La diagnosi di diabete di tipo 2 è anticipata da altri segnaliche definiscono la situazione dipre-diabete: sovrappeso e obesità. Secondo le indagini cliniche, il rischio di diabete aumenta con l’aumentare dell’’indice di massa corporea (IMC), una stima della quantità di grasso, in particolare quello addominale, che si calcola dividendo il peso in Kg per il quadrato dell’altezza in metri. Nelle donne, per esempio, il rischio di ammalarsi di diabete è 6 volte più alto con IMC uguale a 25 che corrisponde a una situazione di sovrappeso, e negli uomini con IMC pari a 27,5. Altri studi attestano che donne con circonferenza addominale superiore a 88 cm, e uomini con un girovita superiore a 102 cm, sono a rischio di diabete.
Ecco l’importanza di mantenereun peso corporeo idoneo,nell’ottica di ridurre il rischio di ammalarsi di diabete. Diverse ricerche scientifiche, condotte prima sugli animali (topi e scimmie) e poi sull’uomo, dimostrano che la restrizione calorica fa diminuire il peso corporeo molto al di sotto dei livelli di rischio. Determina una riduzione del grasso addominale o causa una diminuzione della glicemia a digiuno, tali da rendere poco probabile che ci si ammali, fino a impedire l’insorgere del diabete (nelle scimmie). Altri studi, condotti sull’uomo, indicano che negli individui obesi che seguono una restrizione calorica giornaliera, la glicemia a digiuno non scende o diminuisce di poco, rispetto a chi ha un peso corporeo normale.
L’aspetto critico è che la maggior parte delle persone è restia a rinunciare ai cibi preferiti e fatica a seguire una dieta che preveda una restrizione calorica. Ecco perché gli studiosi hanno identificatostrategie alimentari percorribili da tutti. Qui di seguito trovate alcune informazioni(individuate dai ricercatori)su come modificare le abitudini alimentari per prevenire e favorirela regressione del diabete di tipo di 2.
Seguire una dieta vegano-pescetariana, abbinata all’esercizio fisico quotidiano. Nutrirsi nell’arco di 12 ore durante la stessa giornata, così da rispettare un “digiuno” nelle altre 12 ore. Mangiare molta verdura (circa 200 grammi a pasto), pochi carboidrati complessi come pasta o riso(40 grammi a porzione), legumi (arrivando anche a 400 grammi), grassi buoni come frutta a guscio (noci, mandorle, nocciole etc.) e olio d’oliva tutti i giorni. Così facendo, vi sentirete anche più sazi, oltre che appagati nel gusto. Evitare o ridurre al minimo pasta e pane fatti con farine raffinate, dolciumi, grassi saturi, formaggi e carni.Mangiare poche proteine, preferibilmente di origine vegetale (come i legumi) o da pesce (massimo 2-3 volte alla settimana). L’ideale per mantenere il proprio peso forma è fare due pasti e uno spuntino al giorno, distribuiti a seconda delle vostre abitudini e necessità. Per esempio: colazione leggera, pranzo e spuntino pomeridiano o cena leggera; oppure colazione leggera, pranzo frugale e cena completa.
La ricerca scientifica sulla Dieta Mima Digiuno è ancora in corso. I primi risultati condotti su pazienti diabetici attestano l’efficacia nel ridurre i rischi più rilevanti connessi alla malattia (come ad esempio la glicemia alta), di una dieta a restrizione calorica mirata (fornendo da 1.100 a 750 calorie al giorno) per 5 giorni, una volta al mese per 3 mesi consecutivi. In ogni caso, prima di intraprendere qualsiasi dieta è fondamentale rivolgersi al diabetologo, come pure al proprio medico curante e a un nutrizionista specializzato. Per un diabetico, diete drastiche, digiuni, restrizioni caloriche e altre variazioni nell’alimentazione possono essere dannose fino a divenire potenzialmente letali, poiché possono provocare shock ipoglicemico, soprattutto se si assumono contemporaneamente farmaci e/o insulina.
NOTA: I contenuti di questo articolo non devono essere utilizzati per effettuare auto-diagnosi o come terapie per malattie, ma possono essere presentati a un medico specialista in vista del trattamento di una patologia.
Per ulteriori approfondimenti scientifici, legati a un corretto stile di vita e a sane abitudini alimentari, visitate il sito della FONDAZIONE VALTER LONGO, dove trovate anche diverse pubblicazioni di studi clinici.
FONTI
In collaborazione con Redazione Fondazione Valter Longo Onlus
Fondazione Valter Longo Onlus ha l’obiettivo di fare divulgazione scientifica sensibilizzando la comunità scientifica e non, ad uno stile di vita salutare ed una corretta alimentazione tramite la produzione di articoli scientifici esplicativi, contenuti testuali, infografiche e multimediali, e la diffusione delle attività cliniche, scientifiche, divulgative ed educative della Fondazione e del suo team di professionisti. Percorsi alimentari, scoperte scientifiche, studi clinici, trattamenti e tecnologie, eventi di sensibilizzazione nazionale e internazionale, iniziative di prevenzione nonché ricette della Longevità sono solo alcuni dei temi affrontati in articoli e interviste di approfondimento pubblicati quotidianamente e scritti in collaborazione con gli specialisti della Fondazione. Attivissima anche sui social, la redazione di Fondazione Valter Longo Onlus propone inoltre una newsletter mensile inviata a tutti gli iscritti, per rimanere sempre aggiornati sulle più interessanti novità legate al mondo della Salute, Nutrizione e Longevità.
Partecipano alla redazione:
Romina Inés Cervigni
Alessandra Fedato
Maria Liliana Ciraulo
Corinna Montana Lampo
Cristina Villa