Fumo, ipertensione, obesità e diabete, classici fattori che influenzano la salute cardio-vascolare, sono anche implicati in cambiamenti delle strutture cerebrali che portano a sviluppare demenze. Lo dimostra uno studio condotto dal Centre for Cognitive Ageing and Cognitive Epidemiology dell’Università di Edimburgo (UK). I risultati della ricerca sono stati pubblicati sull’European Heart Journal.
UN AMPIO STUDIO PER ANALIZZARE DIVERSI FATTORI DI RISCHIO
Sono stati analizzati i dati relativi a quasi 10mila individui, di età compresa tra i 44 e i 79 anni, (arruolati nella UK Biobank – uno dei più ampi campioni di individui di popolazione generale al mondo) sottoposti a risonanza magnetica cerebrale, incrociandole con informazioni generali sulla loro salute e cartelle cliniche. La maggior parte dei partecipanti allo studio proveniva dal nord-ovest del Regno Unito e tutte le immagini della struttura cerebrale dei partecipanti sono state scansionate da un unico scanner presente a Cheadle (Manchester).
I ricercatori hanno cercato di scoprire il legame tra la struttura cerebrale e uno o più fattori di rischio cardio-vascolare (come obesità, diabete, fumo, ipertensione, pressione del polso elevata e colesterolo alto). È emerso che tutti i fattori considerati, eccetto l’ipercolesterolemia, sono stati messi in relazione a problematiche nell’afflusso di sangue al cervello, con una potenziale diminuzione dell’apporto sanguigno e anche a cambiamenti anomali a livello cerebrale osservati nei casi di demenza e morbo di Alzheimer.
MIGLIORARE LE NOSTRE ABITUDINI PER PROTEGGERE IL CERVELLO
Inoltre, più erano i fattori di rischio cardio-vascolare per una singola persona, meno buona era la salute del suo cervello. A tal proposito, gli studiosi hanno rilevato un’evidenza anatomica di riduzione nel volume del cervello a livello della materia grigia (3% in meno) e danni a carico della materia bianca (una volta e mezza meno sana), per chi aveva un rischio cardio-vascolare alto, rispetto a chi lo aveva basso. Aree cerebrali notoriamente collegate alle capacità di pensiero più complesse e che mostrano un deterioramento durante lo sviluppo di demenze e nel morbo di Alzheimer. Gli stessi fattori di rischio per le cardiopatie, poi, sembrano influire allo stesso modo, sia durante la mezza età sia in età avanzata.
Gli esperti fanno presente che ci sono alcuni fattori, quelli genetici, che non possiamo modificare. Mentre su tutti gli altri fattori di rischio legati allo stile di vita, invece, possiamo intervenire attraverso sane abitudini alimentari, unite ad attività fisica, per rallentare l’invecchiamento cognitivo e preservare la salute del cervello. L’intento dei ricercatori è quello di includere nelle analisi anche per persone più anziane, over 79, attraverso risonanze magnetiche cerebrali e test cognitivi già in corso, per comprendere ancor meglio i meccanismi attraverso cui i vari fattori di rischio cardio-vascolare siano correlati alle diverse aree cerebrali.
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