Mangiare tardi aumenta la fame, riduce il consumo energetico e altera il metabolismo

  • di: Fondazione Valter Longo
  • 17 Gennaio 2025

Gli interventi contro l’obesità puntano principalmente a ridurre le calorie nella dieta e ad aumentare l’attività fisica. Tuttavia, anche altri fattori influenzano il bilancio energetico e il rischio di obesità, tra cui il sistema circadiano, ossia l’orologio biologico interno che regola i ritmi di sonno, fame ed energia nelle 24 ore. Alterazioni di questo sistema possono influire sull’equilibrio energetico e rappresentano un fattore di rischio modificabile.

Studi su animali e su pazienti mostrano che mangiare tardi è associato a un rischio maggiore di obesità e a una minore efficacia della dieta nel favorire la perdita di peso. Questo indica che l’orario dei pasti potrebbe influenzare il peso corporeo indipendentemente dalle calorie consumate o bruciate.

Per capire meglio i meccanismi con cui mangiare tardi influisce sul bilancio energetico, ricercatori dell’Harvard Medical School hanno condotto uno studio randomizzato e crossover, analizzano gli effetti di un pasto tardivo su fame, appetito, ormoni come leptina (l’ormone che segnala al corpo che è sazio) e grelina a grelina (ormone che stimola la fame), dispendio energetico, temperatura corporea e metabolismo del tessuto adiposo. Per evitare interferenze da altri fattori, sono stati controllati con precisione l’orario, la quantità e la qualità del cibo, oltre ad attività fisica, sonno ed esposizione alla luce. Lo studio è stato pubblicato su Cell Metabolism.

Lo studio

Lo studio ha coinvolto 16 partecipanti con sovrappeso o obesità, ciascuno sottoposto a due sessioni in laboratorio per testare gli effetti del mangiare tardi (late time eating) e presto (early time eating) in ordine casuale, con un periodo di pausa tra i due schemi. Durante questa pausa, i partecipanti hanno ripreso i loro normali orari e abitudini alimentari. I protocolli in laboratorio erano preceduti da 2-3 settimane di preparazione per stabilizzare i ritmi sonno-veglia e da 3 giorni di dieta controllata per eliminare gli effetti delle abitudini alimentari precedenti. In laboratorio, il sonno dei partecipanti è stato programmato in base al loro ciclo abituale.

Risultati

Mangiare tardi ha condotto a un aumento del senso di fame, dovuto a un’alterazione degli ormoni che regolano l’appetito, con l’aumento del rapporto grelina/leptina e anche ad un aumento del tempo di veglia, mentre riduce il dispendio energetico e la temperatura corporea nelle 24 ore. Tutto ciò porta a sentirsi più affamati e a restare svegli più a lungo. 

L’analisi genetica del tessuto adiposo, inoltre, ha evidenziato cambiamenti nei processi metabolici, come la capacità di immagazzinare più grasso invece di usarlo come energia. 

Dall’analisi dei dati, il sonno, invece, non sembra influenzare questi effetti, poiché la durata e l’efficienza del sonno non differivano tra i programmi di pasti anticipati e ritardati.

Conclusioni

Lo studio ha un protocollo ben strutturato che ha ridotto le interferenze esterne, permettendo di osservare con precisione gli effetti del mangiare tardi. Tuttavia, presenta alcune limitazioni, come la durata breve, il campione limitato e il fatto che le analisi sul tessuto adiposo sono state fatte solo su alcuni partecipanti. Inoltre, sono stati studiati solo gli effetti a breve termine, quindi non si può sapere se mangiare tardi a lungo termine porti a un aumento di peso duraturo.

Tuttavia, i dati ottenuti offrono preziose informazioni fisiologiche e molecolari che potrebbero favorire lo sviluppo di interventi dietetici basati sull’orario dei pasti. Inoltre, i geni identificati potrebbero subire modifiche nell’espressione e rappresentare potenziali bersagli farmacologici e nutrizionali per la prevenzione e il trattamento dell’obesità.

 

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