IGF-1 e associazione con le malattie
La relazione tra i livelli di IGF-1 nel sangue e l’insorgenza di patologie è ancora oggetto di dibattito: elevati livelli di IGF-1 sono stati associati a un maggiore rischio di tumori, come il cancro al colon-retto, alla prostata, al seno e ai polmoni. D’altra parte, livelli molto bassi di IGF-1 sono collegati a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, diabete, osteoporosi e perdita di massa muscolare (sarcopenia).
La riduzione dei livelli di IGF-1 può derivare da condizioni di fragilità o malattie, e l’infiammazione sembra svolgere un ruolo chiave nel ridurli. Questa relazione potrebbe spiegare l’aumento della mortalità osservato nei pazienti con livelli particolarmente bassi di IGF-1.
Range ideale di IGF-1 e mortalità
A causa dei risultati contrastanti sugli effetti di alti e bassi livelli di IGF-1 sulla mortalità, una recente meta-analisi condotta dal team di ricerca del Professor Valter Longo ha cercato di chiarire la questione. Analizzando 19 studi accuratamente selezionati, si è individuato che un livello di IGF-1 compreso tra 120 e 160 ng/mL è associato a una minore mortalità. Questo intervallo è considerato ottimale per promuovere la salute, sebbene non esistano ancora standard ufficialmente condivisi.
Alimentazione e livelli di IGF-1
L’alimentazione è uno dei principali modulatori dei livelli di IGF-1. Gli studi hanno analizzato l’effetto di diversi macronutrienti (proteine, carboidrati e grassi), micronutrienti (vitamine e minerali) e alimenti specifici.
Un elevato consumo di proteine e carboidrati è associato a livelli più alti di IGF-1. Tra gli alimenti, i latticini (come latte, formaggi e yogurt) e le margarine sembrano avere l’impatto più significativo sull’aumento di questo fattore.
Il consumo di burro, uova e ovoprodotti è sorprendentemente associato a livelli più bassi di IGF-1.
Apporto proteico raccomandato
Dai risultati, emerge che, per mantenere i livelli di IGF-1 nel range ideale (120-160 ng/mL), l’apporto proteico giornaliero dovrebbe essere compreso tra 50 e 80 grammi al giorno.
Conclusioni
Individuare alimenti e nutrienti chiave associati ai livelli di IGF-1 è cruciale per comprendere come la dieta possa influenzare in modo significativo la salute a lungo termine. Regolare i livelli di IGF-1 attraverso l’alimentazione offre una strategia non invasiva e personalizzabile per prevenire o mitigare il rischio di patologie legate sia a livelli elevati, come alcune forme di tumore, sia a livelli bassi, come malattie cardiovascolari, osteoporosi e sarcopenia.
Questo approccio non solo supporta la prevenzione di malattie croniche, ma può anche migliorare la qualità della vita, favorendo una crescita cellulare equilibrata e riducendo l’infiammazione sistemica.
Adottare una dieta bilanciata, basata sulle evidenze scientifiche, rappresenta quindi un potente strumento per promuovere il benessere e ottimizzare i processi biologici influenzati dall’IGF-1. Integrare questi principi nella pratica clinica e nella consulenza nutrizionale può contribuire a sviluppare programmi personalizzati per la gestione della salute e la prevenzione delle malattie.
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