Se da una parte la mortalità per cancro al seno sembra diminuita negli ultimi anni, grazie principalmente alla minore incidenza di quelle forme più aggressive, quali i tumori che non presentano positività per i recettori degli ormoni e quindi non risultano sensibili a un trattamento ormonale (Hormon Receptor, HR-negativi), dall’altra parte i casi di tumore al seno ormoni dipendenti (HR-positivi) sono sempre più diffusi. Ciò è dovuto principalmente all’aumento generale del sovrappeso e della diminuzione del tasso di fecondità (si fanno meno figli e si fanno tardi). Oltre a questi fattori di rischio, anche l’invecchiamento della popolazione ricopre una certa importanza, sottolineando ancora una volta il ruolo della prevenzione legato all’avanzare dell’età. Rallentare il processo di senescenza attivando strategie anti-invecchiamento può ritardare, e, potenzialmente, evitare la comparsa di diversi tumori.
È un dato di fatto comunque che, ogni anno, in Italia circa 55.000 donne ricevono una diagnosi di tumore alla mammella facendo sì che esso rappresenti circa un terzo (30,3%) di tutti i tumori femminili. Percentuale che trova corrispondenza anche nella casistica di pazienti oncologici seguiti presso Fondazione Valter Longo Onlus in Italia e la Create Cures Foundation negli Stati Uniti, che, grazie all’esperienza raccolta con questi pazienti, ha anche contribuito al nuovo libro del Professor Longo Il cancro a digiuno. Nutrizionisti e oncologi delle Fondazioni collaborano con gli oncologi che seguono i pazienti, con l’obiettivo di integrare la terapia anticancro standard attraverso interventi innovativi incentrati sulla nutrizione e sulla biologia molecolare del tumore, nonché incentivando anche la sorveglianza del nostro sistema immunitario verso il tumore.
Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno, dal punto di vista alimentare e dello stile di vita?
Se c’è stata una diagnosi di tumore al seno, è fondamentale raggiungere e mantenere un peso corporeo nella norma, attraverso una dieta sana e uno stile di vita attivo, per evitare l’accumulo di massa grassa e preservare quella magra. In generale, una dieta sana e bilanciata comprende un ampio consumo di verdura, cereali integrali e legumi, un consumo moderato di pesce e frutta, mentre alcol, zuccheri e grassi saturi andrebbero limitati.
Oltre a tali accorgimenti dal punto di vista alimentare, anche l’attività fisica, effettuata secondo la propria tolleranza, è estremamente consigliata. Le linee guida internazionali incoraggiano a svolgere una media settimanale di attività moderata di 150 minuti o 75 di attività intensa. Per pazienti sottoposti a chemioterapia o terapia ormonale sembrano dare ottimi risultati anche delle sedute di esercizi mirati al rafforzamento muscolare.
In generale, quando possibile, va evitata la sedentarietà, soprattutto per pazienti sovrappeso o obese che potrebbero beneficiare di una sana perdita di peso.
L’impegno attivo delle Fondazioni sostiene costantemente la lotta contro il cancro al seno attraverso percorsi di assistenza nutrizionale basati sulla Dieta della Longevità, un potente strumento per prevenire o rallentare l’insorgenza di tumori, in particolare del cancro alla mammella. Un approccio integrato attraverso interventi multidisciplinari mirati può determinare una massiccia riduzione dell’incidenza di tumori, permettendo di migliorare la gestione dei sintomi e di supportare la terapia farmacologica, riducendone gli effetti collaterali.
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