology (giugno 2019).
ANCHE POCA CARNE ROSSA AUMENTA L’INCIDENZA DEL 20%
In precedenza, sono già stati condotti numerosi studi scientifici sull’associazione dello sviluppo di cancro all’intestino e il consumo di carne rossa. Indagini afferite principalmente a diete relative agli anni ’90 e antecedenti. Il nuovo studio di Oxford (finanziato in parte dalla Cancer Research UK) fornisce dati aggiornati e mette luce, con una visione più attuale, la pericolosità del consumo di carne rossa ai nostri giorni.
Lo studio ha monitorato, per una media di 5,7 anni (dal 2006 al 2010) un campione di quasi 500mila individui di entrambe i sessi, con età compresa tra 40 e 69 anni. Ai partecipanti sono stati fatti compilare questionari sulla frequenza in cui consumavano carne rossa, trasformata e non. I risultati hanno indicato che anche piccole quantità di carne (che sia roast beef, agnello, prosciutto, pancetta o altro) consumata ogni giorno, può aumentare la possibilità di sviluppare un tumore all’intestino del 20%. Ovvero, delle 475.581 persone che hanno partecipato allo studio, ben 2609 hanno sviluppato un cancro al colon.
FIBRE E CEREALI DIMINUISCONO I RISCHI PER CANCRO ALL’INTESTINO
L’analisi dei dati ha rivelato che i soggetti che hanno riferito un consumo medio di 76 grammi al giorno di carne, rossa e trasformata, hanno riportato un aumento del rischio per il carcinoma del colon-retto maggiore del 20%, rispetto a chi invece ha dichiarato di consumare 21 grammi al giorno. In particolare, per quanto riguarda solo la carne trasformata, il rischio di tumore all’intestino è risultato maggiore del 19% negli individui che hanno consumato in media 29 grammi al giorno, rispetto che chi ne mangiava solo 5 grammi al giorno. Per le carni rosse non trasformate, poi, il rischio è risultato maggiore del 15% in chi ne assumeva 54 grammi al giorno, rispetto invece a chi ne mangiava solo 8 grammi al giorno.
Un dato interessante poi, si riferisce all’assunzione di fibre, da pane e cereali per la colazione. In questo caso, i partecipanti hanno avuto un rischio ridotto di tumore al colon-retto del 14%. Mentre il consumo di alcool (per un’assunzione superiore a 10 grammi al giorno) è stato associato a un rischio maggiore dell’8%. Pesce, pollame, formaggio, frutta, verdura, tè e caffè, invece, non sono stati associati al rischio di cancro all’intestino. L’indicazione è di ridurre al minimo l’assunzione di carne rossa e lavorata, a non oltre le due volte a settimana. Per alcuni esperti, ottimo eliminare totalmente la carne rossa dalle nostre tavole.