Sono trascorsi oltre quattro mesi da quando, il 9 gennaio 2020, il nuovo Coronavirus SARS-CoV-2 è stato identificato in Cina, come causa della malattia respiratoria oggi nota come Covid-19.
Dall’inizio dell’epidemia sono quasi 4 milioni i casi nel mondo, con oltre 270mila morti. Purtroppo il nostro paese è stato tra quelli più colpiti, con quasi 200mila casi accertati dall’inizio dell’epidemia e oltre 30mila persone decedute.
Sebbene la tendenza dei contagi e dei decessi sia in miglioramento da alcune settimane, secondo l’OMS il rischio è ancora moderato per la popolazione generale, mentre per gli anziani e i soggetti con patologie croniche il rischio è ancora elevato.
In questo articolo Dati Coronavirus alla mano, abbiamo già parlato di come la presenza di altre patologie (ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche, oltre alle malattie oncologiche) aumenti in modo significativo la mortalità per Covid-19. Si tratta di patologie spesso correlate all’obesità, e non stupisce quindi che il decorso di questa nuova infezione sia risultato tipicamente più grave e difficoltoso nei pazienti con peso in eccesso.
L’obesità è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, causata nella maggior parte dei casi da uno stile di vita non sano, e principalmente dalla combinazione di alimentazione sregolata (troppo cibo e/o cibo di cattiva qualità) e scarsa attività fisica.
Tecnicamente, si parla di obesità quando il rapporto tra il peso e il quadrato dell’altezza in metri, ossia l’Indice di Massa Corporea (IMC) nota anche come BMI (dall’inglese Body Mass Index), supera il valore di 30 kg/m2. Ad esempio, una persona che pesa 95 kg ed è alta 1,7 m, avrà un IMC di 32,8 Kg/m2: 95 Kg/1,7m2.
L’obesità è un grande problema per la salute pubblica, sia per il grande numero dei soggetti affetti (in Italia 1 persona su 10), che per le sue complicanze: malattie cardiovascolari (soprattutto ictus e infarto), ipertensione, diabete mellito di tipo II, sindrome metabolica, alcune tipologie di tumori (tra cui colon-retto, reni, mammella, prostata), malattie muscolo-scheletriche come l’artrosi.
Secondo diverse indagini, tra cui quelle svolte in Francia e negli USA, le persone obese che si ammalano di Covid-19 hanno più bisogno di ventilazione polmonare, ovvero si ammalano in forma più grave rispetto a persone normopeso.
Nell’indagine francese, il 90% delle persone con un grave sovrappeso ha avuto bisogno di ventilazione meccanica, ed è stato osservato che il rischio di ricovero in terapia intensiva aumenta all’ aumentare del IMC, rischio che infatti si dimezza in pazienti con peso normale; nello studio svolto a New York tra i pazienti in terapia intensiva, oltre il 40% era obeso.
I pazienti obesi infatti partono già con difficoltà respiratorie, dato che il grasso a livello toracico e addominale va a comprimere i polmoni, riducendo la capacità di riempirli d’aria. In generale, i pazienti obesi hanno anche una maggiore necessità di ossigeno, poiché il loro organismo ha un’estensione maggiore e ne richiede di più.
Questi pazienti quindi partono già con un rischio più elevato di ammalarsi di affezioni respiratorie, rispetto ai pazienti normopeso, infatti circa il 13% dei soggetti obesi sviluppa patologie come bronchite cronica, asma, enfisema o insufficienza respiratoria.
Oltre alle difficoltà respiratorie di partenza, i soggetti obesi presentano spesso un’infiammazione cronica (anche di basso grado) e squilibri del sistema immunitario.
Il grasso infatti rappresenta una riserva di cellule immunitarie, tra cui macrofagi, che eliminano gli agenti patogeni (come virus e batteri), e linfociti T, che segnalano al resto dell’organismo la presenza dell’agente infettivo.
Nei pazienti che hanno un eccesso di massa grassa, quindi, c’è un surplus di queste cellule dell’immunità, il che comporta una reazione immune più intensa quando si ammalano, una grande “tempesta di citochine” (proteine pro-infiammatorie).
È stato osservato che la reazione immunitaria può danneggiare il paziente più del virus stesso, e non a caso molti farmaci attualmente in sperimentazione sono immunosoppressori, o antinfiammatori.Di conseguenza, è facilmente intuibile perché i pazienti obesi hanno mostrato spesso un decorso peggiore.
Alla luce di tutte queste considerazioni, le persone affette da obesità dovrebbero prestare ancora più attenzione e attenersi strettamente alle misure di prevenzione emanate dal Governo, per proteggersi dall’ infezione da SARS-CoV-2. Può essere utile anche consultare le Linee guida nutrizionali elaborate dalla Fondazione Valter Longo Onlus su norme igieniche e indicazioni alimentari per sostenere il sistema immunitario e nutrirsi con consapevolezza.
Infatti, oltre alle indicazioni legate alla prevenzione del Coronavirus, è fondamentale apportare modifiche allo stile di vita per ridurre l’eccesso di grasso, riportando gradualmente il proprio peso nella norma.
Questo può essere raggiunto aumentando l’attività fisica svolta (in base al proprio stato di salute)e migliorando l’alimentazione.
Anche se attualmente palestre e centri sportivi sono chiusi, è possibile svolgere camminate o giri in bicicletta se si ha la possibilità di raggiungere luoghi poco inquinati e non troppo frequentati. Altrimenti, è possibile svolgere corsi anche in casa, come ad esempio esercizi di respirazione e di rilassamento presso la propria abitazione.
Per quanto riguarda l’alimentazione, restano valide le indicazioni proposte ne “La dieta della Longevità” riportate nel seguente link, non solo per normalizzare il peso, ma anche per ridurre il rischio di sviluppare diverse patologie croniche (come quelle cardiovascolari e il diabete) che, oltre a essere associate a una vita più breve e di ridotta qualità, aumentano anche il rischio di ammalarsi di Covid-19.
In collaborazione con Redazione Fondazione Valter Longo Onlus
Fondazione Valter Longo Onlus ha l’obiettivo di fare divulgazione scientifica sensibilizzando la comunità scientifica e non, ad uno stile di vita salutare ed una corretta alimentazione tramite la produzione di articoli scientifici esplicativi, contenuti testuali, infografiche e multimediali, e la diffusione delle attività cliniche, scientifiche, divulgative ed educative della Fondazione e del suo team di professionisti. Percorsi alimentari, scoperte scientifiche, studi clinici, trattamenti e tecnologie, eventi di sensibilizzazione nazionale e internazionale, iniziative di prevenzione nonché ricette della Longevità sono solo alcuni dei temi affrontati in articoli e interviste di approfondimento pubblicati quotidianamente e scritti in collaborazione con gli specialisti della Fondazione. Attivissima anche sui social, la redazione di Fondazione Valter Longo Onlus propone inoltre una newsletter mensile inviata a tutti gli iscritti, per rimanere sempre aggiornati sulle più interessanti novità legate al mondo della Salute, Nutrizione e Longevità.
Partecipano alla redazione:
Romina Inés Cervigni
Alessandra Fedato
Maria Liliana Ciraulo
Corinna Montana Lampo
Cristina Villa