La cattiva alimentazione comporta rischi per la salute, addirittura maggiori di quelli che recano alcol e fumo. Ecco perché è sempre più urgente apportare cambiamenti quotidiani per il nostro benessere. Cambiamenti che hanno anche il risvolto positivo di contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta. La soluzione d individuata dagli esperti, da attuare entro il 2050, è quella di raddoppiare il consumo di alimenti vegetali (verdura, legumi, noci e frutta) e dimezzare l’assunzione di zucchero e carne, specialmente rossa. È quanto emerge dal report della Commissione Eat-Lancet, presentato a Oslo e pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet (gennaio 2019).
NUTRIRE LA POPOLAZIONE MONDIALE IN MODO SOSTENIBILE
Come possiamo migliorare la nostra salute e, al contempo, ottimizzare la sostenibilità ambientale? Lo spiega nel dettaglio lo studio interdisciplinare “Food in Antropocene: the Eat-Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems” dove vengono proposte alcune Linee Guida per una “dieta sana universale” (eco-sostenibile e di riferimento per tutti) che concili salute fisica, da un lato, e rispetto per il pianeta, dall’altro. Una dieta basata su criteri scientifici, nell’ottica di poter nutrire la popolazione mondiale, che nel 2050 raggiungerà la cifra di 10miliardi di persone; riducendo così il tasso di mortalità per malattie associate a cattive abitudini alimentari (che attualmente ammonta a più di 11milioni morti all’anno).
A tal proposito, gli esperti hanno identificato una serie di azioni da mettere in atto a livello planetario. Per farlo sono necessari cambiamenti radicali, sia a livello di abitudini alimentari nella direzione di seguire diete sane, sia a livello di produzione e consumo per quanto concerne la filiera alimentare. Innanzitutto, l’indicazione è di optare per un regime alimentare a prevalenza vegetale, che porta con sé sia benefici diretti per la salute umana, sia miglioramenti nelle pratiche agricole e nella produzione alimentare, verso la sostenibilità, oltre che ridurre gli sprechi di cibo e la produzione di rifiuti.
RITORNO ALLE ORIGINI PER SALVARE PIANETA E SALUTE
La dieta sostenibile proposta da Eat-Lancet altro non è che la Dieta Mediterranea “originale” seguita in Italia e Grecia lo scorso secolo dai nostri nonni. Ovvero un regime alimentare che prevede un largo consumo di verdura e frutta, cereali integrali in chicco, legumi, noci, latticini (in prevalenza di capra), in misura minore pesce fresco, pollame e poche uova, riducendo al minimo carne rossa e zuccheri (aggiunti e non). Condimento principe di questa dieta è l’olio extravergine d’oliva (rigorosamente a crudo, per assimilarne al meglio i nutrienti e beneficiare così di tutte le sue proprietà salutari).
L’intento della Commissione Eat-Lancet è anche quello di coinvolgere governi, istituzioni, industrie e altri enti per indirizzare i cambiamenti verso un sistema alimentare in ottica sostenibile ed ecologica, sia per quanto riguarda i consumi sia per ciò che concerne la produzione. Prevedendo anche interventi di tipo educazionale, attraverso campagne di comunicazione e iter formativi, per poter così raggiungere, entro il 2030, quelli che sono tutti e 17 gli “Obiettivi di sviluppo sostenibile” (SDGs – Sustainable Development Goals) definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
FONTI
Walter Willett et Al. – Food in the Anthropocene: the EAT–Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems – The Lancet Commissions (January 2019)