Gli esperti hanno individuato piani nutrizionali semplici e allo stesso tempo efficaci per contrastare le malattie cardiovascolari, attuabili dalla maggior parte delle persone, senza dover affrontare cambiamenti troppo drastici delle proprie abitudini.
Studi clinici a supporto
Nel corso degli ultimi decenni sono state condotte numerose ricerche scientifiche per individuare le strategie alimentari più adatte in caso di malattie cardiovascolari. Inizialmente, le indagini sono state condotte sulle scimmie Rhesus, che hanno il 93% del DNA in comune con quello umano e si ammalano delle nostre stesse malattie (diabete, tumori e patologie cardio-vascolari). Due studi hanno analizzato l’impatto di una restrizione calorica del 30% su malattie e longevità.
I due studi sono stati portati avanti presso due enti: US National Institute of Aging (NIA) e University of Wisconsin. Nella ricerca condotta presso il NIA non sono state evidenziate differenze sostanziali nelle cause di morte (per malattie cardiovascolari, amiloidosi e tumori) e peggioramento generale della salute tra il gruppo di scimmie sottoposto a restrizione calorica e il gruppo di controllo che ha seguito una dieta “salutare” (con proteine vegetali e pesce, più 5% di grassi, 5% di fibre e 3,9% di saccarosio, vitamine e minerali – mangiando solo due volte al giorno, con una quantità di cibo prestabilita in base a età e peso corporeo). Nell’indagine portata avanti presso il Wisconsin, invece, le scimmie sottoposte a restrizione calorica hanno visto dimezzare la mortalità rispetto al gruppo di controllo che ha continuato ad alimentarsi “normalmente” (con proteine derivanti dal latte, 10% di grassi, 5% di fibre e 28,5% di saccarosio – mangiando quanto volevano, per esemplificare la dieta tipica occidentale).
In seguito, vennero condotti numerosi studi clinici sull’uomo. Le prime indagini hanno analizzato la dieta mediterranea in associazione con la ridotta incidenza di varie malattie, tra cui quelle cardiovascolari. Alcuni studi hanno rilevato che consumo di olio d’oliva e frutta a guscio, si associa a una minore incidenza di eventi cardiovascolari (infarto, ictus etc.). Altre ricerche hanno studiato l’assunzione di grassi buoni derivanti da verdura e pesce. Studi successivi, poi, hanno indagato la restrizione calorica in relazione alla riduzione degli stati infiammatori e dei marcatori associati alle malattie cardiovascolari.
Gli effetti positivi della dieta mima digiuno
Test clinici condotti su centinaia di pazienti hanno rivelato che cicli di dieta mima-digiuno determinano effetti positivi su principali fattori di rischio e marcatori collegati alle patologie cardiovascolari, soprattutto nei soggetti più predisposti. Si riduce il grasso corporeo, in particolare quello addominale, senza perdita di massa muscolare; la pressione sanguigna si abbassa a livelli adeguati (- 6 mmHg); cala anche la glicemia a digiuno; i trigliceridi si riducono (- 25 mg/dl); il colesterolo “cattivo” LDL scende a valori normali (- 20 mg/dl); si riducono i livelli di proteina C reattiva (associata a infiammazione e malattie cardiovascolari), come pure quelli del fattore di crescita insulino-simile IGF-1.
La nutrizione adatta in caso di patologie cardiovascolari
Le seguenti indicazioni sono esito di molte indagini cliniche in cui ricercatori hanno condotto test su centinaia di pazienti, per individuare una strategia alimentare su misura nel prevenire e curare le malattie cardio-vascolari. Il suggerimento degli esperti per la prevenzione è di seguire una dieta pescetariana, abbinata alla pratica di attività fisica quotidiana. In più, dietro approvazione del proprio medico è possibile intraprendere una Dieta Mima Digiuno, con cadenza determinata dallo stato di salute.
In caso di problematiche cardiovascolari conclamate, gli esperti consigliano di attuare la seguente strategia nutrizionale: eliminare l’assunzione di carne (rossa e pollame) e sostituirla con il pesce (2-3 volte alla settimana); evitare i latticini; limitate l’assunzione di proteine in base al proprio peso (0,7-0,8 g per chilo al giorno); mangiare molta verdura e legumi; ridurre pasta e pane bianchi, preferendo cereali integrali (meno di 100 gr al giorno); circa un frutto al giorno; ridurre l’introito di zucchero a meno di 10 g al giorno; condire con olio d’oliva a crudo (circa 80 g al giorno); consumare frutta a guscio (circa 30 g al giorno); assumere cibo entro un arco temporale di 11-12 ore; se l’IMC (indice di massa corporea) è pari o superiore a 25, che rientra quindi nella condizione di sovrappeso, mangiare 2 volte al giorno, più uno spuntino; fate esercizio fisico tutti i giorni.
Una raccomandazione è quella di rivolgersi sempre al medico curante, nel prendere in considerazione qualsiasi strategia alimentare. Le terapie convenzionali (farmaci e interventi chirurgici) possono essere integrate da un piano nutrizionale studiato ad hoc.
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FONTI
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