di Corinna Montana Lampo
Sulla ricerca scientifica che studia l’invecchiamento si basa anche la risoluzione di problematiche di carattere clinico. Per ottimizzare prevenzione e cura di svariate patologie, infatti, è necessario conoscere le cause delle malattie a livello cellulare e molecolare. Lo studio della biochimica ci permette di capire come ristabilire appieno il corretto e sano funzionamento di cellule e molecole in caso di disfunzioni.
LA BIOCHIMICA AL SERVIZIO DELLA MEDICINA
Grazie allo studio incrociato di biochimica e genetica dell’invecchiamento, da un lato, e l’impiego di strategie basate sui processi di protezione delle cellule per risolvere problemi medici, dall’altro, si è arrivati a scoprire la diversa resistenza e sensibilizzazione allo stress delle cellule in caso di digiuno prolungato. Il professor Valter Longo e il team di ricercatori del suo laboratorio hanno concentrato la loro attenzione proprio in tal senso, mettendo a confronto cellule sane con cellule tumorali.
In particolare, grazie alle loro sperimentazioni, i ricercatori hanno scoperto una diversa risposta allo stress da parte di cellule normali e cellule malate. Quando vengono “affamate”, le cellule sane sono spinte ad attuare una modalità di protezione elevata; mentre le cellule cancerose si comportano in modo opposto e diventano molto vulnerabili a chemioterapia e altre terapie anti-tumorali. Le stesse strategie potrebbero essere applicabili anche ad altre patologie croniche come diabete, malattie cardio-vascolari, neuro-degenerative e autoimmuni.
GLI ENTI DI RICERCA VOTATI ALLA LONGEVITÀ
La USC (University of Southern California) di Los Angeles ospita la Leonard Davis School of Gerontology, che è il più importante e antico istituto al mondo dedicato alla ricerca e alla didattica sull’invecchiamento, dove lavorano studiosi dell’invecchiamento umano della portata di Caleb Finch (tra i massimi esperti mondiali per la ricerca scientifica in questo ambito, specializzato in biologia cellulare e morbo di Alzheimer). Sempre all’interno della USC, Valter Longo ha fondato il Longevity Institute, dove sono impegnati numerosi scienziati e clinici, uniti nell’intento comune di perseguire il benessere degli individui e farli vivere più sani e a lungo possibile.
È proprio qui che la ricerca sulla biochimica dell’invecchiamento si unisce alla ricerca in campo medico. Il Longevity Institute, infatti, ha avviato una collaborazione con un altro importante ente a livello mondiale: il Buck Institute for Aging Research, guidato dal pioniere della genetica dell’invecchiamento Brian Kennedy. I due istituti vantano un totale di oltre 40 scienziati che, insieme alle centinaia di ricercatori e studenti, rivolgono le loro indagini al campo della biomedicina dell’invecchiamento. Gli studi portati avanti in questi importanti istituti hanno consentito di arrivare a una conoscenza molto più approfondita delle basi e degli aspetti clinici legati alle malattie croniche connesse all’invecchiamento.
N campo della biochimica dell’invecchiamento associata alla ricerca in ambito clinico, poi, in Italia, abbiamo uno tra i più importanti istituti di ricerca sul cancro in Europa: l’IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) di Milano, dove Valter Longo dirige il Programma Oncologia e Longevità. Qui le ricerche sono concentrate in particolar modo sull’individuazione dei meccanismi che portano all’invecchiamento cellulare e alla correlazione con l’insorgere dei tumori, come pure alla protezione differenziale di cellule sane e tumorali. La connessione tra i nutrienti introdotti con l’alimentazione e i geni che regolano la protezione è al centro dell’attenzione dei ricercatori. È stato dimostrato che la privazione di alcuni nutrienti protegge le cellule sane e promuove la morte delle cellule cancerose, oltre a stimolare la rigenerazione cellulare. L’effetto complessivo è un’azione anti-tumorale, collegata a un potenziamento del sistema immunitario.
>>> Per ulteriori approfondimenti scientifici, legati a un corretto stile di vita e a sane abitudini alimentari, visitate il sito della FONDAZIONE VALTER LONGO, dove trovate anche diverse pubblicazioni di studi clinici.
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